Pubblicato il 04/11/2015, 11:31 | Scritto da La Redazione
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Riciclaggio, Becchetti di Agon Channel fermato a Londra – Varoufakis uno spreco? No, un investimento

Riciclaggio, Becchetti di Agon Channel fermato a Londra – Varoufakis uno spreco? No, un investimento
Il fondatore della tv italo-albanese non può lasciare l'Inghilterra in attesa dell'estradizione. E poi: i leader da Fazio portano soldi nelle casse Rai.

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 20, di Leonard Barbieri.

Riciclaggio, il patron della tv italo albanese fermato a Londra

Becchetti, fondatore di Agon Channel, non può lasciare l’Inghilterra in attesa dell’estradizione.

Può decidere di consegnarsi lui stesso in Albania. Oppure aspettare la metà di dicembre quando un giudice, a Londra, deciderà in maniera definitiva sulla sua estradizione in esecuzione del mandato di cattura internazionale emesso dalla procura di Tirana l’8 giugno scorso. Estradizione che fonti degli organi di giustizia del «Paese delle aquile» danno per certa. La sezione albanese dell’Interpol e la Procura generale hanno annunciato ieri sera che Francesco Becchetti, l’imprenditore italiano proprietario di Agon Channel (la prima tv delocalizzata nell’altra parte dell’Adriatico), è stato fermato la scorsa settimana dalla polizia britannica nella capitale dove è proprietario di una villa. Becchetti è accusato dai pm di Tirana di evasione fiscale, riciclaggio di denaro e falso in documentazione.

All’imprenditore attivo in Albania nell’ambito non solo dei media, ma anche dei rifiuti e dell’energia subito dopo il fermo è stata notificata la richiesta della magistratura albanese. L’uomo è stato poi rilasciato, ma spiega Interpol Tirana è sorvegliato per evitare una possibile fuga. Nell’inchiesta, conclusa alla fine di luglio, la Procura albanese sostiene che Becchetti, la madre (e socia) Liliana Condomitti, il suo collaboratore Mauro de Renzis, la collaboratrice locale Erjona Troplini e la dipendente di una banca di Tirana avrebbero messo in piedi «un gigantesco schema di riciclaggio» che gli avrebbe fruttato «alcuni milioni di euro». L’imprenditore è sospettato di aver evaso il fisco per 770 milioni di lek (5,5 milioni di euro). Tutti elementi che hanno portato, a giugno, al sequestro del 60% delle azioni di Agonset (la società che gestisce la parte televisiva), di Energji, Cable System, 400KV, Fuqi e al blocco dei conti bancari di tutti gli accusati.

Poche settimane fa è arrivato anche lo spegnimento della parte albanese di Agon Channel. Resta ancora attivo il segnale italiano dell’emittente (che usa gli stessi studi e le stesse strutture di quella rivolta al pubblico del Paese balcanico) inaugurata in stile hollywoodiano poco meno di un anno fa. Secondo Francesco Becchetti l’inchiesta e il mandato d’arresto delle autorità albanesi sono una ritorsione del governo guidato dal primo ministro socialista Edi Rama. «Non hanno prove, si accaniscono perché il mio canale è libero», raccontava a metà giugno dall’Inghilterra dove è proprietario del Leyton Orient, squadra di calcio che milita nella quarta serie del campionato.

 

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 21, di Loris Mazzetti.

Varoufakis uno spreco? No, un investimento

I leader da Fazio portano soldi nelle casse Rai.

Certi politici prima di parlare di Rai dovrebbero fare outing. Come ha ricordato Carlo Freccero, durante il regno di Berlusconi la destra al servizio pubblico ne ha fatte di tutti i colori. Renato Brunetta è impegnato in una battaglia condivisibile, ma che, purtroppo, non ha come obiettivo la desiderata trasparenza. Lui vorrebbe rendere pubblici i compensi di artisti e dirigenti, ma da una certa soglia. Per raggiungere la trasparenza bisognerebbe far sapere all’utente costi e ricavi di ogni programma e quanto percepisce chi vi lavora. La tv, oltre a parole e immagini, è anche matematica pura. L’utente ha il diritto di sapere quali sono i programmi che si autofinanziano con la vendita dei break pubblicitari e le telepromozioni.

La polemica sulla partecipazione di Varoufakis a Che tempo che fa sa di finta difesa del servizio pubblico se non si approfondiscono dare e avere. I soldi dati alla rockstar greca (Freccero docet) sono stati prelevati dal canone o dalle entrate pubblicitarie? Perché la trasmissione di Fazio è da 13 anni un successo e continua a crescere nell’ascolto in un momento di crisi della tv generalista? Perché il conduttore è considerato un’importante risorsa del servizio pubblico: decine di Speciali, Vieni via con me, prime serate su Rai 1, da Sanremo al Settantesimo dalla Liberazione? Che tempo che fa è conosciuto anche oltreoceano, fa vendere libri e cd, porta al cinema e a teatro, le grandi star mondiali la considerano una tappa obbligata.

I personaggi che hanno reso popolare il programma non sono Clooney, gli U2, Madonna, ma Gorbaciov, Condoleezza Rice, Blair, Lech Walesa, Bill Gates, Barroso, e quelli che non andavano negli altri studi tv, con nostalgia e riconoscenza ricordo: Enzo Biagi, Giorgio Bocca e Carlo Fruttero. Ecco perché Varoufakis si deve considerare per quello che è stato: un investimento. Il Giornale ha capito che la tv è matematica. Castoro ha scritto che le 68 puntate portano nelle casse della Rai oltre 200mila di euro di pubblicità a puntata: l’attivo è di alcuni milioni. Lasciamo decidere chi ha in mano il telecomando: tra sabato e domenica sono 5 milioni e mezzo gli italiani che si sintonizzano con Fazio.

 

(Nella foto Francesco Becchetti)