Pubblicato il 29/10/2015, 11:30 | Scritto da Andrea Amato
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Un caso i 24mila euro per Varoufakis in tv. La Rai: “Non c’entriamo” – Canone e appalti, sotto accusa Governo e vertici

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 13, di Giovanna Cavalli.

Un caso i 24mila euro per Varoufakis in tv. La Rai: “Non c’entriamo”

Viale Mazzini sull’intervista da Fazio: “Paga Endemol”.

«Roba da matti. Cari compagni, pagatevelo voi il canone!», ruggisce su Facebook Matteo Salvini, scandalizzato dal megacompenso sborsato per l’ospitata di Yanis Varoufakis a Che tempo che fa del 27 settembre: 24mila euro più Iva per circa 22 minuti di chiacchierata domenicale con Fabio Fazio su Rai 3. Oltre a volo in prima classe, vitto, pasti e trasferimenti all’altezza, va da sé. Un lussuoso gettone di presenza che ha scatenato le ire del centrodestra, a cominciare da Renato Brunetta che sugli emolumenti, segreti e non, di viale Mazzini vede rosso: «Fatto gravissimo e inaudito, se fosse confermato». Lo è, visto che non si tratta di un’indiscrezione, ma la fonte è lo stesso ex ministro delle Finanze greco che l’ha rivelato sul suo blog con un post festoso: «Trasparenza ovunque!». Costringendo l’azienda a un breve comunicato serale, giunto dopo lunghe e agitate consultazioni, con cui si chiama fuori dalla trattativa economica: «L’ex politico greco è stato contattato dalla Endemol, società produttrice del programma, che ha la gestione diretta degli ospiti della trasmissione, all’interno di un plafond complessivo e concordato, e che ha ritenuto evidentemente congruo il compenso richiesto dall’economista».

Precisando poi che la rete diretta da Andrea Vianello «ha espresso parere favorevole da un punto di vista strettamente editoriale per un’intervista di interesse internazionale». Difficile che basti questo alla forzista Mara Carfagna che chiedeva «una smentita dai vertici». O a Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia che commentava: «Nuovi vertici, solite pessime abitudini». Maurizio Gasparri non avrebbe speso tanto «per uno scartato pure da Tsipras». Il consigliere della Rai Arturo Diaconale intende chiedere spiegazioni al dg Antonio Campo Dall’Orto (che ieri, munito di diapositive, è stato ascoltato in Vigilanza con il presidente Monica Maggioni su qualità dei programmi e futuro digitale) al prossimo cda del 5 novembre. Ma anche il deputato ultrarenziano Michele Anzaldi pensa che «con i due miliardi di canone che gli diamo, sarebbe ora di ridurre questi super appalti esterni». E a tale proposito, l’Antitrust ha dato l’okay all’inserimento in bolletta purché sia ben distinto il costo della tv da quello dell’energia.

 

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 8, di Claudio Marincola.

Canone e caso appalti, finiscono sotto accusa governo e vertici Rai

Le critiche dell’opposizione alla manovra. Ma l’Antitrust: ok metterlo in bolletta, ma distinto dal consumo di energia.

L’audizione dinanzi alla commissione parlamentare di Vigilanza è finita da qualche minuto quando il dg Campo Dall’Orto e la presidente Maggioni sbucano dall’ascensore al pian terreno di San Macuto. Uno sguardo alle telecamere, un altro ai cronisti in attesa e rapido dietrofront verso le porte che stanno per richiudersi. La situazione si risolve grazie all’intervento dei commessi che da un’uscita secondaria favoriscono “la fuga”. È la fotografia dell’imbarazzo che attraversa in questi giorni l’azienda di Viale Mazzini. Il timore di dire una parola di troppo su argomenti che scottano. Il canone nella bolletta elettrica, lo scandalo degli appalti, una vicenda quest’ultima tutta da chiarire. che riporta alla passata gestione e sulla quale stanno indagando le Fiamme gialle. Ultimo caso, il cachet che sarebbe stato generosamente elargito all’ex ministro della Finanze greco Yanis Varoufakis per la partecipazione alla trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa. Ventidue minuti pagati 24 mila euro da Endemol. Poco meno di mille euro al minuto.

LA MONETINA Risultato: un clima di scarsa serenità per chi ha preso da poco in mano le redini dell’azienda. «Se tirassimo una monetina resterebbe sospesa in aria per la tensione che si respira», confida un dirigente che frequenta il 7° piano, il piano nobile di Viale Mazzini. In questo clima Campo Dall’Orto e la Maggioni, convocati per la prima volta dai membri della Vigilanza, dovevano spiegare ieri alla “politica” le linee di indirizzo, dove insomma vorrebbero portare la Rai, come la vogliono risollevare da queste sabbie mobili. Il dg ha mostrato alcune slide e ha spiegato come intende «colmare il gap», per attrarre pubblico, e passare da digital broadcaster a media company. «C’è un pubblico che si sta organizzando da solo e il servizio pubblico non può ignorarlo ha spiegato il dg, che viene da Mtv, emittente che ha fatto dei giovani il suo core business ma si tratta di capire quali di questi volumi possono essere portati su diverse piattaforme».

Anche la Maggioni si è posta lo stesso problema, ritessere i fili con gli under 35, «riscrivere le regole del servizio pubblico», dare più qualità a costo di «rinunciare a qualche decimale di share». Dai membri della Vigilanza sono venute però domande su canone, appalti e trasparenza. «Sta per scadere la concessione, come vi preparate a chiedere un nuovo affidamento?», ha chiesto, ad esempio, Maurizio Rossi (Gruppo Misto). Che ha messo il dito sulla piaga sollecitando una risposta anche in tema di trasparenza e di appalti. Appalti di cui si è occupato il blog di Grillo citando il Facebook-pensiero dal presidente della Vigilanza Fico, con l’accusa al governo di «aiutare i corrotti». Mentre Minzolini (FI) ha sollevato il problema delle esternalizzazioni «in un’azienda che ha in organico circa 13mila dipendenti». Indignati per il capitolo appalti anche i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl, Snater e Libersind-ConfSal. Unica buona notizia è invece il parere positivo sul canone in bolletta inviato dall’Antitrust. Va bene «ma a condizione di distinguere il costo dell’abbonamento al servizio pubblico da quello della fornitura di energia». Non è molto ma di questi tempi è già qualcosa.

 

(Nella foto, da sinistra, Fabio Fazio e Yanis Varoufakis)