Pubblicato il 28/10/2015, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Il canone della Rai “fermo” sino al 2018 – I 100 euro del canone Rai? Ecco come spenderli meglio

Il canone della Rai “fermo” sino al 2018 – I 100 euro del canone Rai? Ecco come spenderli meglio
Con la riscossione attraverso la bolletta elettrica, gli evasori scenderanno dal 27% al 7%. Con la stessa spesa ci si può abbonare a una serie di servizi alternativi che garantiscono una tv più divertente e di qualità.

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 13, di Marco Mele.

Il canone della Rai “fermo” sino al 2018

Canone Rai: il “recupero” dell’evasione, nei fatti, non c’è più. Il correlato al Bilancio di previsione per l’anno finanziario 2016 e il bilancio pluriennale 2016-2018, prevede, quali introiti per i canoni di abbonamento alla “radio audizioni circolari e alla televisione”, la stessa cifra, un miliardo e 739 milioni, dal 2015 al 2018. Nessun “recupero”, insomma: il Governo prevede un introito fisso da quest’anno al 2018. Da questa somma, peraltro, vanno detratti il 5% previsto dalla legge di stabilità 2015, approvata alla fine dello scorso anno, il 4% d’Iva e la tassa di concessione. Il Tesoro riverserà alla Rai, anno dopo anno, più o meno un miliardo e 600 milioni. Nel 2013 l’introito della Rai da canone, secondo il suo bilancio, era di un miliardo e 663 milioni, sceso a un miliardo e 492 milioni nel 2014, a causa del prelievo di 150 milioni effettuato dal Tesoro.

Il canone sarà pagato nella bolletta elettrica: finora, circa il 27% delle famiglie non versa l’imposta sul possesso del televisore. Tale percentuale dovrebbe scendere, con la nuova modalità di riscossione, secondo stime Rai, intorno al 7%. L’extra-gettito sarebbe intorno ai 450 milioni. È il “recupero” dell’evasione? La legge di stabilità, nella versione definitiva arrivata al Senato, al comma 9 dell’articolo io, stabilisce che, dal 2016 al 2018, le eventuali maggiori entrate del canone rispetto alle previsioni del bilancio di previsione 2016 (un miliardo e 739 milioni, appunto) andranno all’erario, per essere destinate al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Lo Stato, insomma, e non la Rai, incasserà ogni euro in più versato dai contribuenti, una volta raggiunto l’introito del 2015. Può definirsi “recupero” di un’evasione che, fino ad oggi, ha rappresentato per la Rai mancati introiti, dal 2010 al 2015, per 1,7 miliardi di euro? La Rai entra, nei fatti, nel bilancio dello Stato con un introito predeterminato: non è un trasferimento diretto come in Spagna e Olanda solo perché a pagare sono i cittadini. A meno che il Parlamento non modifichi il testo, magari vincolando parte delle maggiori entrate a investimenti della Rai in settori strategici per il Paese.

 

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 11, di Maddalena Camera.

I 100 euro del canone Rai? Ecco come spenderli meglio

Con la stessa spesa ci si può abbonare a una serie di servizi alternativi che garantiscono una tv più divertente e di qualità.

Il canone Rai nella bolletta della luce potrebbe diventare il miglior alleato perla diffusione della banda ultralarga. Obbligare tutti i possessori di televisore a pagare 100 euro all’anno per fruire del programmi dell’emittente pubblica potrebbe diventare un boomerang per la tv generalista. Infatti per evitare di pagare basta non avere una tv in casa. E dunque, per vedere non solo gli stessi programmi, dato che Rai trasmette anche via Internet in streaming, ma anche molto altro basta dotarsi di un monitor da collegare in rete anche tramite una console per videogiochi come la Ps4 o la Xbox. Niente di impossibile insomma basta mettere insieme un po’ di hardware che ormai molti hanno già in casa. Così, con gli stessi 100 euro di costo annuale si può vedere molto altro.

Oltre a Sky e Mediaset Premium che quest’ anno offre tutta la Champions League di calcio, ci sono anche altre offerte di tv in streaming. L’accesso alle tv online è regolato geograficamente, perché in stretta relazione con i diritti di trasmissione. Ma ora anche in Italia, con l’arrivo di Netflix il mercato si sta aprendo. Il colosso Usa che conta su 64 milioni di abbonati offre serie tv a tutto tondo. Il vantaggio è che tra una puntata e l’altra possono passare anche pochi minuti. La vera differenza tra i contenuti in streaming e il broadcasting e che i primi sono disponibili «a chiamata» mentre i secondi sono trasmessi a giorni e ore prestabilite. Netflix, che offre un mese di prova gratis, costa circa 8 euro al mese, ossia 96 euro all’anno per l’abbonamento base. Già questo batte in canone Rai. Ma c’è anche molto altro.

A livello italiano ecco Infinity, la tv on demand di Mediaset con oltre 5mila contenuti fra film, serie tv, cartoni e fiction (oltre il 50% in HD), anche in lingua originale. Il prezzo è di 4,99 euro al mese, con i primi 15 giorni gratuiti. C’è anche una parte in pay per view per i film più recenti. Il modello «paga per vedere» è quello scelto da Chili, il servizio on demand creato da Stefano Parisi ex ad di Fastweb. Parisi non teme la concorrenza di Netflix in quanto i film offerti da Chili nella categoria «Prime visioni» sono davvero recenti. Ad esempio c’è anche il nuovo Terminator che costa però non poco, 8,99 euro, ma sempre meno di andare in due al cinema. C’è però anche un’ampia scelta di titoli a 0,99 euro.

Anche Apple si sta attrezzando perla sua versione di smart tv. Il prossimo 30 ottobre arriverà anche in Italia il nuovo decoder Apple TV, che trasforma, con 179 euro, il «monitor» di casa in tv interattiva collegata in rete, con un nuovo telecomando touchpad per la navigazione, e il dialogo diretto vocale per la ricerca dei programmi tramite Siri (per ora non previsto nel nostro Paese). Come al solito l’interfaccia di riferimento per acquistare contenuti è iTunes, ma Apple ha stretto anche accordi con alcuni brand per offrire news, show ed eventi sportivi. Il vero salto di qualità dovrebbe arrivare con il lancio dei servizi a sottoscrizione (si parla di 30-40 dollari al mese), che promette un’ondata di contenuti consistente.

Un altro oggettivo simile è Amazon Fire, che permette anche la visione in 4K ultra Hd costa intorno ai 100 dollari ma non è ancora disponibile in Italia. Sempre a livello di decoder per lo streaming da Internet c’è Roku che tramite la sua scatoletta nera quadrata connessa alla rete naviga sui programmi disponibili su Sky Online per 9,99 al mese. Poi ci sono le offerte in «bundle», ossia contenuti e collegamento alla rete. Il pacchetto Tim-Sky permette di avere un collegamento a banda ultralarga e Sky con un pacchetto a scelta (Cinema, sport o calcio) a 44,9 euro al mese.

 

(Nella foto la statua equestre di Viale Mazzini)