Pubblicato il 24/10/2015, 14:31 | Scritto da La Redazione

Campo Dall’Orto o la Maggioni chi è il vero dg?

Campo Dall’Orto o la Maggioni chi è il vero dg?
Lui, very international, sta pensando a una eterea «direzione creativa». Lei, che mastica da anni pane e Rai, discute concretamente di redazioni giornalistiche, newsroom, nomine di direttori. Lui immagina scenari futuristici come una pay tv pubblica e si lancia in coproduzioni con la modernissima rete Intenet Netflix appena sbarcata in Italia. Lei detta la linea su talk show, pubblicità e palinsesti. Così su Il Giornale.

Rassegna Stampa: Il Giornale, pagina 5, di Laura Rio.

 

Campo Dall’Orto o la Maggioni chi è il vero dg?

Lui, very international, sta pensando a un’eterea «direzione creativa». Lei, che mastica da anni pane e Rai, discute concretamente di redazioni giornalistiche, newsroom, nomine di direttori. Lui immagina scenari futuristici come una pay tv pubblica e si lancia in coproduzioni con la modernissima rete Internet Netflix appena sbarcata in Italia. Lei detta la linea su talk show, pubblicità e palinsesti. Insomma, chi è il dg in Rai? Antonio Campo Dall’Orto o Monica Maggioni? I due professano di andare d’amore e d’accordo. Lei, la presidentessa, assicura di non voler fare guerra al collega, di non tentare di tenersi i poteri che la nuova legge di riforma della Rai in discussione in Parlamento trasferisce al direttore generale, che diventerà amministratore delegato. Però, almeno stando alle dichiarazioni pubbliche dell’una e ai silenzi dell’altro, parrebbe il contrario…

Nell’intervista rilasciata a Repubblica l’altro giorno pareva lei l’ad in pectore: snocciolava soluzioni su ogni problema, anche sul calo degli spettatori giovani e discettava pure sui contenuti di programmi come Affari Tuoi. Del resto, almeno finora, del «cambio diverso» che Campo Dall’Orto dovrebbe dare alla Rai, si è visto poco o nulla. La nomina del responsabile marketing, Cinzia Squadrone, una sua vecchia conoscenza, tale poche cose trapelate e attuate. Certamente, Campo Dall’Orto, low profile per natura e per gli anni vissuti all’ estero, attende di mettere a punto la sua strategia, prima di esporsi. Non è intervenuto neppure nella guerra che ha visto fronteggiarsi le anime televisive della sinistra, con i «barricaderi» di Ballarò e del Tg3 che si son ritrovati martirizzati dai loro ex colleghi di pensiero politico. Del resto, tutti sono con il fucile puntato contro di lui. Appena approvata la legge, dovrà procedere a nominare direttori direte e testata. Se ne parla, forse, a dicembre. Con i nuovi poteri che gli darà Renzi, dovrà dimostrare di non essere renziano. Di lasciare la politica fuori dalla Rai usando una legge che, nella sostanza, assoggetta ancora di più la tv pubblica al governo. Perché se prima la governance Rai (per accordarsi e avere una maggioranza per deliberare in cda) doveva rispondere a tanti partiti, ora il dirigente unico risponderà al premier unico. Insomma, la Maggioni se la ride…