Pubblicato il 22/10/2015, 18:02 | Scritto da Tiziana Leone

MIA: chiude con un ottimo bilancio. L’appuntamento è per l’anno prossimo

MIA: chiude con un ottimo bilancio. L’appuntamento è per l’anno prossimo
Al Festival del Cinema di Roma, Lucia Milazzotto, direttore del Mercato internazionale dell'audiovisivo tira le conclusioni di questa prima edizione, che si chiude con risultati eccellenti. E nella prossima edizione bisognerà fare ancora meglio.

«I risultati ottenuti dal primo Mercato internazionale dell’Audiovisivo sono stati superiori alle nostre aspettative, nato come un progetto collettivo, che ha coinvolto l’industria dell’audiovisivo in prima persona, è riuscito a catturare l’attenzione dei nostri interlocutori internazionali». È raggiante Lucia Milazzotto, direttore del MIA, al termine di questa prima edizione salutata da un successo, che ha già posto le basi per l’anno prossimo. L’obiettivo del mercato era soprattutto quello di creare relazioni tra compratori e venditori, ma anche di far conoscere i prodotti italiani alle industrie straniere. E così è stato: «Abbiamo voluto dare al mercato una sua identità precisa – aggiunge Milazzotto –, ci siamo concentrati sulle relazioni tra i diversi operatori, abbiamo tolto gli stand e qualsiasi barriera tra di loro, volevamo dare il più possibile opportunità di business. Abbiamo presentato un’Italia compatta, con le istituzioni presenti e parti attive dei nostri lavori. Abbiamo cominciato un importante processo e speriamo che i 1.300 visitatori riescano a portare il nostro marchio nel mondo. Non ci sentiamo di essere arrivati, abbiamo appena cominciato, ma siamo pronti per il 2016».

Questi i numeri con cui la Milazzotto chiude la prima edizione del MIA: 1.317 accreditati, 270 visitatori, di cui oltre la metà dai 58 Paesi rappresentati, tra i 546 produttori, 310 buyers, 118 international sales agent e 50 commissioning editor. Forte anche la presenza delle delegazioni istituzionali nazionali e straniere, con 172 rappresentanti. 100 gli audiovisivi proposti sul mercato internazionale, di cui 92 film e 8 serie tv, con 35 anteprime mondiali di mercato. Nel corso degli 82 incontri più di 300 ospiti, scelti tra i protagonisti della scena internazionale dell’audiovisivo, si sono confrontati sul futuro del settore. «In Italia se uno vuol fare qualcosa deve essere longevo – ha scherzato Riccardo Tozzi, presidente di Anica, una delle anime del MIA – Da circa 20 anni c’era il desiderio di recuperare quel che una volta era il Mifed, il primo mercato dell’audiovisivo, distrutto poi nel tempo. L’idea ha preso corpo quest’anno, è andata bene, grazie anche alla splendida location delle terme di Diocleziano: ci ha dimostrato che il Paese sta rinsavendo».

Per Marco Follini, Presidente dell’Associazione produttori televisivi, al MIA l’asticella è stata messa molto in alto, quindi «l’aspettativa per il prossimo anno sarà certamente maggiore», mentre per Piera Detassis, Presidente della Fondazione Cinema per Roma «ha vinto il gioco di squadra, nonostante le litigate». E se la produttrice Veridiana Bixio ha sottolineato l’opportunità offerta dal MIA di creare «sinergia e incontri su tutti gli aspetti produttivi», Andrea Occhipinti, Presidente dei distributori, ha puntato lo sguardo sull’estero: «Un mercato italiano dell’audiovisivo serve per mettere l’audiovisivo italiano in contatto con gli stranieri, il nostro compito è soprattutto quello di internazionalizzare i nostri prodotti».

 

Tiziana Leone

 

(Nell’immagine la locandina del MIA)