Pubblicato il 20/10/2015, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Rai, pubblici gli stipendi dei dirigenti e delle star – Festival di Sanremo: sono 18 i big in gara

Rai, pubblici gli stipendi dei dirigenti e delle star – Festival di Sanremo: sono 18 i big in gara
La norma riguarderà anche i giornalisti e verrà inserita nella riforma che da oggi sarà in aula alla Camera. L'esecutivo accelera e vuole il sì definitivo entro novembre per far scattare i poteri di nomina di Campo Dall'Orto.

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 14, di Annalisa Cuzzocrea.

Rai, pubblici gli stipendi dei dirigenti

La norma riguarderà anche i giornalisti e verrà inserita nella riforma che da oggi sarà in aula alla Camera. L’esecutivo accelera e vuole il sì definitivo entro novembre per far scattare i poteri di nomina di Campo Dall’Orto.

Non sono ancora finite, le modifiche al disegno di legge sulla Rai che oggi comincia il suo cammino o meglio la sua corsa alla Camera dei deputati. L’approvazione definitiva, con l’ultimo passaggio al Senato, è prevista entro novembre. Così Matteo Renzi avrebbe promesso al direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, che da quel momento assumerà gli stessi poteri che la legge dà all’amministratore delegato, compreso quello di nominare i vertici editoriali e spostare i giornalisti. Maria Elena Boschi ha lavorato insieme al sottosegretario con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli e ai due relatori di maggioranza, Vinicio Peluffo e Lorenza Bonaccorsi, a tre emendamenti da presentare oggi stesso. Cambiamenti che nascono dal dibattito in commissione, ma che non basteranno a fermare l’ostruzionismo annunciato dal Movimento 5 Stelle.

Nel primo si ampliano le norme del piano trasparenza: d’ora in poi è la promessa saranno resi noti i compensi di tutti i dirigenti e di chiunque superi la soglia dei 200mila euro annui, giornalisti compresi. È una vecchia battaglia del centrodestra, guidata da Renato Brunetta e Maurizio Gasparri, e dovrebbe servire a rendere ancora più morbida l’opposizione del fronte berlusconiano (che, lamentano i 5 stelle, ha agevolato non poco la velocità impressa al ddl ritirando molti dei suoi emendamenti ). Il secondo cambiamento interviene sulla norma che esonerava la Rai dall’obbligo di sottostare al codice degli appalti per quelli considerati «sotto soglia», al di sotto cioè di un determinato compenso. Contro questa norma, le opposizioni si sono a lungo battute e il governo ha promesso di riformularla: il nuovo testo prevede che la deroga riguardi solo i contratti «collegati, connessi o funzionali ai contratti di produzione». «In parole semplici – spiega un deputato – se devi cambiare in un giorno la scenografia di Unomattina, puoi agire velocemente e senza gara. Se devi fare un intervento più complesso e strutturale, no».

Infine, ci sarà una norma che prevede il lancio di una consultazione pubblica prima del rinnovo della concessione alla Rai. Ma il ministro Boschi sta anche riflettendo sulla richiesta del presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico di far sì che la revoca di un consigliere di amministrazione possa avvenire, su proposta dell’azionista, solo con il parere di almeno due terzi della commissione di Vigilanza Rai. Proprio Fico, finisce nel mirino del Pd per l’intervista a Repubblica in cui chiede che senso abbia pagare il canone in un servizio pubblico occupato dai partiti. «Per coerenza dovrebbe dimettersi», dice il renziano Michele Anzaldi. Mentre secondo Giacomelli «sono parole gravi, non pagare il canone è un reato. I 5 stelle si schierano sempre per l’immobilismo, contro ogni riforma». Ma Fico rilancia: «Questa legge è una vergogna e noi cercheremo di buttarla giù già con la pregiudiziale di costituzionalità. Faremo ostruzionismo, anche se ci hanno detto che metteranno la tagliola e faranno fuori molti dei 300 emendamenti, tutti di merito, che abbiamo preparato. Abbiamo dovuto segnalarne 65 per salvarli, e meno male che a decidere dovrebbe essere la presidente della Camera». Fico accusa il governo di correre «solo per dare a Campo Dall’Orto il potere di nominare i direttori delle due nuove newsroom», quelle che accorperanno le redazioni dei tg esistenti. «È chiaro che più si avvicinano le elezioni accusa più al premier interessa controllare il sistema mediatico. Il direttore generale è uno che faceva la Leopolda con lui, non possiamo fidarci».

 

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 44.

Festival di Sanremo: la formula non cambia, ma i Big scendono a 18

Saranno 18 i cantanti in gara al prossimo Festival di Sanremo, due in meno rispetto all’ultima edizione. Carlo Conti (54 anni) continua sulla linea segnata lo scorso febbraio. E così per il Festival di Sanremo edizione 2016 sono poche le novità che emergono dal Regolamento reso noto ieri dalla Rai. Dopo l’ufficializzazione nei giorni scorsi delle date, dal 9 al 13 febbraio, l’annuncio che i Big saranno 18. I nomi saranno svelati entro domenica 13 dicembre. Probabile che come per la passata edizione Conti che oltre a condurre ricopre anche il ruolo di direttore artistico possa rivelarli su Rai1 (l’anno scorso fu ospite di Massimo Giletti all’Arena).

 

(Nella foto Matteo Renzi)