Pubblicato il 19/10/2015, 15:02 | Scritto da Tiziana Leone

MIA: Discovery è una realtà mondiale, producendo localmente i format di successo

MIA: Discovery è una realtà mondiale, producendo localmente i format di successo
Nel corso del Mercato internazionale dell'Audiovisivo in corso a Roma, le rappresentanti del network americano hanno parlato dell'impatto dei canali nei diversi Paesi del mondo.

La galassia Discovery nel mondo assume diverse sfaccettature, se in Italia funzionano programmi come il Boss delle Cerimonie o Bake Off , in America Latina vanno forti le trasmissioni in cui si costruiscono camion o si sopravvive nella giungla, mentre in Inghilterra spopolano quelle donne che portano al limite estremo il loro concetto di dieta. Dunque Paese che vai, Discovery che trovi. Al MIA, il mercato internazionale dell’Audiovisivo, in corso in questi giorni a Roma, nel corso del panel Discovery: dal tavolo della cucina al dominio globale, Laura Carafoli di Discovery Italia, ha precisato: «Ora in Italia il Gruppo Discovery ha 14 canali, è una situazione che è cambiata molto rapidamente. Sicuramente il genere factual è stato uno straordinario punto di partenza che ha messo le basi del nostro successo. La nostra mission è quella di diffondere in tutto il mondo le produzioni locali». Così un programma come il Boss delle cerimonie è diventato internazionale, a patto però che in ogni Paese trovi la sua identità, un Boss italiano non funzionerebbe in America Latina. In Inghilterra uno dei prodotti di maggior successo si Discovery è Katie Hopkins: my fat story, una sorta di documentario su come questa signora inglese riesca a convincere le donne del suo Paese a mettersi a dieta, affrontando con loro gioie e dolori del cammino tortuoso.

In America Latina piace molto Texas camiones,il racconto di una famiglia di camionisti che ha saputo trasformarsi diventando costruttori ed esportatori di enormi bestioni della strada. In Italia Discovery è appena approdata nella tv generalista con l’acquisizione di Deejay Television, pronta a creare quiz, programmi di approfondimento, talent e fiction: «Vogliamo trasformarlo in un canale neo generalista – ha concluso la Carafoli –. Intanto abbiamo arruolato Pif che per noi realizzerà Boat, una serie di documentari basati su storie vere in onda in seconda serata, ma che siamo pronti a promuovere in prima».

 

Tiziana Leone

 

(Nell’immagine la locandina del MIA)