Pubblicato il 14/10/2015, 13:32 | Scritto da La Redazione
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Preziosi: “Sui diritti tv tutti erano d’accordo e quei soldi sono miei, non di Infront”. Lotito: “Indagato? Non so nulla”

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 55, di Monica Colombo.

“Sui diritti tv tutti erano d’accordo e quei soldi sono miei, non di Infront”

Preziosi: “Ipotizzare che io comandi il calcio con Galliani e Lotito è una bestemmia”.

Presidente Preziosi, venerdì la sede del Genoa è stata perquisita dalla Guardia di Finanza: il sospetto è che abbia ricevuto un finanziamento occulto da Infront per aggirare i controlli della vigilanza. Conferma?

«Non è assolutamente vero. Si tratta di un versamento di 15 milioni effettuato in tre tranche da un mio conto svizzero, regolarmente dichiarato al fisco italiano. Forse non tutti lo sanno ma io da 9 anni sono residente a Lugano. Sono sereno, ho ricevuto un prestito da una società finanziaria che dovrò rimborsare con gli interessi. L’operazione è trasparente ma lascio agli inquirenti il corso delle indagini».

Nel mirino della procura di Milano è finito Marco Bogarelli, a cui si contesta il reato di turbativa d’asta. Ci racconta cosa successe in occasione dell’accordo sulla spartizione dei diritti tv?

«Accadde che a parte la Fiorentina, astenutasi dalla votazione (pur essendo gestita da Infront), tutte le società si espressero a favore».

Eppure lei, Galliani e Lotito siete dipinti come i padroni del calcio italiano …

«Chi ci crede è un pazzo. È ridicolo pensare che 17 presidenti siano nelle mani di sole tre persone. Forse all’interno di un’associazione c’è chi ha più carisma e chi meno ma ipotizzare che Andrea Agnelli faccia quello che dice Preziosi è una bestemmia. Se pure Roma e Juve hanno votato quell’accordo probabilmente avranno avuto la loro convenienza».

Teme che qualche vostro nemico abbia suggerito alle autorità di indagare?

«L’inchiesta non mi sembra casuale, ma lascio lavorare la magistratura competente. Non capisco questo caos o forse lo capisco fin troppo bene».

Senza i soldi di Infront che prospettive avrebbe il calcio italiano?

«Senza i proventi dei diritti tv, non necessariamente di Infront si tornerebbe al mecenatismo. L’85% delle entrate dei club derivano dai diritti tv, se scomparissero sarebbe la morte del calcio. Se al sistema si toglie il miliardo e 200 milioni della tv, il sistema salta. Non ci sono altri scenari».

Avete dato troppi poteri a Infront?

«Guardi io non so se Infront agisce M posizione di monopolio o meno. Se domani arrivasse la società di Nicola Saverio e ci offrisse più quattrini diremmo “grazie, arrivederci” a Bogarelli. In passato la tv Dahlia ci aveva prospettato ponti d’oro e poi è fallita: non abbiamo visto una lira. La Lega ha bisogno di un partner capace di garantire un flusso di denaro e Infront lo è».

Teme ripercussioni dopo questa storia?

«Gli investitori stranieri scappano: io potrei addirittura essere parte lesa in questa vicenda. E triste però che il mondo del calcio venga dipinto come popolato da avventurieri e speculatori. I processi andrebbero fatti nei tribunali, non sui giornali. Sono curioso di aspettare la fine dell’indagine».

Ha una parola di conforto per il suo amico Galliani, a cui la procura di Parma sta dedicando le sue attenzioni?

«Sono esterrefatto, conoscendo Galliani so che non commetterebbe mai un’azione che avesse il minimo sentore di illegalità».

 

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 18, di C.Gu.

Calcio, Lotito nel mirino per i diritti televisivi: “Indagato? Non so nulla”

La procura di Milano vuole chiarire il ruolo di «negoziatore» avuto dal presidente della Lazio nella gara vinta da Mediaset.

C’è anche la telefonata registrata dal dg dell’Ischia Pino Iodice, mentre parla con il presidente della Lazio Claudio Lotito, tra gli atti della Procura di Milano che indaga sui diritti tv del calcio, assegnati la scorsa primavera. Conversazione acquisita qualche tempo fa e nella quale il numero uno della squadra biancoceleste e consigliere della Figc dice, tra le altre cose: «Io quando vado a vendere i diritti televisivi, che abbiamo portato a 1,2 miliardi, sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset».

INCROCI SOCIETARI E proprio partendo da questa registrazione i magistrati stanno cercando di mettere a fuoco il ruolo di presunto «negoziatore» che Lotito avrebbe avuto nella gara. «Non abbiamo avuto alcun atto di nessun genere. Non abbiamo atti, comunicazioni, avvisi da nessuna parte», afferma l’avvocato Gian Michele Gentile, difensore di Lotito. Secondo i pm quella gara sarebbe stata pilotata a favore di Mediaset da parte di Infront. Per questo filone dell’inchiesta il presidente della società che ha fatto da advisor nella negoziazione, Marco Bogarelli, e i consiglieri Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli, assieme a due dirigenti di Rti, Giorgio Giovetti e Marco Giordani, sono indagati per turbativa d’asta e turbata libertà degli incanti. Un capitolo, quello sull’affare dei diritti tv, ancora da approfondire e sviluppare, come viene chiarito in ambiente giudiziari, con indagini su un «network» di soggetti che avrebbero preso accordi e su «incroci», di assetti e partecipazioni societarie.

LE CARTE SEQUESTRATE Un mosaico da ricostruire anche con il supporto le carte sequestrate venerdì scorso, quando sono state perquisite la sede milanese della Lega Calcio, gli uffici di Rti (gruppo Mediaset) e il quartier generale di Bari e Genoa. I presidenti Gianluca Paparesta ed Enrico Preziosi sono indagati, in un secondo filone di indagine, per ostacolo all’attività di vigilanza della Covisoc, la Commissione per il controllo delle società di calcio. Le due squadre, tramite operazioni finanziarie anche strutturate all’estero riconducibili a Infront o a Tax and Finance il cui socio Andrea Baroni è stato arrestato per riciclaggio avrebbero effettuato un intervento di «maquillage» sui bilanci. E ciò, ipotizzano i pm, per superare i controlli della Covisoc mostrando di rientrare nei parametri economici e di equilibrio finanziario richiesti dalla normativa sulle società calcistiche professionistiche. Il Bari, in difficoltà anche per pagare gli stipendi, avrebbe ricevuto da Infront un bonifico da 470mila euro per la sponsorizzazione della sua seconda maglia. Il Genoa, invece, 15 milioni di euro in tre rate. Soldi che sarebbero stati messi a disposizione da Enrico Silva, fondatore di Milan Channel e patron di una società leader della distribuzione a livello mondiale dei diritti tv e sempre da Infront, tramite Tax and Finance. Infront, nel mirino, si difende e sottolinea che a essere indagata «non è la società ma alcuni manager di Infront Italy del cui operato dimostrerà la correttezza sulla presunta contribuzione nei confronti di due squadre e sulla presunta turbativa dell’asta dei diritti tv». Anche Mediaset replica: «La società e i suoi dipendenti «hanno sempre operato nel pieno rispetto delle regole sulla vicenda dell’assegnazione dei diritti tv».

 

(Nella foto Claudio Lotito)