Pubblicato il 30/09/2015, 17:35 | Scritto da Tiziana Leone
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“Cronache di frontiera”: il docu-racconto di Sky Tg24 in cui è difficile scegliere da che parte stare

Regina cerca di sfamare i suoi otto figli con qualsiasi mezzo, Jonas vive da anni in un locale abbandonato e ogni giorno deve difendersi da chi lo vuole cacciare, Agostino combatte con la concorrenza spietata dei cinesi per non chiudere la sua attività, il giovane Tangir studia all’università e cerca l’integrazione nella società in cui è nato, Mattia convertito all’Islam auspica una società migliore, convinto che «l’essenziale basti per vivere». Impossibile restare senza un’opinione e non tifare per l’uno o l’altro dei protagonisti di Cronache di frontiera, l’inchiesta-racconto in onda questa sera mercoledì 30 settembre alle 21.10 su SkyTg24, realizzato nella periferia romana (guarda il video). In quartieri dove la legalità è un punto di vista e la vita scorre tra una lite e l’altra, immigrati e cittadini spesso si ritrovano l’uno contro l’altro, armati perché quel po’ di lavoro che avanza non basta per tutti. Così ascolti gli imprenditori sull’orlo del fallimento che senza mezzi termini accusano: «I cinesi sono subdoli, non li vedi e non li senti, vivono e dormono tutti insieme, lavorano in nero, è concorrenza sleale. Noi non possiamo abbassare i prezzi come loro, abbiamo troppe tasse da pagare».

Poi spunta Memhet, un turco che vive e lavora in Italia che grida: «Gli stranieri non rubano il lavoro a nessuno, sono gli italiani che non hanno voglia di lavorare». Un altro imprenditore se la prende con lo Stato che non aiuta gli italiani, ma paga quotidianamente la sussistenza agli immigrati. «Allora pure io mi butto da un barcone e urlo solo “Finlandia”, perché è lì che vogliono arrivà». La parola passa al giovane ragazzo del Bangladesh, che ha l’accento romano e studia ingegneria: «La vera integrazione ci sarà solo quando la gente smetterà di giudicarti per il colore della pelle. In moschea ho visto arrivare gente pronta ad aggredirci, tra un po’ arrivavano con i forconi come nel Medioevo». Anche Mattia è un ragazzo, è italiano, ma ha scelto di convertirsi all’Islam: «L’essere umano è strano – dice –. Teme Dio, ma lo disobbedisce, odia il diavolo, ma lo segue. L’essenziale basta per vivere». E ora provate a scegliere da che parte stare.

Senza alcuna intermediazione giornalistica o dibattito, Cronache di frontiera, realizzato da FremantleMedia, è semplicemente una narrazione in presa diretta nella periferia romana: le quattro puntate seguono le vite dei dieci protagonisti come in una serie televisiva in cui però non è previsto il lieto fine. Girate nel marzo scorso, le quattro puntate potrebbero essere l’inizio di un racconto da realizzare poi nelle periferie del resto d’Italia. «In Cronache di Frontiera – conclude Andrea Scrosati, executive vice President di Sky Italia – il racconto della realtà, che è l’essenza e la missione più pura del giornalismo, si fonde con un linguaggio visivo innovativo, quasi cinematografico, costruendo il solco di una nuova narrazione, capace di coinvolgere anche quella generazione che cerca un’informazione distante anni luce dai salotti e dai dibattiti, che parla la lingua delle immagini e della realtà che ci circonda».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto un immagine di Cronache di frontiera)