Pubblicato il 25/09/2015, 13:32 | Scritto da La Redazione

Bolloré davanti al Csa per le accuse di censura – Gioco delle torri Inwit si sposerà con Cellnex per un miliardo di buone ragioni

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 34, di R. Fi.

Bolloré davanti al Csa per le accuse di censura

Il finanziere respinge gli addebiti e promette altri investimenti su Canal Plus.

Vincent Bollore è stato sentito ieri dal Csa, consiglio superiore dell’audiovisivo francese, sul rispetto dell’indipendenza dell’informazione di Canal Plus, dopo che un collettivo di giornalisti e la Societe civile des auteurs multimedia (Scam) hanno sollevato l’accusa di censura su alcuni reportage scomodi. L’imprenditore francese, presidente e primo azionista di Vivendi, cui fa capo Canal Plus, si è impegnato a costituire un «comitato etico per garantire sotto il controllo del Csa l’indipendenza editoriale e di informazione». Nel corso dell’audizione Bolloré è stato interrogato anche sui bruschi cambiamenti di dirigenti avvenuti in tutte le catene tv del gruppo Vivendi la scorsa estate e sul trasferimento del programma satirico Guignol dalla tv in chiaro a quella criptata. Davanti al Csa, il finanziere bretone avrebbe respinto le accuse spiegando di avere messo alla porta i manager che non avevano saputo anticipare la concorrenza. Bolloré ha assicurato che Vivendi intende aumentare «in modo significativo» gli investimenti in Canal Plus. Il Csa creerà invece “un gruppo di lavoro” per esaminare le conseguenze dei cambiamenti introdotti da Bolloré.

 

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 36, di Sara Beivnewitz.

Gioco delle torri Inwit si sposerà con Cellnex per un miliardo di buone ragioni

Le sinergie tra i due gruppi infrastrutturali alla base dell’accordo con Telecom.

In tempi d’incertezza, capita che sullo scacchiere dei mercati la torre valga più della regina. E così Inwit (+26% dalla quotazione di giugno) attragga l’interesse degli investitori più della controllante Telecom Italia, ed Ei Towers più della controllante Mediaset. Spiegazione: le torri, siano delle telecomunicazioni o delle tv, godono di contratti pluriennali, distribuiscono dividendi, hanno flussi di cassa certi e (spesso) in crescita. Per gli investitori sono torri sotto cui ripararsi dalle intemperie dei mercati, appesi a variabili come i tassi Usa o l’economia cinese. Inoltre, a differenza di altre reti come quella del gas di Snam e dell’energia di Terna, le torri di trasmissione non hanno (ancora) un regolatore che impone tariffe e fissa paletti, ma si basano su contratti tra privati. Dove tra offerente e fruitore del servizio c’è uno stretto rapporto di familiarità e poche chance di disdetta.

Fatto sta che Telecom Italia, nell’ambito della sua strategia come fatto da altri operatori del settore, ha deciso che Inwit può essere venduta e si appresta a farlo nel miglior modo e al miglior prezzo possibile. In quest’ottica, il candidato ideale è la spagnola Cellnex, che avendo rilevato già le torri di Atlantia e Wind, può creare un miliardo di euro di sinergie rilevando un gruppo che in Borsa ne vale 2,67. Ma già qualcuno ha invocato la golden power, che potrebbe impedire al gruppo spagnolo di diventare leader di questa infrastruttura. Solo che in un contesto europeo e guardando all’azionariato di Telecom dove fino a ieri il primo socio era la spagnola Telefonica e oggi è la francese Vivendi fare distinzioni di passaporto sarebbe singolare. Pare inoltre difficile spiegare a Cellnex, che ha potuto comprare le torri di Wind e che nei prossimi mesi potrà gareggiare per quelle di 3 che saranno messe all’asta dopo l’integrazione con il gruppo guidato da Maximo Ibarra, ma non potrà fare un’offerta per quelle di Telecom. Anzi, stringere prima un accordo tra Inwit e Cellnex, permetterebbe ai due gruppi di non dover gareggiare contro ma insieme quando infrastrutture come queste saranno messe all’asta.

 

(Nella foto Vincent Bollorè)