Pubblicato il 15/09/2015, 15:35 | Scritto da Emanuele Bruno
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Auditel, quando diventerai moderna e attendibile?

Auditel, quando diventerai moderna e attendibile?
Il mondo televisivo cambia alla velocità della luce, ma il sistema di rilevazione rimane immobile su concetti ormai obsoleti. E con l’autunno caldo che ci aspetta con la guerra delle generaliste, forse, sarebbe il caso di darsi una mossa.

La rilevazione dei meter è ancora sotto esame. Del resto nella sua storia è stata costante oggetto di polemiche e dibattito. Auditel è stata negli anni accusata di ingessare il sistema, di favorire gli oligopoli, di non riuscire a cambiare con la stessa velocità del sistema dei media e delle abitudini di fruizione dei telespettatori. A Pasqua di quest’anno sembrava scoppiata la pace. Si era sancito l’allargamento del cda a Sky e Discovery, l’innalzamento del numero dei rappresentanti della componente del mercato dentro il consiglio, con Upa e Assocom che così pareggiavano la quota degli editori e annacquavano la spiacevole situazione per cui coincidevano rilevatore e rilevato; veniva inoltre costituito un Comitato di controllo rischi e corporate governance, con l’apporto di tre membri esterni e indipendenti, varata la nuova ricerca di base e definita la data di arrivo in porto del progetto Superpanel.

Era così stato stabilito che entro luglio del 2016 sarebbe stata cosa fatta il nuovo campione allargato, forte di diecimila nuove famiglie aggiunte alle 5.700 attuali. E si era pure deciso di affrontare nel più breve tempo possibile gli endemici problemi rimasti inevasi: l’ascolto fuori casa, quello differito e quello – sempre più rilevante, specie sulle piattaforme più avanzate – fruito attraverso device diversi dallo schermo video (computer, ma anche tablet e smartphone). Ebbene, Auditel ha annunciato da tempo di avere iniziato ad affrontare il problema, analizzando i test condotti nei Paesi in cui l’ascolto multipiattaforma è già una realtà. Ma poi l’accelerazione che tutti si aspettavano, una volta iniziata la nuova era politica, non c’è ancora stata. Così a monitorare questo incandescente autunno tv permane il vecchio sistema. La televisione e il mondo dei media in questi ultimi mesi non si sono fermati in surplace.

E così pare proprio strano che ci siano ancora i soliti meter a leggere cosa accade, mentre è in pieno svolgimento una vera e propria rivoluzione. I moti in corso? In primis la guerra tra Mediaset e Sky, che ora coinvolge sia le piattaforme pay, che l’ascolto in chiaro, dopo che il gruppo di Rupert Murdoch si è assicurato l’ottavo posto del digitale terrestre, attraverso l’acquisizione di Mtv, e offre free anche SkyTg24 e Cielo. C’è poi la spinta del Gruppo Discovery, che ha rilanciato la sua rimonta sui big acquisendo, oltre al controllo di Eurosport, anche DeeJay dal Gruppo l’Espresso, assicurandosi quindi il nono canale del Dtt. E poi c’è tutto il versante Ott e smart tv.  Sta per esordire Netflix, esistono da tempo le proposte di questa tipologia sia di Sky che di Cologno Monzese. Telecom, poi, ora offre via fibra sia l’offerta della pay satellitare che quella di Premium. Senza contare che la Vodafone Tv rilancia (pagando il famoso retrasmission fee) anche i canali free del Biscione e non c’è dubbio che ora si metteranno in corsa su questo fronte anche gli altri player del mobile. Così la domanda è lecita: quanto c’è ancora da aspettare per vedere da Auditel qualcosa di concreto e moderno?

 

Emanuele Bruno

 

(Nell’immagine il logo Auditel)