Pubblicato il 12/09/2015, 12:01 | Scritto da La Redazione
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La Rai si prepara al debutto con la tv sul mercato cinese

La Rai si prepara al debutto con la tv sul mercato cinese
Uno degli obiettivi degli incontri della delegazioni italiana con il Sarft (il potente State Administration of Radio, Film, Television, Press and Publication) è quello di attivare organismi bilaterali permanenti di coordinamento dei progetti promossi da Italia e Cina. Il piatto più "appetitoso" della visita sarà però la richiesta dell'Italia di autorizzare le trasmissioni della Rai, doppiate o sottotitolate, in Cina.

 

Rassegna Stampa: Il Sole24Ore, pagina 9, di Marco Mele

 

Media. Visita a Pechino e Shanghai

La Rai si prepara al debutto con la tv sul mercato cinese

 

Rai, la Cina è vicina. Il ministero dello Sviluppo, con il responsabile delle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, si recherà tra dieci giorni a Pechino e Shanghai, per siglare una serie di accordi riguardanti le co-produzioni televisive, cinematografiche ed editoriali con una delegazione della quale fanno parte dirigenti Rai e delle associazioni dei produttori di cinema e di fiction. Uno degli obiettivi degli incontri della delegazioni italiana con il Sarft (il potente State Administration of Radio, Film, Television, Press and Publication) è quello di attivare organismi bilaterali permanenti di coordinamento dei progetti promossi da Italia e Cina. Il piatto più “appetitoso” della visita sarà però la richiesta dell’Italia di autorizzare le trasmissioni della Rai, doppiate o sottotitolate, in Cina. Con le linee guida approvate dal Consiglio dei ministri il 27 marzo scorso e, in particolare, con la nuova concessione che sarà siglata nel maggio 2016, il servizio pubblico nazionale avrà il mandato di acquisire un profilo internazionale, anche attraverso la produzione di programmi in lingua inglese e di trainare l’industria audiovisiva nazionale rafforzando la sua presenza all’estero, per far crescere la produzione indipendente e promuovere l’industria del made in Italy. Le trasmissioni, su un mercato dove ci sono un miliardo di smartphone, è un tassello fondamentale di questa nuova missione che il Governo ha dato al nuovo vertice della Rai. Nel giugno 2014 sono stati fumati i regolamenti attuativi dell’accordo di coproduzione cinematografica e audiovisiva tra Italia e Cina, grazie al quale ogni film o documentario (per la sale, per la tv o per il Web) coprodotto avrà la doppia nazionalità e potrà quindi accedere ai benefici fiscali e agli incentivi pubblici messi a disposizione dai rispettivi governi. La richiesta al Sarft per autorizzare le trasmissioni della Rai in Cina non è mai stata avanzata dal nostro Paese. In Cina già trasmettono, tra gli altri BBC WorldNews, CNBCAsia, Home BoxOffice, la pay tv statunitense, Eurosport, Bloomberg Tv). L’obiettivo del Ministero dello Sviluppo, in particolare, è quello di valorizzare la fiction e il cinema sia della Rai sia dei privati sul video-on-demand, una piattaforma in forte espansione sul mercato cinese. Antonello Giacomelli, a proposito di rilancio dell’industria audiovisiva nazionale, ha sottolineato ieri come non vi sia alcuna intenzione del Governo, con la prossima legge di stabilità, di imporre una tassa di scopo ad operatori internazionali presenti o in procinto di arrivare sul nostro mercato, come Google e Netflix. La proposta uscita da un tavolo di consultazione tra i ministeri dello Sviluppo e delle Attività culturali si articola in diverse misure, come quella di un tax credit di maggiore entità in caso dico-produzioni con l’estero o di vendite su altri mercati. Saranno ridottele deroghe ai canali televisivi sulle quota di prodotto europeo o italiano (a Netflix sarà chiesto di rispettare la quota di investimenti in prodotto europeo), ma le quota saranno riviste, basate non più in percentuale sul fatturato, ma sul budget di programmazione. Sarà rivista anche la cessione dei diritti alle televisioni delle produzioni nazionali, fissando un minimo e un massimo di quelli acquisibili dalle reti, in modo da lasciare una quota di capitale di rischio, con i relativi diritti, al produttore, con la volontà di premiare quest’ultimo per il successo di ascolti di una fiction.