Pubblicato il 05/09/2015, 15:05 | Scritto da Hannibal

Toto-direttori Rai: Romano, Dallatana, Vaccarono, Ventura, Di Iorio, Di Lazzaro, Montagna, Saba, Pisoni e Carafoli

Toto-direttori Rai: Romano, Dallatana, Vaccarono, Ventura, Di Iorio, Di Lazzaro, Montagna, Saba, Pisoni e Carafoli
La presidentessa Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto devono scegliere i vertici di Rai 1, Rai 2 e Rai 3. Questi i nostri favoriti, manager competenti e preparati, non schierati politicamente. E quindi perdenti.

Un direttore generale Rai che nella sua prima intervista ufficiale, su Il Foglio (leggi qui), cita Vice e Buzzfeed avrà dato parecchio da googolare ai dipendenti di Viale Mazzini. Se tutti i 13mila impiegatii della tv di Stato sono andati a vedere di cosa stesse parlando il dg, i contatti dei due magazine online saranno esplosi. Come abbiamo già detto su TvZoom (leggi qui), le parole d’ordine usate da Antonio Campo Dall’Orto non sono state molto diverse da quelle dei suoi predecessori, certo, ma quando lui parla di Vice e Buzzfeed, appunto, almeno abbiamo la consapevolezza che non sia un testo scritto da uno spin doctor, ma che abbia perfettamente chiaro il significato di una distribuzione digitale al giorno d’oggi. Anche se ha dichiarato che prima di definire le nomine vuole dare una linea editoriale e industriale chiara, è evidente che tutto passa dalle scelte dei dirigenti. Antonio Campo Dall’Orto è un uomo ambizioso, nell’accezione più sana del termine, e allora di ambiziosi dovrebbe circondarsi. Ma chi sarebbero i candidati a direttori di rete della Rai se la Rai non fosse condizionata dal potere politico? Si potrebbero fare nomi senza subire i condizionamenti dei partiti, delle lobbies, dei critici frustrati e delle testate giornalistiche? Ipotizziamo noi, nel solito gioco dei Totonomi, rete per rete i possibili neo direttori, scegliendoli semplicemente per le loro competenze. Come se l’attitudine principale dovesse essere il merito. Sì, lo sappiamo, è fantapolitica, ma tanto è un gioco. Per ogni canale un uomo e donna che ci piacciono.

RAI 1: all’ammiraglia di Viale Mazzini servirebbe un direttore che abbia una duplice competenza. Innanzitutto che sappia fare intrattenimento e nello stesso tempo che abbia accumulato un’esperienza tale da provare a ringiovanire il pubblico, ormai ultra sessantacinquenne del canale. Dovrebbe essere un direttore capace di rifondare il day time, lanciare nuovi programmi di prima serata (quelli in onda ormai sono scaduti da dieci anni), e sperimentare seconde serate di vero approfondimento. Il bilancio su Giancarlo Leone è ovviamente negativo, salvato da Carlo Conti con il Festival di Sanremo e con Tale Quale Show: per il resto una sequela di flop. I nostri candidati “ideali” potrebbero invece essere Pasquale Romano, Ilaria Dallatana e Fabio Vaccarono. Il primo è l’inventore della suora canterina da 75 milioni di visualizzazioni su Youtube, autore e produttore di The Voice of Italy su tutti. La seconda è una grande esperta di televisione generalista, numero uno di Magnolia per molti anni, oggi consulente di lusso in Mediaset. Il terzo, invece, ha un profilo diverso: attuale country director di Google Italia, se affiancato da capistruttura competenti di prodotto potrebbe far fare un balzo in avanti all’ammiraglia dal punto di vista industriale. Per Rai 1, poi, ci sarebbe anche un outsider suggestiva: Simona Ventura. Donna di televisione, imprenditrice, aggiornata sul digitale e dal forte carisma mediatico.

RAI 2: è la rete giovane e allora non può non fare i conti con Internet e con tutto quello che ne consegue. Deve diventare più social e più virale, se vuole allargare il suo pubblico e non rimanere chiusa ai quarantenni. Angelo Teodoli, tra i direttori di rete nominati dalla precedente gestione, è sicuramente quello che ha fatto meglio, riposizionando il canale, dandogli finalmente un’anima e una mission chiara, lanciando titoli di grande successo: The Voice of Italy e Pechino Express. Se si volesse cambiare, pur mantenendo continuità con il lavoro degli ultimi tre anni, un candidato papabile potrebbe essere Fabio Di Iorio, oggi capostruttura, con un eccellente passato da autore. Se invece si volesse cambiare totalmente registro, le nostre scelta potrebbero cadere su Antonella Di Lazzaro, cresciuta a Mtv e oggi a Twitter; e su Lorenzo Montagna, attuale amministratore delegato di Yahoo! Italia, con un passato in Publitalia. Questi ultimi due potrebbero incarnare perfettamente il profilo disegnato da Campo Dall’Orto tra passato e futuro attraverso il digitale.

RAI 3: l’attuale direttore Andrea Vianello è probabilmente quello che ha fatto peggio, sbagliando quasi ogni mossa, mantenuto a galla da titoli storici come Chi l’ha visto?, Report, ma dimezzando la dote di Ballarò. Alla rete serve un direttore che abbia esperienza di factual, che elimini dai suoi programmi gli studi televisivi (a parte i brand sopracitati), che sperimenti una nuova comicità e una nuova satira. Insomma, che riporti Rai 3 al suo ruolo naturale di avanguardia culturale. Anche qui tre candidati, molto diversi tra loro: Alessandro Saba, Laura Carafoli e Roberto Pisoni. Il primo è l’attuale vicedirettore di Italia 1, allievo di Umberto Eco e Maurizio Costanzo. La seconda è l’anima di Discovery, brava a fare buoni programmi a budget contenuti. Il terzo è il direttore che in tre anni ha lanciato Sky Arte come canale cult e punto di riferimento della cultura e dell’arte in Italia, due risorse fondamentali del nostro Paese, ormai sottovalutate dalla tv di Stato.

Questi secondo noi sono i nomi migliori per il rilancio della Rai, per dare una vera sferzata di cambiamento, di modernizzazione. Purtroppo, però, sappiamo che questi manager non fanno parte di correnti politiche, non hanno santi protettori a Palazzo, sono solo ottimi professionisti, e quindi non verranno mai designati. Però è bello sognare…

 

Hannibal

 

(Nella foto Monica Maggioni e Antonio Campo Dall’Orto)