Pubblicato il 01/09/2015, 15:02 | Scritto da La Redazione
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Rai: domani il Cda per i benefit dei consiglieri. Serena Dandini silurata da Radio 2

Rassegna stampa: Libero, pagina 9, di E.P.

Rivoluzione Renzi: in Rai comandano i partiti

La lotta per arrivare al settimo piano di viale Mazzini. Domani si riunisce il nuovo cda della tv di Stato: sul piatto auto blu, stanze con segretaria e più poteri sulle scelte.

Sì, d’accordo il canone, la qualità dei programmi, la direzione dei telegiornali e la sordina ai talk show (il prodotto televisivo più odiato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi), ma il vero cruccio di buona parte dei nuovi consiglieri di amministrazione della Rai è la logistica, oltre che il compenso. E non fatevi ingannare dalla rotondità del termine, dato che dietro a quella parola si nascondono oggetti molto più «banali», tipo una stanza con segreteria annessa, ovviamente al settimo piano di viale Mazzini, sede della dirigenza della tv di Stato. E poi, spending review permettendo, l’uso dell’auto blu e, magari, anche un telefono aziendale. Comunicare è importante, soprattutto se devi amministrare un’azienda che entra nelle case degli italiani. Benefit a parte è del tutto evidente che dietro a questa battaglia se ne cela un’altra, molto più sottile, ma dagli effetti devastanti.

Il nuovo consiglio di amministrazione punta a far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta principale, ovvero il pieno controllo dei partiti sulla Rai. L’ufficio in centro non risponde certo a una logica strumentale, ma a esigenza funzionale. Tramite quel luogo fisico puoi controllare l’attività del vertice, dunque della Rai. Un bel modo per riportare indietro le lancette della storia quando, sia pur con molte difficoltà, erano state allineate ai tempi che corrono. Di tutto questo, ma non solo, parleranno i vertici della Rai in occasione del consiglio di amministrazione convocato per domattina alle nove. Ufficialmente all’ordine del giorno ci sono le deleghe da assegnare al presidente, Monica Maggioni, e al direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, ma è del tutto evidente che il nodo della logistica entrerà dalla porta di servizio per uscire dall’ingresso principale, qualunque sia la decisione finale. A quel punto sapremo se le stanze del settimo piano di viale Mazzini saranno nuovamente assegnate ai consiglieri o no. La linea indicata dal premier al neo direttore generale sarebbe quella di restare su quanto scelto dal precedente consiglio di amministrazione che aveva assegnato al presidente e al direttore generale un potere assoluto, ovvero libertà di firma sui contratti fino a 10 milioni di euro, vera anticipazione della riforma che verrà.

I nuovi membri del board aziendale, in particolare quelli di area renziana, vorrebbero «limare» questo potere, in modo da ridare funzione al consiglio di amministrazione e, con esso, alla politica. Da qui la guerra preventiva dei neo consiglieri. I quali, in queste ore, hanno incrociato idee e opinioni con tutti, in modo da definire una strategia. L’idea di fare «il turista a viale Mazzini» in occasione delle sedute del consiglio di amministrazione, come dice a Libero un amministratore che preferisce restare nell’ombra sino alla seduta di domani, non piace a nessuno. Eppure in nessun altra grande azienda di Stato i consiglieri godono di benefit simili, a partire proprio dall’ufficio dotato di segreteria. A tracciare la linea sulla quale si gioca lo scontro è stata la battuta circolata nei giorni scorsi secondo la quale i consiglieri non intendono essere «dei passacarte e niente può essere considerato automatico». «Io non faccio guerre preventive», dice Franco Siddi, «anche perché sono sempre per la pace, mercoledì ne parleremo in Cda, vediamo cosa accadrà», chiosa Siddi. Pragmatico Arturo Diaconale. «Questo cda non è frutto del caso, ma è figlio della politica, dunque altamente rappresentativo», afferma il consigliere, «e dato che lo Statuto assegna al cda compiti molto importanti mi sembra normale che questo organo disponga degli strumenti adeguati». E.P.

 

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 6, di Laura Rio.

Dandini “Stai serena”. E infatti la Rai le chiude il programma

Vabbè, questa volta se l’è proprio cercata. Intitolare una trasmissione Stai serena è come scavarsi la fossa da soli. Serena Dandini, che vive di ironia, aveva battezzato simpaticamente il suo rientro in Rai con un richiamo al famoso tweet di Renzi, quell’«Enrico, stai sereno» lanciato poco prima della caduta dell’allora premier Letta. E, nel suo piccolo, anche il programma radiofonico della conduttrice se ne va in soffitta, dopo solo un anno di vita. Avrebbe dovuto ripartire nei prossimi giorni su Radio2, e invece il contratto non è stato rinnovato. Il sito Dagospia, che ieri ha dato l’annuncio, rivela che la motivazione della chiusura andrebbe cercata nei bassi ascolti riscontrati a fronte di presunti alti costi. Dalle parti di viale Mazzini, invece, si spiega che la conduttrice ha altri impegni per i prossimi mesi, il teatro e un nuovo libro, che non le lasciano abbastanza tempo per affrontare una trasmissione quotidiana. Sia come sia, il programma, che è andato in onda dallo scorso settembre il pomeriggio su Radio2 e in cui la Dandini, con il suo consueto stile, incontrava personaggi dello spettacolo, della cultura e dello sport, non ha particolarrnente brillato. Dunque si è deciso di non replicare l’esperienza.

Del resto, la stessa conduttrice, l’aveva messo in conto. Aveva detto allegramente a Repubblica nell’intervista di lancio del programma: «Il titolo è scaramantico: sono già pronta al defenestramento». Lei, agli addii, ormai ci ha fatto l’abitudine: chiuso in maniera traumatica Parla con me di Rai 3 dopo le forti polemiche politiche, il passaggio a La7 non era stato per nulla esaltante e il suo show soppresso alla prima stagione. L’anno scorso il rientro in Rai, non in televisione, ma in radio. «Sto rifacendo pace con la Rai», aveva detto. Pace fatta, ma stanze separate.

 

(Nella foto Serena Dandini)