Pubblicato il 28/08/2015, 14:05 | Scritto da La Redazione
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Rassegna stampa – Carlo Freccero: “Quella sera in cui Dell’Utri mi sfrattò dalla Rai”

Rassegna stampa – Carlo Freccero: “Quella sera in cui Dell’Utri mi sfrattò dalla Rai”
Una notte ricevo una telefonata: “Sono Silvio Berlusconi, fermi la parodia di Bossi”. Non ho mai saputo se fosse davvero lui.

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 7, di Luca De Carolis.

Carlo Freccero: “Quella sera in cui Dell’Utri mi sfrattò dalla Rai”

Una notte ricevo una telefonata: “Sono Silvio Berlusconi, fermi la parodia di Bossi”. Non ho mai saputo se fosse davvero lui.

“Lo specchio di quegli anni è la prima pagina del Fatto di oggi (ieri, ndr). Su otto antiberlusconiani non c’è neppure un politico: e questo spiega molto”. Il neo consigliere del cda Rai, Carlo Freccero, fu uno dei grandi epurati da viale Mazzini, reo di dare spazio a voci sulla lista nera del Caimano.

Perché Renzi equipara berlusconismo e antiberlusconismo?

Perché nella sua ottica opporsi a B. è stato come opporsi alle riforme. Non a caso, il vero esordio da presidente del Consiglio lo ha fatto con il patto del Nazareno. Il problema è se queste riforme hanno fatto e fanno bene al Paese. E il passo successivo è ammettere che la sinistra ha accettato il berlusconismo e il suo liberismo esasperato, cercando di trarne frutti. Si sono opposti solo di fronte agli eccessi.

Non fecero granché quando scoppiò la bufera per la puntata di Satirycon del 14 marzo 2001,in cui su Rai 2 Daniele Luttazzi intervistò Marco Travaglio su L’odore dei soldi, il libro che raccontava l’origine dell’impero di Berlusconi. Lei era il direttore di rete…

Da sinistra non solo non mi difesero, ma mi boicottarono. Mi ricordò che assieme a Michele Santoro invitammo l’allora premier di centrosinistra Giuliano Amato all’ultima puntata de il Raggio Verde. Rifiutò sdegnato: “In quella rete non metto piede”.

Era diventato un paria.

La notte stessa della puntata di Satirycon i consiglieri Rai si scatenarono contro di me. L’allora presidente della Vigilanza, Mario Landolfi di An, fece una nota verso mezzanotte: “Freccero va allontanato e il programmava subito chiuso”. Il primo comunicato a mia difesa arrivò solo la mattina dopo, da Articolo 21.

Ore complicate.

Mi telefonarono gli amici, tutti: “Carlo, dopo questa non ti faranno più lavorare in tv”.

Raccontano che ai piani alti ci fosse grande irritazione anche per le imitazioni del programma satirico L’Ottavo Nano. Conferma?

Una sera ricevetti una telefonata: “Scusi tanto, sono Silvio Berlusconi, non dovete più fare la parodia di Bossi, è troppo”. Si riferiva a Corrado Guzzanti che lo imitava nei panni di Hannibal Lecter, il cannibale de il Silenzio degli innocenti.

E lei che rispose?

Fui secco: “Figuriamoci se dico a Guzzanti di interrompere quella splendida parodia”. Attaccò subito. Ma devo essere onesto: non sono certo che fosse davvero Berlusconi.

Non provò a richiamare quel numero?

No, e neanche chiesi informazioni. Finì così. Sono rimasto con il dubbio.

Nessun contatto certo con Berlusconi in quegli anni?

Mai. Ma sapevo che il mio destino era segnato.

Qualcuno glielo disse in faccia?

Le racconto un altro episodio. Luglio 2001, mi trovo a cena in un noto ristorante romano con Marco Giusti e Thomas Torelli per discutere del documentario Bella Ciao. A un tratto vedo entrare Marcello Dell’Utri. Lui mi nota, poi si avvicina all’oste e gli dice: “È inutile che Freccero si affanni a lavorare, tra pochi mesi lo manderanno via dalla Rai”.

Previsione azzeccata.

Mi cacciarono a inizio 2002. Agostino Saccà, appena arrivato, non volle neppure ricevermi. E per cinque anni dovetti stare lontano dalla Rai. Mi recuperò Adriano Celentano, e gliene sono ancora molto grato. Facemmo assieme Rockpolitik.

Un successo.

Enorme. Approfittammo del fatto che c’era un direttore generale provvisorio, e quindi eravamo più liberi. Ma l’allora direttore di Rai 1, Fabrizio Del Noce, disse che non era responsabile dei contenuti del programma.

Ora è nel cda di viale Mazzini. Alla Rai vede lo stesso servilismo verso Renzi di quello verso il Berlusconi che fu?

Tale e quale.

Sincero: non teme di essere fatto fuori in tempi brevi?

È un timore che ho avuto. La mia difesa saranno il lavoro sui dossier e la trasparenza. Diffonderò tutte le notizie che riterrò necessario, a eccezione delle informazioni di politica industriale che vanno preservate. Sarà il mio scudo.

 

(Nella foto Carlo Freccero)