Pubblicato il 23/08/2015, 13:04 | Scritto da Carlo G. Lanzi

Vittorio Brumotti, inviato di ‘Striscia la notizia’: “Mi hanno aggredito con un tirapugni, rischio la carriera”

Vittorio Brumotti, inviato di ‘Striscia la notizia’: “Mi hanno aggredito con un tirapugni, rischio la carriera”
Il campione di bike trial racconta per la prima volta cosa gli è successo in Liguria lunedì scorso, durante un allenamento in bicicletta in compagnia del padre.

Lunedì scorso, in Liguria, il campione di bike trial, Vittorio Brumotti, è stato aggredito mentre si stava allenando con il padre. In seguito all’aggressione, l’inviato di Striscia la Notizia è stato operato all’occhio destro. Ecco, per la prima volta, cosa dice sull’episodio:

«Ho letto con profondo rammarico e amarezza le dichiarazioni rese dagli aggressori per mezzo del loro avvocato in vari organi di stampa. Non solo non ammettono le loro colpe, come avevo chiesto apertamente per tentare di svelenire una situazione che ha dell’incredibile e che poteva concludersi ancor peggio per me e i miei compagni di allenamento, con il rischio di sfociare in pericolose reazioni xenofobe, ma tentano di “nascondersi” dietro a una rissa mai avvenuta. La realtà, come dimostrano i video e i numerosi testimoni dell’accaduto, è una sola: io, mio padre e i due amici che erano con noi durante l’allenamento di martedì siamo stati aggrediti selvaggiamente e immotivatamente da due brutali soggetti, coadiuvati poi da una terza di sesso femminile, che mi ha colpito al petto mentre ero a terra inerme.

Gli aggressori, non solo non hanno avuto remore a ridurmi nello stato in cui sono, con il serio e concreto rischio di compromettere definitivamente la mia carriera, ma prima ancora — fatto esemplare ed evidente delle loro intenzioni — hanno sbarrato la strada alla macchina che ci faceva da safety car per aggredire con incomprensibile ed ingiustificata ferocia il suo conducente. L’intervento mio e di mio padre per evitare il peggio al conducente è stato evidentemente di stimolo agli aggressori per dare ulteriore sfogo alla loro brutalità, confermata dall’utilizzo di un corpo contundente — verosimilmente un tirapugni — da parte di uno dei due che nel colpirmi ripetutamente, mi ha sfondato la parete orbitale dell’occhio destro.

Se non fosse stato per i caschetti che portiamo in allenamento, rimasti scalfiti dai terribili colpi, oggi probabilmente non saremmo qui né io, né tantomeno mio padre, a raccontare la vera storia di una tanto brutale, quanto inspiegabile, aggressione. Preso atto dei soggetti che ci hanno aggredito, non resta altro che dare mandato all’avvocato Giovanni Maglione di Alassio affinché tuteli nelle competenti sedi me, mio padre e i due compagni di allenamento — rimasti tutti vittima della ferocia di individui senza scrupoli — per chiedere non solo la condanna dei colpevoli, ma anche il risarcimento dei gravissimi danni subiti».

 

(Nella foto Vittorio Brumotti dopo l’aggressione)