Pubblicato il 21/08/2015, 18:03 | Scritto da Alfio Rossi
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Speciale “Lupin III”: la sfida a Renzi, Berlusconi e Veronica Lario? Politici, mafiosi ed ereditiere nella nuova serie

Speciale “Lupin III”: la sfida a Renzi, Berlusconi e Veronica Lario? Politici, mafiosi ed ereditiere nella nuova serie
Trapelano le prime indiscrezioni sugli episodi del cartoon, ambientati in Italia, in onda dal 30 agosto su Italia 1 in anteprima mondiale. Ecco cosa ci aspetta, con qualche chicca in esclusiva.

In una chiesa sconsacrata è in corso un summit tra killer professionisti. “Chi è quello?” chiede uno dei sicari. “È Leopoldo Fago, politico italiano emergente, salvatore della patria e futuro presidente, stando ai sondaggi”. Dopo averlo visto infervorarsi e dare ordini, il sicario che aveva chiesto chi fosse Fago, sbotta: “Basta con questi politici che fanno affari con la criminalità organizzata!”. Il dialogo non è il frutto di un’intercettazione ambientale, né di una docufiction come quelle tragicomiche dei talk show di Michele Santoro, ma la scena d’apertura della puntata dal titolo Requiem per gli assassini, che fa parte della nuova serie di Lupin III, in anteprima mondiale su Italia 1 dal 30 agosto tutte le domeniche in seconda serata. Ogni riferimento a Matteo Renzi è puramente casuale e chissà cosa avrebbe detto al Primo Ministro giapponese Shinzo Abe ­ da lui incontrato all’inizio di agosto a Tokyo ­ se avesse saputo lo scherzetto che gli ha combinato Kazuhide Tomonaga, supervisore creativo della serie con protagonista il ladro gentiluomo, ambientata questa volta proprio nel Belpaese e nella Repubblica di San Marino.

Già a metà luglio Renato Franco sul Corriere della Sera aveva messo in guardia nella sua anticipazione i polemisti in servizio permanente effettivo sul ritratto negativo dell’Italia, che uscirebbe fuori dalla serie: calcio scommesse, doping, mafia e colletti bianchi, logge e loggette massoniche, il tutto nelle “splendide cornici” di Roma, Firenze, Venezia dove Lupin mangia pizza, guida sempre su strade deserte (ciao còre), insegue e si fa inseguire da donne capricciose e criminali troppo mammoni. È doveroso, a questo punto, ricordare che si tratta solo di un cartone animato ­ o anime, come si chiamano più correttamente ­ tra i più famosi al mondo e che l’Italia è da sempre uno dei Paesi più amati e meta turistica obbligata, assieme a Francia e Stati Uniti, dai cittadini del Sol Levante. Certo, non aiuta sapere che in un’altra puntata dal titolo Fino al tramonto della Luna Piena il protagonista fa di cognome Gotti, come il famoso mafioso italo­americano, e di professione fa il magnate dei media con soldi di dubbia provenienza ed è persino sposato con la giovanissima e biondissima Elena Galli, di professione ereditiera e “donna più ricca d’Italia”.

Insomma, gli sceneggiatori giapponesi hanno sicuramente letto i quotidiani nazionali negli ultimi anni, ma forse avrebbero dovuto far giocare di più i loro personaggi sfidando le leggi fisiche a base di alabarde spaziali e raggi fotonici e rendere così meno riconoscibili Silvio Berlusconi e la ex consorte Veronica Lario. O forse si sono divertiti a farlo apposta? Per giunta sapendo (o forse no?) che le puntate andranno in onda proprio sul network di proprietà del media mogul milanese. A questo punto, prima di controbattere, affermando che tutti i giapponesi sono folli dediti al karoshi (suicidio da superlavoro), agli show demenziali in stile Mai dire Banzai e al sesso perverso polimorfo, ricordiamoci che abbiamo esportato di recente in tutto il mondo la serie Gomorra, che ritrae l’Italia come il paradiso della criminalità organizzata. Oppure per capire meglio perché diventiamo così suscettibili quando gli stranieri puntano il dito sui nostri difetti e le tare nazionali, bisognerà avere un po’ di pazienza e aspettare le risposte dei diretti interessati e cioè nientemeno che Monkey Punch, il papà di Lupin III, e del regista, produttore e capo­sceneggiatore della nuova serie L’avventura italiana. Sono loro i protagonisti del documentario Lupin III ­ Tutta la Storia dell’autore e regista Luca Martera, storico dei mass­media, autore di diversi speciali per il minoliano La Storia siamo Noi, autore dello speciale sui 30 anni del programma Drive In di Antonio Ricci per Canale 5 e collaboratore in passato di TvZoom.

Il documentario, al momento in lavorazione tra Giappone e Italia, andrà in onda in autunno su Italia 1 dopo un’anteprima a Lucca Comics, la più importante kermesse italiana dedicata a fumetto, anime e manga. Nel frattempo, è possibile seguire e partecipare alla lavorazione del documentario inviando videorecensioni, esecuzioni musicali delle sigle storiche, fare una domanda a Monkey Punch e trovare anche la sosia italiana di Fujiko, per un ruolo cameo nel documentario. Si tratta di una serie di iniziative social ideate dall’autore, per avere un contatto diretto con i fan di Lupin. Oltre alle testimonianze dei disegnatori giapponesi, Martera incontrerà in Italia Alessandra Valeri Manera, dirigente Mediaset che ha curato sino al 2001 la fascia di programmazione per ragazzi; Fabrizio Ferrario, che distribuisce per la Yamato tutti i film e gli speciali di Lupin in Italia, e profondi conoscitori di anime e Giappone come Luca Raffaelli e Massimo Soumaré. Le telecamere andranno inoltre a indagare nella tana dei Kappa Boys di Bologna che hanno realizzato manga ufficiali su Lupin in versione italiana, nella casa del collezionista e storiografo di Lupin Andrea Dentuto e nella sala di doppiaggio dove prestano le voci i “fantastici cinque”: Roberto Onofri (Lupin), Alessandra Korompay (Fujiko), Rodolfo Bianchi (Zenigata), Alessandro Maria D’Errico (Jigen) e Antonio Palumbo (Goemon).

Il documentario rappresenta anche una novità per il tipo di finanziamento. Si tratta infatti di un’operazione di branded entertainment ­ cosa insolita per un documentario ­ resa possibile grazie a tre sponsor che hanno affidato l’immagine dei loro prodotti al ladro gentiluomo: Del Conca di San Marino (ceramiche), Trenfor di Padova (divani) e Cr Group Italia di Roma (t­shirt). «È una forma di placement insolito per le produzioni italiane, ma molto comune negli Stati Uniti» sottolinea Martera. «Spero che questa modalità apra la strada alla realizzazione di altri speciali, dove lo sponsor non è il demonio, ma parte in causa e partner già dalla fase di ideazione. Non mi dispiacerebbe infatti raccontare in futuro un altro capitolo fondamentale del mondo manga e anime: i robottoni». Tuttavia, non mancherà un momento amarcord nel documentario, che racconterà la reazione dei media italiani alla prima invasione pacifica degli anime alla fine degli anni ’70, per scoprire se quei bambini, oggi 40enni, cresciuti a pane e Mazinga, Nutella e Candy Candy, sono davvero diventati fascisti violenti, come il comitato dei genitori di Imola paventava.

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Alfio Rossi

 

(Nell’immagine Elena Galli, ispirata a Veronica Lario)