Pubblicato il 18/08/2015, 11:35 | Scritto da La Redazione

Rassegna stampa – Rai, anche un esterno per guidare i nuovi Tg, il nodo vice direttori

Rassegna stampa – Rai, anche un esterno per guidare i nuovi Tg, il nodo vice direttori
Mario Calabresi in pole per la prima newsroom, Ercolani per Rai 1. Al dg la delega per le nomine dei dirigenti.

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 13, di Annalisa Cuzzocrea.

Rai, anche un esterno per guidare i nuovi Tg, il nodo vice direttori

Calabresi in pole per la prima newsroom, Ercolani per Rai 1. Al dg la delega per le nomine dei dirigenti.

Sarà il due settembre, il D-Day della nuova Rai. Quel giorno, davanti al nuovo consiglio di amministrazione, Antonio Campo Dall’Orto e Monica Maggioni caleranno le carte. Lavorano in sintonia, direttore generale e presidente. Si sentono spesso, si sono già visti più volte. L’ultima, alla vigilia di Ferragosto, dopo che il dg aveva incontrato Valerio Fiorespino, responsabile delle risorse umane e capo del personale, uomo forte della Rai ed elemento di continuità tra la vecchia e la nuova gestione. Una sorta di Virgilio, per un dg che sta scoprendo quella che il suo predecessore Luigi Gubitosi aveva definito «l’azienda più difficile al mondo da guidare». Hanno parlato di molte cose, Maggioni e Campo Dall’Orto: dei necessari tagli di spesa e di eventuali (e probabili) innesti esterni per la direzione di reti e tg. Chi li conosce, giura però che sul tavolo del cda non porteranno subito un valzer di nomi (neanche quello della sostituzione della presidente alla direzione di RaiNews). Se si vuol cambiare tutto – è il ragionamento – non ha senso cominciare a distribuire poltrone. Bisognerà prima dire dove si vuole andare. E come.

Così, quel che il cda sarà chiamato subito a votare è una nuova definizione delle deleghe (sulla falsariga del duo Tarantola-Gubitosi). Il dg potrà fare da solo tutte le nomine non editoriali con un tetto di spesa di due milioni e mezzo di euro, e con la firma della presidente quelle fino a 10 milioni. In più, sarà annunciato che si va avanti sul piano Gubitosi di accorpamento delle redazioni dei tg in due newsroom. Senza l’accelerazione verso la newsroom unica (l’ennesimo modello Bbc), perché un passaggio intermedio nono- stante molti addetti ai lavori non la pensino così è considerato ineludibile. Di questo si discute nei corridoi di Saxa Rubra. Chi guiderà la newsroom 1, la più appetibile? Chi la 2, per la quale sembra perdere quota la direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer? Nessuna decisione è stata presa, e fino a pochi giorni fa sembrava che l’attuale direttore del Tg1 Mario Orfeo potesse considerare il suo posto sicuro. Secondo molti Orfeo, che recentemente ha anche intervistato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi alla festa dell’Unità di Roma, ha diretto sia il Tg1 che il Tg2 facendo bene, sia in termini di numeri che di armonia delle redazioni. Un fattore molto importante, che potrebbe però soccombere davanti alla voglia di nuovo.

Laddove il nuovo sarebbe il direttore della Stampa Mario Calabresi, che Palazzo Chigi aveva già sondato per la presidenza e che avrebbe detto di preferire un ruolo più “operativo”. Scemano invece le quotazioni di Sarah Varetto e Gaia Tortora, anche perché se alla Newsrooin 1 andasse un esterno, per la 2 la scelta ricadrebbe su qualcuno di famiglia. In Rai gli equilibri sono precari e preziosi. E di innesti nuovi, Campo Dall’Orto potrebbe volerne fare anche nel management, portando un suo uomo piuttosto che affidarsi a chi è li da sempre. Col passare dei giorni, la vicenda delle vicedirezioni generali si è fatta più complicata. All’idea di vedersi piombare sul tavolo il duo Luigi De Siervo-Giancarlo Leone, alcuni politici (e molti interni) sono insorti: «Sarebbe la prova di un nuovo patto del Nazareno!». Quel che è certo, è che il nome dell’attuale direttore di Rai 1 Giancarlo Leone resta forte. Nonostante i nemici interni malignino: «Non ci fosse stato Sanremo, la sua gestione sarebbe risultata una débacle. Gli ascolti di quest’anno parlano chiaro». Ma i suoi sponsor sono molti, e la sua nomina sembra più probabile di quella di De Siervo (con l’incognita dell’attuale vice Antonio Marano: cosa potrà andare a fare il secondo stipendio più alto della Rai?).

Se si muove Leone, il valzer partirà inevitabile: e per Rai 1 non cessano le voci su Simona Ercolani. Qualcuno fa notare il conflitto di interessi della sua società di produzione che vende programmi alla Rai. E ricorda il suo passato di “storyteller” per Bersani. Ma dalla sua, l’autrice di Sfide ha due sponsor forti: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, con cui ha lavorato per l’anniversario della Grande Guerra. E il potente manager Lucio Presta, che dice chi conosce Renzi insieme a Carlo Conti è sicuramente una delle 10 persone che il premier consulterebbe se dovesse scegliere la direzione di Rai 1. Quanto a Rai 3, Andrea Salerno (che contende la direzione a Silvia Calandrelli) ha una dote non da poco: potrebbe riportare la satira in Rai con nomi come Antonio Albanese e Corrado Guzzanti. Un gran colpo, come quello su cui si lavora da tempo di far tornare a viale Mazzini anche Michele Santoro con un progetto di docufiction.

 

(Nella foto Mario Calabresi)