Pubblicato il 03/08/2015, 11:31 | Scritto da La Redazione

Rai, una donna al vertice ma al premier serve il sì di Berlusconi o Grillo

Rai, una donna al vertice ma al premier serve il sì di Berlusconi o Grillo
Secondo Repubblica, si fanno i nomi della Soldi o Dall'Orto per il Dg. Si tratta sul presidente in Vigilanza il governo ha 22 voti, ne mancano 5

 

 

Rassegna Stampa: Repubblica, pagina 8/9, di Tommaso Ciriaco

 

La Tv pubblica

Rai, una donna al vertice ma al premier serve il sì di Berlusconi o Grillo

 

La Soldi o Dall’Orto per il Dg. Si tratta sul presidente in Vigilanza il governo ha 22 voti, ne mancano 5

 

ROMA. Una donna al vertice della Rai. Per dare un segnale di novità e convincere anche i dubbiosi a sostenere il pacchetto di nomine di viale Mazzini. Matteo Renzi segue dal Giappone il rebus della tv pubblica. Decidesse di colorare di rosa la direzione generale, il nome sarebbe già pronto: Marinella Soldi, ad di Discovery Italia. È possibile però che preferisca affidare il timone manageriale dell’azienda ad Antonio Campo Dall’Orto, ricevuto a Palazzo Chigi solo quarantotto ore fa. A quel punto, il premier riserverebbe a una donna l’altra poltrona di prestigio, quella di Presidente di garanzia. Che, va ricordato, dovrà comunque strappare il gradimento di Silvio Berlusconi o dei grillini. L’ex Cavaliere ha delegato ai capigruppo

il primo tempo della partita. Per questo Paolo Romani e Renato Brunetta, affiancati da Augusto Minzolini, si ritroveranno oggi stesso per stilare il dossier preliminare. Subito dopo saranno ricevuti da Berlusconi e Gianni Letta: spetta a loro il via libera definitivo al pacchetto azzurro. Tra i possibili consiglieri d’amministrazione in quota FI circolano i nomi di Enzo lacopino presidente dell’Ordine dei giornalisti del direttore del Giorno Giancarlo Mazzuca e di Arturo Diaconale, alla guida dell’Opinione della libertà. Ma la partita più delicata, come detto, si gioca sulla Presidenza. Equilibri politici così precari trasformano la definizione dell’organigramma di viale Mazzini in una sfida ad alto coefficiente di difficoltà. E costringono Renzi a fare i conti con un pallottoliere sfavorevole. «Il nome del Presidente, alla fine, dovrà essere gradito a FI giura Maurizio Gasparri Insomma, sarà un moderato». Informalmente, gli emissari berlusconiani hanno già recapitato a Palazzo Chigi un paio di proposte: si parla dell’ex sottosegretario a Palazzo Chigi Antonio Catricalà e dell’ex direttore di Rai1 Fabrizio Del Noce. Senza suscitare particolari entusiasmi, riferiscono. «Penso che la sfida sia quella di trovare un candidato di alto profilo», rilancia Michele Anzaldi. Lui e gli altri dem in Vigilanza si vedranno oggi per decidere i nomi del cda. Comunque vada, un patto complessivo con le opposizioni va siglato. E mentre pare che Paolo Mieli si sia sfilato dalla corsa per la Presidenza, il momento della verità si avvicina. Per nominare definitivamente il Presidente indicato mercoledì dal Tesoro assieme al direttore generale occorre il via libera dei due terzi della Vigilanza, in agenda per giovedì. Servono quindi 27 membri su 40, mentre l’area di maggioranza può contare al massimo su 22 consiglieri (ai quali in extremis potrebbero aggiungersi i due verdiniani). Comunque troppo pochi. Per questo sottotraccia le trattative con Forza Italia e grillini sono già avviate. La composizione della commissione, trar altro, subirà nelle prossime ore un paio di modifiche: per rispettare la rappresentanza dei gruppi, un parlamentare azzurro e uno pentastellato dovranno fare posto a un fittiano e a un esponente di Gal. Sul cda si combatte una sfida nella sfida. Ai tre membri della minoranza dem in Vigilanza (Gotor, Martini e Fomaro ) spetterà l’indicazione di uno dei consiglieri di amministrazione del Pd ( circola il nome di Seppe Giulietti ), mentre i renziani starebbero valutando le ipotesi Nino Rizzo Nervo, Mario Morcellini ( dipartimento comunicazione della università La Sapienza) e Stefano Balassone, già in passato nel cda Rai. Quanto ai cinquestelle, si fanno i nomi di Milena Gabanelli giornalista di Report e Carlo Freccero. Nel bel mezzo della trattativa si fa sentire anche l’Usigrai: «Se per ogni riga sul totonomine Rai ne dedicassimo una alla missione di servizio pubblico ironizza Vittorio Di Trapani avremmo il dibattito più ampio d’Europa».