Pubblicato il 30/07/2015, 11:31 | Scritto da La Redazione

Sky Europa va oltre le attese per il primo anno – Vivendi prende lo 0,95% di telefonica

Sky Europa va oltre le attese per il primo anno – Vivendi prende lo 0,95% di telefonica
Dopo la fusione dei mercati Uk, Germania e Italia, avvenuta nel novembre 2014, i dati del primo esercizio sono ben oltre le attese. E il titolo vola in Borsa. Intanto la società di Vincent Bolloré investe sempre più in Europa.

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 25, di Leonardo Maisano.

Sky, la piattaforma europea supera le attese

Presentati i primi conti dopo l’integrazione delle attività in BskyB: ricavi su del 18%.

«Buoni risultati, con il Regno Unito che si conferma il mercato più forte, la Germania che comincia a dare soddisfazioni e l’Italia che rimane la realtà più difficile». Gli analisti di Bernestein hanno fermato così l’istantanea di Sky che ieri ha presentato i risultati per l’anno fiscale 2015, confermandosi potenziale grande player nel risiko delle tlc in Europa. Sono i primi numeri dell’emittente di Murdoch nella versione europea, dopo, cioè, il consolidamento di Sky Germania e Austria e Sky Italia con la britannica BskyB, operazione definita nel novembre 2014. Il risultato adjusted considerato cioè l’impatto delle acquisizioni come se fossero state possedute per l’intero anno è andato oltre le attese degli analisti con 5% di aumento dei ricavi a 11,8 miliardi di sterline, con un balzo del 18% dell’utile operativo che raggiunge 1,4 miliardi e di conseguenza un aumento del dividendo del 3 per cento. Una dinamica salutata con il segno più dalla Borsa che ha visto il titolo crescere fin dalla prima mattina del 2% prima di ripiegare, a fronte di una progressione del 25% nell’anno in corso.

A ulteriore conferma che il mercato considera Sky brand di primo piano nell’offerta multipla che content provider e società di telecomunicazione dovranno mettere a punto. Al di là del conto strettamente economico soddisfa gli analisti la dinamica degli abbonati. «Regno Unito e Irlanda – ha commentato il ceo del gruppo Jeremy Darroch – hanno prodotto, una performance di grande forza. Abbiamo superato i 12 milioni di clienti che è una pietra miliare con il tasso di crescita più sostenuto degli ultimi 11 anni…». In questo contesto strettamente britannico Jeremy Darroch ha confermato che «Now Tv (l’offerta di Sky via web simile a Netflix ndr) va bene». Sono piattaforme del genere sulle quali si misurerà la strategia che la pay tv intende giocare incontrandosi con società di tlc, nonostante Sky acceleri anche sull’offerta di banda larga in piena autonomia. Il nome di Sky, lo ricordiamo, è stato a lungo associato, in passato, a quello di Vodafone. Un matrimonio raggelato dall’evidente interesse che il gruppo guidato da Vittorio Colao mostra ora per Liberty Global, scelta strategica che privilegia le infrastrutture di banda larga rispetto a produttori di contenuti.

Nell’illustrare il senso del consolidamento del gruppo televisivo, Jeremy Darroch ha salutato con soddisfazione la performance di Germania e Italia, nonostante la fotografia, in questo caso, non sia omogenea. Il mercato tedesco ha visto il balzo più consistente di abbonati (467mila) della sua storia e il 9% di aumento dei ricavi, quello italiano ha invertito la rotta negativa, ma non è tornato a valori di crescita in assoluto. Il numero di clienti si è stabilizzato a 4,7 milioni dopo tre anni di contrazione. «È un buon risultato – notano a Sky – in un mercato che resta difficile» per la sfida dei concorrenti e per il contesto macroeconomico che ancora contraddistingue il Paese. Un elemento di soddisfazione, oltre al mantenimento della base di clienti, è dato dall’ulteriore contrazione del tasso di abbandono (fissato al 9,6%) mentre a fronte di ricavi appena superiori ai 2 miliardi si è registrato un utile operativo in crescita del 56% a quota 61 milioni di sterline.

 

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 23.

Vivendi scommette sull’Europa ora ha lo 0,95% di Telefonica

In vista del sempre maggiore ruolo che le aziende di tlc avranno per la distribuzione di contenuti televisivi, la francese Vivendi, che in Francia controlla la prima pay tv del Paese, Canal+, entra in Telefonica con lo 0,95% tramite uno scambio di titoli. Il gruppo francese presieduto da Vincent Bollorè, si legge in una nota, «ha concluso un accordo che riguarda lo scambio di 58,5 milioni di azioni privilegiate di Telefonica Brasil (pari al 3,5% del capitale) contro 46 milioni di titoli ordinari Telefonica, pari allo 0,95% del capitale del gruppo spagnolo di tlc». E per stessa ammissione di Vivendi «l’operazione traduce la volontà del gruppo di impegnarsi ancora di più in Europa e di concludervi partnership strategiche». Lo scambio è però soggetto al via libera dell’autorità della concorrenza brasiliana Cade. La partecipazione in Telefonica di Vivendi si somma a quella in Telecom Italia.

Del resto, dopo l’accordo del 28 maggio che ha portato Vivendi a scambiare titoli Telefonica Brasil con titoli di Telecom Italia, Vivendi deteneva ancora il 7,5% dell’operatore telefonico brasiliano. Vivendi, come è noto, attualmente è il primo azionista di Telecom Italia con il 14,9%, quota per l’8% riveniente proprio in seguito all’accordo con Telefonica in Brasile. Vivendi infatti aveva ceduto a Vivo, il primo operatore del Paese sudamericano, il suo operatore in fibra ottica Gvt, pagato da Telefonica in contanti e azioni della sua controllata Telefonica Brasil e di Telecom Italia. Ora si attende per il perfezionamento dell’operazione il via libera da parte dell’antitrust locale, Cade. Telefonica Brasil ha anche spiegato che il rimanente 4% della società che Vivendi ha ancora in portafoglio verrà ceduto dal gruppo francese al momento opportuno. La società brasiliana controllata da Telefonica ha anche aggiunto che non vede movimenti evidenti nel mercato brasiliano, dove opera anche Telecom tramite Tim Brasil, verso una fase di consolidamento.

(Nell’immagine il logo di Sky)