Pubblicato il 29/07/2015, 18:05 | Scritto da Gabriele Gambini
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I Litfiba, Piero Pelù e Ghigo Renzulli, dicono di non essere rockstar. C’è da credergli?

Il titolo è Litfiba – Non siamo delle rockstar (Sky Arte, mercoledì 29 luglio alle 21.10), ma non credeteci troppo. Piero Pelù e Ghigo Renzulli sono delle rockstar. Non perché se la tirino o vivano senza limiti. Lo sono perché non sminuiscono la loro identità cedendo all’antispettacolarizzazone del termine “rockstar” che l’onda hipster/indie/new normal promuove oggi. Lo sono perché la loro musica ha rispettato tre criteri portanti: alta riconoscibilità estetico/vocale (Piero Pelù è l’unico frontman così caratterizzato da potersi permettere di essere Piero Pelù sempre e comunque, a The Voice ma anche se finisse sull’Isola dei famosi, un po’ come potrebbe succedere a Iggy Pop), impegno sociale liberato da derive cervellotiche cantautorali ma arricchito dalla metafora ermetica che campeggia vittoriosa indossando pantaloni di pelle, contaminazione di generi rielaborata con tratti distintivi precisi, innovativi per l’Italia del rock a volte maccheronico.

Nell’intervista esclusiva realizzata da Sky Arte e Ballandi Arts, verrà ripercorso il periodo degli anni ’90, che coincide con la popolarità mainstream della band fiorentina, dopo le sperimentazioni new wave del decennio precedente. I quattro album della Tetralogia degli elementi (i due più arrabbiati, El Diablo e Terremoto, i due successivi, più ariosi ed elettronici, Spirito e Mondi Sommersi), i pezzi meno noti, alcuni mai suonati dal vivo, i luoghi geografici che hanno segnato la genesi delle loro hit. Fino all’album della discordia, Infinito, bello e controverso disco pop attanagliato dal virus della scellerata separazione tra Piero e Ghigo, durata fino al 2010 con alterne vicende.
Alla fine la reunion è giunta e i fan di vecchia e nuova generazione che riempiono i palazzetti del loro nuovo tour italiano certificano come l’alchimia non sia perduta. Tutto questo in piena era di clubbing e di dominio musicale hip-hop. Accade soltanto alle rockstar vere. Quelle, per parafrasare due titoli di canzoni care ai Litfiba e a chi scrive, che in qualsiasi epoca non appaiono mai come un Dinosauro e, sul palco, la Fata Morgana la evocano davvero.

Gabriele Gambini
(Nella foto Ghigo Renzulli con la chitarra e sullo sfondo Piero Pelù)