Pubblicato il 28/07/2015, 11:34 | Scritto da La Redazione
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Sky-Viacom, accordo sul “tasto 8” – Mediaset a caccia di torri, dieci società nel mirino

Sky-Viacom, accordo sul “tasto 8” – Mediaset a caccia di torri, dieci società nel mirino
Secondo “Il Sole 24 Ore” la pay tv satellitare dovrebbe approdare con un nuovo canale generalista al posto di Mtv. Intanto continua l’offensiva di Cologno Monzese sulle emissioni.

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 19, di Andrea Biondi.

Sky-Viacom, accordo sul “tasto 8”

L’intesa sul digitale terrestre: l’annuncio atteso il 31 luglio.

Affare praticamente fatto per lo sbarco di Sky sul canale 8 del digitale terrestre. A quanto risulta al Sole 24 Ore l’accordo fra Sky e Viacom editore in Italia di Nickelodeon, Comedy Central e Mtv (che appunto occupa la posizione 8 del “telecomando”) sarebbe stato raggiunto. Il prossimo step, quello della comunicazione urbi et orbi, dovrebbe esserci in questa settimana. Con ogni probabilità la data dovrebbe essere quella del 31 luglio. Insomma, due giorni dopo la presentazione dei dati finanziari di Sky Plc si dovrebbe arrivare ai titoli di coda di una vicenda di cui già da qualche mese si sta parlando e ora avviata all’epilogo. Fra i punti dell’intesa ci sarebbe anche la trasmissione in esclusiva dei canali Viacom sulla piattaforma Sky per i prossimi cinque anni (l’accordo, già in essere, era arrivato a scadenza). No comment di Sky Italia e bocche cucite anche in Viacom. A ogni modo, grazie a questo accordo con la realtà americana, Sky – già in chiaro sul digitale terrestre con il canale 26 (Cielo) e con il canale 27 (occupato per la gran parte del palinsesto da Sky Tg24) sbarcherà ora nell’arena generalista.

Un approdo che avviene a qualche mese di distanza dall’acquisto, da parte di Discovery Italia, di Deejay tv (ex Gruppo L’Espresso) posizionato sul canale 9. Ma soprattutto una mossa che evidentemente ha tutto il sapore della sfida lanciata ai big della tv generalista: Rai e soprattutto quella Mediaset che con Premium punta a dare battaglia alla tv di Murdoch facendo leva sull’esclusiva della Champions League per le prossime tre stagioni. Un asset cui Sky ha risposto con Serie B, campionati esteri, tutta la Serie A, Europa League. Certo è che l’approdo di Sky fra i canali generalisti sui quali secondo alcuni studi si fermano le scelte del 50% dei telespettatori italiani rischia ora di complicare la vita agli altri competitor (Rai, Mediaset, La7 e Discovery) sul fronte della raccolta pubblicitaria. Si vedrà.

Allo stesso tempo sarà da verificare quale sarà l’epilogo del ricorso in Consiglio di Stato avanzato da Telenorba. È un’azione legale che va avanti da molto tempo quella in cui si è lanciata l’emittente pugliese secondo la quale rassegnazione dei canali 7, 8 e 9 sarebbe dovuta andare alle emittenti regionali. Gli attuali proprietari poi, stando al ricorso, non avrebbero i requisiti di una tv generalista il 2 luglio in Consiglio di Stato c’è stata l’ultima discussione. Ora si attende la sentenza. L’accordo fra Sky e Viacom comunque contemplerebbe già entrambe le ipotesi. Intanto, sul canale 8 non dovrebbe trasferirsi Cielo, che rimarrà così sul 26. E a farla da padrone dovrebbe essere soprattutto lo sport (in casa Sky dovranno però valutare bene il da farsi per non scontentare dall’altra parte gli abbonati). Il palinsesto dovrà comunque essere quello di una tv generalista. E in alcune produzioni si lavorerà anche con Viacom.

 

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 23, di Carlotta Scozzari.

Mediaset a caccia di torri, dieci società nel mirino

Per Ei Towers c’è un futuro anche dopo il mancato blitz su Rai Way. Ed è un futuro che vede la società delle torri quotata in Borsa e controllata da Mediaset, nata dall’unione del 2011 tra la Dmail di Alessandro Falciai ed Ei Towers, puntare più che mai sul settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni. Del resto, il comparto sta dando segnali di grande vitalità. Ne sono una dimostrazione sia la recente quotazione in Borsa di Inwit, la società delle torri di Telecom Italia, sia la cessione delle infrastrutture per la trasmissione del segnale di Wind alla spagnola Abertis. Un risiko delle torri telefoniche a cui intende prendere parte con tutta una serie di piccole acquisizioni mirate anche Ei Towers, attraverso la controllata attiva nel ramo delle telecomunicazioni Towertel. «In 18 mesi di lavoro – spiega Carlo Ramella, presidente di Towertel e dirigente (chief operating officer) di Ei Towers – abbiamo già acquisito due società: a fine 2014 Hightel e ad aprile Tecnorad Italia. Le due aziende messe insieme fanno un margine operativo lordo (ebitda, ndr) di 4 milioni circa, mentre per quel che riguarda i prezzi le cessioni si sono concretizzate a valori in linea con valutazioni di circa otto volte l’ebitda contro le 13-14 volte cui tratta in Borsa il gruppo Ei Towers».

Insomma, nella prima parte del 2015, mentre ai piani alti del gruppo Ei Towers si cercava di portare a casa senza successo le torri di trasmissione della Rai, nell’ambito di un’operazione che non ha mancato di avere risvolti politici, si dava da fare anche la controllata Towertel, che pesa per il 10% sul fatturato complessivo. «Sul dato dei ricavi consolidati però – precisa Ramella – incide per circa il 75% il contratto in essere con Mediaset», cioè l’azionista di riferimento, che riguarda l’affitto dei tralicci per il segnale televisivo. E ora, dopo Hightel quotata sul Marché Libre di Parigi e Tecnorad Italia, Towertel ha già messo nel mirino più di una decina di altre società, con l’obiettivo di chiudere la partita entro fine 2015. «Si tratta di acquisizioni – puntualizza Ramella – concentrate nel centro-sud Italia che, se completate, consentiranno una crescita molto significativa dei numeri di Towertel», che nel 2014 ha realizzato 24 milioni di ricavi e 7,7 milioni di utili (11 pretasse).

In attesa che il lavoro di questi mesi porti risultati, resta qualche rammarico: «Su Towerco, considerata la taglia e il senso strategico dell’operazione, avremmo forse potuto tentare un ulteriore sforzo finanziario», afferma Ramella riferendosi alla società delle torri che nel 2014 è stata venduta da Atlantia ad Abertis. In pratica allo stesso gruppo spagnolo che a marzo ha comprato le infrastrutture di Wind. Anche qui era in gara Ei Towers, ma non ci sono ripensamenti, perché, afferma Ramella, «la nostra offerta è stata generosa».

 

(Nell’immagine il logo di Sky)