Pubblicato il 25/07/2015, 19:03 | Scritto da La Redazione

Flavio Insinna: “Racconto l’Italia con fiction e film. E anche coi pacchi”

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 30, di Roberto Pavanello.

“Racconto l’Italia con fiction e film. E anche coi pacchi”

La nuova stagione di Flavio Insinna, attore e non solo. A Torino per girare “La classe degli asini” parla dei molti impegni: “Mi sento narratore”.

La barba lunga, chiazzata qua e là di bianco, le extension per rendere la capigliatura più folta. Look da professore irregolare Anni Settanta per la fiction di Rai 1 La classe degli asini, in onda il prossimo autunno e ambientata a Torino: così si presenta Flavio Insinna, a La Stampa in una giornata libera dalle riprese. «La barba la taglierò presto – precisa – Affari tuoi si conduce belli rasati, posso mica presentarmi così». È di buon umore e si racconta a tutto tondo, questo artigiano, come ama definirsi, che fa l’attore di cinema, di fiction, di teatro, lo scrittore e il conduttore tv: «A settembre sarà la mia quinta edizione con i pacchi. Sono contento di tornare a farla. Come avevo fatto bene ad andarmene nel 2008, dopo due anni, per dedicarmi al teatro, così ho fatto bene a tornare nel 2013».

Chi accetta la sfida Del programma, seguito in media da cinque milioni e mezzo di italiani, parla con entusiasmo, ma anche con un pizzico di amarezza: «La situazione è molto cambiata dalla mia prima esperienza. Oggi arrivano concorrenti in difficoltà economica, terrorizzati dal mutuo, gente che magari ha perso il lavoro. Mi capita di pensare, prima di registrare: questo alla prima offerta prende i soldi e se ne va. E invece no, quasi tutti accettano la sfida, giocano». Lui, l’attore che si è formato al «Laboratorio» di Gigi Proietti e che da ragazzo sembrava perfetto per i ruoli drammatici, è oggi uno dei volti più rassicuranti della tivù, sia che conduca Affari tuoi, faccia il carabiniere (in Don Matteo) o sia don Bosco: «Mi piace raccontare, lo faccio attraverso i concorrenti, rimanendo un passo indietro, agendo da spalla; lo faccio quando recito; lo faccio quando scrivo». Sono due i libri all’attivo, l’autobiografia Neanche con un morso all’orecchio («Un omaggio a mio padre»), e il romanzo La macchina della felicità, «che è una storia d’amore». Ma non ditegli che è un artista: «No, io sono un artigiano o un operaio specializzato. E non lo dico per falsa modestia, se no Gino Strada cos’è? Il vate della medicina?».

La chiacchierata si sposta sull’essere attore, Insinna cita spesso il «maestro» Proietti, ricordandone i consigli, porta come esempio Gian Maria Volontè, dettagliando la sua preparazione ai diversi ruoli, fa trasparire un grande amore per Alberto Sordi. Ama ciò che fa, si vede. Poi ci racconta di quando Leonardo Pieraccioni Io ha chiamato per Il professor Cenerentolo, in uscita a Natale: «Pensavo a uno scherzo, quando ho risposto al telefono. Invece era proprio lui. Ho conosciuto una persona gentilissima. Anche sul set. Non ne trovi tanti come lui». In questi giorni invece è sul set de La classe degli asini diretto da Andrea Porporati, l’ultimo dei tanti maestri che mi è capitato di conoscere nella vita». Con lui ci sono Vanessa Incontrada e Fabio Troiano: «Raccontiamo la storia di Mirella Casale e della sua lotta contro le classi differenziali, fino a ottenerne l’abolizione nel 1977 grazie alla legge della senatrice Falcucci». Riprese ad alto contenuto emotivo: «Stiamo lavorando con bambini che hanno davvero problemi e siamo ogni giorno a contatto anche con le loro famiglie».

Papà Salvatore Un’esperienza non del tutto nuova per lui, figlio di un medico che si occupava di tossicodipendenti, disabili e malati di mente: «Fin da piccolo mi portava con sè al lavoro, perché vedessi quella realtà. A 10 anni mi portò alle Paralimpiadi in Canada e mi affidò un ragazzo in carrozzina». Quando parla di papà Salvatore gli brillano gli occhi. La sua morte fu un duro colpo: «So di essere un privilegiato, perché potei fermarmi. Se avessi lavorato in fabbrica, non avrei potuto farlo. E invece ho detto stop: perché non è vero che lo spettacolo deve continuare sempre». Poi però lo show è ripreso ed è tornato anche il sorriso. Il 3 luglio, a Torino, ha compiuto 50 anni, tempo di bilanci: «Non ho rimpianti: se avessi detto qualche sì in più sarei più ricco ma meno soddisfatto. No, anzi, un rimpianto ce l’ho: ho dovuto dire no a Virzì per Tutta la vita davanti, stavo facendo Affari tuoi. Quel film non l’ho mai visto, mi manca il coraggio».

 

(Nella foto Flavio Insinna)

 

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