Pubblicato il 19/07/2015, 14:01 | Scritto da La Redazione
Argomenti: ,

Aldo Grasso: “Il cinema fa bene alla tv, un monito contro i professionisti snob”

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 55, di Aldo Grasso

Il cinema fa bene alla tv, un monito contro i professionisti snob

I rapporti fra cinema e televisione sono caratterizzati da storiche incomprensioni, pregiudizi e stereotipi. Ma a guardare con realismo i numeri, si scopre che la relazione fra i due media è più che mai solida, e soprattutto necessaria. Si tratta, infatti, di un rapporto di reciproco vantaggio. La televisione, specie dopo la «rivoluzione digitale» e l’approdo alla multicanalità, «sfrutta» il cinema per costruire l’offerta, è l’identità, delle nuove reti «native digitali». Dall’altra parte è ormai sempre più evidente che la sopravvivenza di un cinema nazionale è legata alle «quote» di produzione e programmazione di cinema da parte dei broadcaster (e previste per legge). Sul primo versante, non è dunque strano rilevare che il maggior successo, ormai consolidato nel tempo, fra i canali digitali è rappresentato da una rete interamente dedicata all’universo del cinema. Si tratta di Iris, parte dell’offerta in chiaro di Mediaset, che, dalla sua nascita nel 2008, è passata dallo 0,3% di share in prime time all’attuale 1,7%. Con un tale risultato, Iris è da quattro anni la prima rete digitale sulla prima serata. Se si considera che una rete generalista come La7 viaggia su performance inferiori al 4%, si capisce che la distanza fra le reti tradizionali e quelle figlie della digitalizzazione si assottiglia, specie se queste ultime riescono a intercettare «nicchie» consistenti di spettatori targettizzati. Anche per via del suo successo, una rete di «library», ovvero di cinema di repertorio selezionato e impacchettato in cicli e maratone, può permettersi qualche regalo: per esempio, la messa in onda in prima visione esclusiva di un film di culto come True Legend. L’affinità elettiva fra tv e cinema pare un monito per i professionisti del grande schermo, «centoautori» in testa: lasciatevi finalmente alle spalle il tradizionale snobismo nei confronti della tv.