Pubblicato il 10/07/2015, 13:33 | Scritto da La Redazione
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Riforma Rai: arriva il primo “sì” bipartisan – Ranucci: “Il nuovo Ad potrà anche essere un dipendente di Viale Mazzini”

Riforma Rai: arriva il primo “sì” bipartisan – Ranucci: “Il nuovo Ad potrà anche essere un dipendente di Viale Mazzini”
Procede la riforma della tv di Stato, che ha incassato il primo voto positivo in commissione, anche dalle opposizioni. Il relatore del progetto, in un’intervista a “Il Messaggero”, racconta il voto di ieri.

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 19, di Marco Mele.

Il primo sì alla riforma della Rai è bipartisan

Passa in commissione il Ddl che istituisce l’amministratore delegato con potere di nomina di tutti i dirigenti. Il capo azienda è designato dal Tesoro.

Sbloccato grazie a un’intesa trovata tra Governo e opposizioni su alcune modifiche al testo, il disegno di legge sulla governance della Rai è stato approvato ieri dalla commissione Lavori Pubblici del Senato. Voto favorevole da parte di tutti i gruppi al mandato dei due relatori, Raffaele Ranucci ed Enrico Buemi, a riferire in Aula. Nella giornata di ieri è stata rivista e ridimensionata la delega al Governo per la modifica al Testo Unico dei Servizi Media Audiovisivi e Radiofonici: è stato questo l’ultimo tassello che ha consentito al disegno di legge di “passare” l’esame in commissione. L’obiettivo del Governo è quello di approvare la riforma in Senato prima della pausa estiva. Sarà difficile che il provvedimento venga esaminato già la prossima settimana, con l’Aula impegnata nella conversione dei decreti sulle pensioni e sugli enti territoriali, ma entro la fine del mese potrebbe arrivare l’approvazione. In Aula il testo potrebbe cambiare ancora, perché vi è un’intesa con il Movimento5stelle per ridefinire i requisiti dei futuri consiglieri della Rai. In ogni caso, i curricula arriveranno direttamente ai presidenti delle Camere e saranno resi pubblici su Internet.

La Commissione ha modificato alcune parti del testo: è stata reintrodotta la figura del “presidente di garanzia” e sono stati posti alcuni vincoli all’amministratore delegato sulle nomine dei direttori delle testate giornalistiche. Nel primo caso, il presidente, nominato dal cda, diverrà effettivo solo dopo aver ricevuto il parere favorevole dei due terzi della commissione di Vigilanza (che, pure, è stata privata della nomina dei Consiglieri rispetto alla legge Gasparri). Nel secondo caso, «l’amministratore delegato – spiega il relatore Raffaele Ranucci – potrà fare tutte le nomine con l’obbligo di portarle in consiglio». Il cui parere sarà obbligatorio ma non vincolante, anche nel caso dei direttori direte, salvo nel caso in cui il cda dovesse bocciare la candidatura di un direttore di testata con una maggioranza dei due terzi (cioè con cinque consiglieri su sette). «Ma è chiaro – aggiunge Enrico Buemi, Psi, relatore del provvedimento con Ranucci – che di fronte a un voto negativo del Consiglio (per esempio per quattro voti contro tre, ndr) si porrà un problema di opportunità».

Il consigliere che sarà nominato dai dipendenti della Rai dovrà avere almeno tre anni di anzianità, e potrà essere scelto negli organismi rappresentativi o sostenuto da 150 firme di dipendenti. Un’altra novità introdotta in commissione è la creazione di un comitato di «garanzia democratica e culturale – continua Buemi – che ancora non ha un nome, composto dal presidente e da due consiglieri che dovrebbe vigilare sull’operato del servizio pubblico (e la Vigilanza, allora? ndr)». La delega al governo per il finanziamento pubblico della Rai rimane, ma diventa «per la disciplina del finanziamento del servizio pubblico e per la disciplina del finanziamento dell’emittenza locale», con l’obiettivo, nel secondo caso, di premiare le emittenti “di qualità”, riconoscendo a queste ultime funzioni di «pubblico interesse» e dando quindi loro certezza di risorse. Lo aveva già annunciato Giacomelli mercoledì all’assemblea di Aeranti-Corallo: le tv locali che fanno informazione hanno «funzione di servizio pubblico». La delega per la riforma del Testo Unico viene ridimensionata, limitandosi in sostanza a quelle modifiche richieste dalla legge di riforma della governante Rai. «Il nostro orientamento – spiega il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, Forza Italia – resta quello di votare contro, ma senza fare alcun ostruzionismo».

 

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 14, di C. Mar.

Raffaele Ranucci: “L’Ad potrà essere anche un dipendente. La Vigilanza non condizionerà più il Cda”

In pochi avrebbero scommesso che il ddl sulla Riforma della Rai sarebbe uscito sano e salvo dalla commissione Lavori pubblici e comunicazioni del Senato. E con buone possibilità di essere sottoposto al voto dell’Aula già la prossima settimana avendo registrato «un’ampia convergenza». Tanto ampia da risultare inusuale. Il democrat Raffele Ranucci, correlatore insieme a Enrico Buemi, s’è speso non poco per coinvolgere in un percorso condiviso anche i 5 Stelle. Proprio loro che a inizio legislatura avevano marciato su viale Mazzini con in testa Beppe Grillo.

Senatore Ranucci qual è stato il punto di svolta?

«Aver ascoltato tutti accettando gli emendamenti dei vari gruppi. Abbiamo completamente riscritto l’articolo 4, un punto fondamentale in cui si garantisce l’indipendenza economica della Rai. Il governo dovrà definirne le modalità ma dall’autonomia non si prescinde».

L’accordo con i forzisti ha evocato un Nazareno atto secondo.

«Nessun Nazareno bis. Solo un confronto leale sugli emendamenti. Le ricordo che sono passati sia quelli presentati da Gasparri che dai 5Stelle».

Dovevate riformare la legge Gasparri. E Gasparri esulta. Qualcosa non quadra…

«La Gasparri l’abbiamo cambiata tracciando la strada per una nuova governance. L’ad che avrà pieni poteri, senza limitazioni di alcun genere».

Cosa risponde a chi sostiene, anche nel suo partito, che con la figura del presidente di garanzia avete snaturato il ddl e ridato potere alla Vigilanza e ai partiti?

«Che la commissione parlamentare non era mai stata cancellata, manteneva un ruolo sulle decadenze e sulle verifiche semestrali. Ora la Vigilanza tornerà a fare la vigilanza, senza possibilità di condizionare il cda».

Con questa legge anche un dipendente della Rai potrà diventare ad. Avete qualche “interno” in mente?

«Visto che uno dei membri del cda verrà espresso dai dipendenti ci è sembrato coerente. No, non c’è nessun nome. Ma se i dipendenti dovessero indicare un nome “fantastico” perché non prenderlo in considerazione?».

Farsi votare anche dai 5Stelle non è facile. Come ha fatto?

«Quando si cerca un punto di dialogo anche i 5S Stelle capiscono che non si può restare sempre all’opposizione».