Pubblicato il 22/06/2015, 15:32 | Scritto da Tiziana Leone

Corona e Santoro, uniti nell’addio. Il primo ha salutato il carcere, il secondo il suo talk show. Ma la tv ancora li attende

In un solo week end siamo passati dall’addio di Michele Santoro a Servizio Pubblico, all’addio di Fabrizio Corona al carcere. Il talk-man e lo show-man sono l’incarnazione del piccolo schermo: li ha plasmati, forgiati, condannati, salvati e non li ha ancora scaricati. Santoro in Rai? Corona da Don Mazzi? Giornali, televisioni, blog sono già partiti con il gossip mediatico per mostrare uno che prepara l’ennesimo peana della sua lunga carriera e l’altro che si scatta il milionesimo selfie con gli amici, come se non fosse stato condannato a otto anni per colpa di qualche foto di troppo. Notizie e foto, due rami che partono dallo stesso tronco alimentato da una linfa che porta i nostri protagonisti a voler essere sempre i primi a diffondere il verbo in una corsa mediatica dove la regressione all'”ho vinto io” più che un ricordo infantile è un vanto senile.

A infilzare Michele e il suo triste addio a La7, salutato da un numero di spettatori sempre più esiguo, sono stati molti suoi colleghi, felici finalmente di poter dire che il non simpaticissimo giornalista, con la macchia di eurodeputato alle spalle, ha finalmente levato il disturbo senza sollevare nemmeno un briciolo di polverone. Un tempo quando Santoro cambiava non dico rete televisiva, ma anche solo tintura di capelli si scatenava l’universo mondo dello scibile intergalattico per dare un senso a quel cambiamento. Michele chi stavolta se n’è andato senza neanche un commento di Berlusconi, uno sbuffo gioioso di Brunetta, un pensiero educato di La Russa. Niente, è evaporato nell’ombra di un Rosso di sera che ben poco fa sperare. E mentre Michele evapora, Fabrizio riprende forma: appena uscito dal carcere riprende in mano un cellulare, si mette in ricarica, spara i selfie post catene e dichiara: “Il carcere ti resetta”. D’altronde, che doveva dì? Spiace solo che in tre anni non abbia nemmeno imparato a usare l’italiano, voce del verbo resettare non ancora pervenuta.

Ma tanto Michele rinascerà per l’ennesima volta dalle sua stesse ceneri, che sia in Rai, sul satellite, su Netflix o compresso in una striscia pubblicitaria che scorre mentre ventidue tatuati col cerchietto giocano a calcio poco importa. Se sono tornati Romina e Albano, Frizzi e la Dalla Chiesa, vuoi che non si trovi un buco per l’Araba Fenice? Anche Fabrizio d’altronde sta preparando il suo ritorno, va in palestra, controlla la posta elettronica, aveva messo persino su una squadra di calcio in carcere. Per dire la volontà. L’aveva chiamata i Corona’s e aveva fatto stampare anche le magliette per i suoi amici galeotti, ma il direttore del carcere non ha voluto fargliela indossare. Poverino. Sono certa che a breve partirà su Twitter, su Facebook o sulla stampa specializzata una petizione per portare i Corona’s in serie A, i tatuaggi avranno avuto tutto il tempo per farseli in maniera artigianale. Magari i Corona’s avranno il privilegio di scendere in campo mentre l’araba fenice inaugura il primo talk show dal mega schermo dello stadio, se invita la Ferilli e la Parietti il successo è assicurato comunque.

Tiziana Leone

 

(Nella foto Michele Santoro)