Pubblicato il 15/06/2015, 11:34 | Scritto da La Redazione
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La riforma della Rai prima della scuola – Pupo celebra l’amico Gianni Bella dopo lo speciale di Rete 4

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 5, di Maria Teresa Meli.

Mettere in scaletta prima la Rai. La possibile strategia del leader per evitare agguati sulla scuola

Così la riforma dell’istruzione slitterebbe di una settimana.

Matteo Renzi ne è convinto sul serio. E lo ripete spesso nelle sue conversazioni con i collaboratori: «Fino a qualche tempo fa dicevano che c’era la dittatura ventennale renziana, ora dicono che il mio governo è in crisi. Due letture sbagliate. La verità è che al Senato andremo avanti e non ci areneremo nella palude come crede e spera qualcuno». Il presidente del Consiglio, però, sa anche, e non può né vuole nasconderlo, che la situazione politica (oltre a quella internazionale) è quanto mai delicata, perciò vuole studiare le prossime mosse con gran prudenza e concentrazione: niente gioco d’azzardo, bensì d’astuzia. Nessuna impennata o scatto d’ira: «Da parte mia in questa fase occorrono molta lucidità e buon senso, non mi posso far sommergere dalle ansie». Niente inquietudini sul tavolo da gioco di Bruxelles, ma nemmeno su quello del Senato, dove la minoranza interna è lì che attende di sbarrargli il passo e di dimostrare che quella del premier può essere «una resistibile ascesa». Perciò solo con i fidatissimi (Renzi non ha comunicato le sue reali intenzioni nemmeno ad autorevoli senatori del Partito democratico) ha preparato una strategia per uscire dall’impasse in cui potrebbe venire a trovarsi. Com’è noto, la riforma della scuola, oltre a essere rallentata dalle resistenze della sua minoranza interna e dei due membri della Commissione interessata (Mineo e Tocci), per essere sbloccata ha anche un altro problemino. Deve attendere i pareri della commissione Bilancio di Palazzo Madama, presieduta da quell’Antonio Azzollini sul cui capo pende una richiesta d’arresto e che parrebbe non avere alcuna voglia di affrettarsi.

Renzi e i suoi meditano perciò di far invertire l’ordine dei lavori, facendo arrivare in Aula, la settimana prossima non la scuola bensì un’altra riforma, quella della Rai, che in molti nello stesso Pd davano per morta. La decisione non è definitiva, ma se il tira e molla sulla legge della «buona scuola» dovesse continuare, allora si procederebbe in questo modo. Nel caso, la scuola slitterebbe alla settimana successiva. «Ma noi – assicura il capogruppo Luigi Zanda – vedrete che ce la faremo». Comunque vada a finire, una cosa è certa: il presidente del Consiglio non intende essere «ostaggio» nelle mani della minoranza. Perciò la riforma della scuola deve uscire dal Senato blindata, nel senso che alla Camera non potrà essere cambiata di una virgola. In parole povere, l’accordo sulla materia dovrà essere fatto prima sia con la minoranza di Palazzo Madama che con quella di Montecitorio. Entrambe dovranno dare la loro parola. E i bersaniani della Camera dovranno promettere di stare ai patti. Altrimenti si va avanti a colpi di fiducia (che comunque non sono esclusi, vista la ristrettezza dei tempi).

Lo stesso accordo varrà per la riforma costituzionale che dovrà essere licenziata dal Senato a luglio. Anche in quel caso, se si trovasse l’accordo con la minoranza di Palazzo Madama, i bersaniani della Camera dovrebbero assicurare di non cambiarlo di una virgola. «Niente mercanteggiamenti o prese in giro su cose serie come queste, non si può usare la riforma della Costituzione per scopi politici interni», sono le parole d’ordine del premier. Ma sul ddl Boschi non c’è ancora accordo con la minoranza sull’unico vero problema: l’elezione dei senatori. Pd e Ncd ora parrebbe anche FI propongono di mettere in un listino speciale i consiglieri regionali che potrebbero andare a Palazzo Madama. La minoranza dem invece vuole l’elezione diretta dei senatori e come unica forma di mediazione propone che questa votazione avvenga in simultanea con quella delle regionali. Se mai verrà trovato, il compromesso potrebbe rientrare in una nonna finale sotto forma di legge ordinaria.

 

Rassegna stampa: QN, pagina 33, di Pupo.

Serata per Gianni, una sorpresa veramente Bella

Qualche giorno fa, su Rete 4, è andata in onda una serata speciale dedicata a Gianni Bella. Non è un’esagerazione dire che, probabilmente, è stata una delle più gradevoli ed emozionanti trasmissioni televisive di intrattenimento musicale degli ultimi anni. Marcella, sorella di Gianni, era la padrona di casa. Ha cantato e duettato, dimostrando di possedere ancora una voce integra e persino moderna. Loredana Bertè ha dato il meglio di sé interpretando L’Arcobaleno, grandissima canzone musicata da Gianni Bella che Mogol ha dedicato a Lucio Battisti. E poi Mario Biondi, Mario Lavezzi, Annalisa e Deborah Iurato e altri, a completare un cast ben assortito e di grande qualità. Ottimi gli arrangiamenti e il suono che usciva dalla tv. Divertenti i contributi filmati inviati a Gianni dai suoi amici e colleghi. Anche la conduzione di Rosita Celentano e Alfonso Signorini è apparsa leggera e adeguata. Il tutto a dimostrazione che, avendo a disposizione i giusti elementi, con autori in grado di contestualizzarli, la buona televisione si può ancora fare.

 

(Nella foto Matteo Renzi)