Pubblicato il 12/06/2015, 15:35 | Scritto da Tiziana Leone

A Nola sono in corso le riprese della nuova serie di “Gomorra”: TvZoom c’è stato e vi svela tutti i retroscena

A Nola sono in corso le riprese della nuova serie di “Gomorra”: TvZoom c’è stato e vi svela tutti i retroscena
Dopo aver girato in Germania, la troupe della serie di Sky Uno si è spostata alle porte di Napoli, in una zona industriale. Gli attori del cast sono tornati a vestire i panni dei loro personaggi, ma ci saranno importanti ingressi femminili. Quanto alla trama, preparatevi al tutti contro tutti.

«Signori, è urgente, c’è da spostare una macchina». Il parcheggio del capannone industriale a Nola, alle porte di Napoli, dove è allestito il set di Gomorra è immenso: una landa desolata dove sosta una sola Fiat nera, parcheggiata esattamente dove devono sgommare le macchine con dentro don Pietro Savastano appena evaso dal carcere. Il proprietario non si trova, così la troupe si sposta all’ interno per girare la scena in cui don Pietro viene avvisato che Ciro ha sparato e forse ucciso suo figlio Genny. Silenzio, ciak, azione: il cancello del capannone si apre solo a metà. Stop. Serve un’ora per metterlo a posto. Il nervosismo del regista, Stefano Sollima, comincia a farsi tangibile, ma per questa seconda serie di Gomorra, le cui riprese sono iniziate ad aprile e finiranno a ottobre, nulla può esser lasciato al caso. E’ la fiction italiana più venduta all’estero, costerà circa sedici milioni di euro, le aspettative sono tante, vietato sbagliare dato che queste dodici puntate, in arrivo su Sky Atlantic nella primavera del 2016, non basteranno a mettere comunque la parola fine: il terzo capitolo è già in lavorazione.

Lunga vita alla camorra, dunque, anche se, come dice Sollima: « In Gomorra bisogna temere per la vita di tutti». Non per quella di Genny, interpretato da Salvatore Esposito, almeno per ora. Il ragazzone è vivo e promette novità. «La prima stagione era incentrata su donna Imma, sul rapporto edipico con il figlio Genny e sul conflitto tra Ciro e i Savastano – spiega Riccardo Tozzi, produttore con la sua Cattleya – Stavolta saranno tutti uno contro l’altro fino al finale, l’acme di questo conflitto». Via libera dunque al tutti contro tutti, dove una parte importante tornerà a giocarla anche il diabolico Salvatore Conte (Marco Palvetti), oltre che don Pietro (Fortunato Cierlino). Uomini spietati dai quali sono gli stessi attori a mettere in guardia gli spettatori. «Nella prima serie – sottolinea D’Amore – Ciro ha avuto una forte evoluzione, è stato utile spezzare subito le gambe a chi ha guardato con un po’ di incanto a questo personaggio che inizialmente poteva creare fascinazione». Più drastico Palvetti: «In questa serie non ci si può affezionare a nessuno, perché è evidente che vanno tutti incontro alla morte». Non di soli uomini è fatta la camorra, dopo la morte di donna Imma arriveranno due figure femminili importanti: Cristiana Dell’Anna, Patrizia, una commessa in un negozio di moda, capace di cogliere informazioni preziose e Cristina Donadio, Annalisa detta “Scianel”, la reggente della piazza di spaccio appartenuta a suo fratello Zecchinetta.

A mettere la firma su questa seconda serie, che vede alternarsi alla regia Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini e il nuovo arrivato Claudio Giovannesi, è ancora Roberto Saviano, la cui capacità nel descrivere la verità si scontra con una realtà inesorabilmente più tragica. «Nella vita ho visto camorristi ovunque – dice D’Amore – se qualcuno di loro ha guardato la fiction si sarà fatto quattro risate, perché noi non sfioriamo neanche la loro realtà, nonostante il nostro lavoro sia crudo. Quando giravamo alle Vele di Napoli, i bambini affacciati dai piani di sopra mi dicevano che il mio modo di sparare era sbagliato, perché quella scena che noi ci “divertivamo” a girare, loro la vivono quotidianamente».

L’equazione Gomorra uguale male di Napoli è sempre lì, pronta a insinuarsi in una sceneggiatura rea di mostrare al mondo una città fatta solo di camorra, ma Sollima liquida la questione con una battuta: «Hanno realizzato serie come “Miami Vice” eppure nessuno ha smesso di andare in vacanza a Miami: nessuno pensa che Napoli sia solo questo». Eppure quando all’inizio la produzione è arrivata in città si è resa subito conto che sarebbe stata dura gestire i rapporti con una realtà dove la camorra si infila anche nei cestini del pranzo. « Quando all’inizio siamo arrivati a Napoli per girare – ammette Tozzi – abbiamo capito che la realtà era più complicata di quel che pensavamo, soprattutto per l’instabilità delle location, cosa che ha comportato dei costi aggiuntivi. Abbiamo stipulato oltre mille contratti di fornitura, è quasi impossibile averne il controllo al 100%. Eravamo più sprovveduti, ma ora è diverso.

Tiziana Leone