Pubblicato il 30/04/2015, 11:33 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – SEBASTIANO LOMBARDI: “LA MIA RETE 4 NON È LA TV BADANTE. E COSTANZO È IL PIÙ GIOVANE DI TUTTI”

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 39, di Alessandra Comazzi.

“La mia Rete 4 non è la tv badante. E Costanzo è il più giovane di tutti”

Lombardi dirige il canale di Mediaset: “Cerco pubblico nuovo”.

Per un intellettuale cosmopolita come lei, è divertente dirigere la rete dedicata agli anziani?

«Rete 4 non è una rete per vecchi, non è una rete badante. Provo una sensazione spiacevole quando sento parlare di “pubblico maturo”. Ma chi è? E non ha diritto a una tv stimolante, che segua l’attualità? Luoghi comuni che mi rendono furibondo».

Però l’immagine c’è: che fa per cambiarla?

«I vecchi sono uno stato della mente. Ho sempre avuto passione per il linguaggio, e la tv era il mio sogno. Tengo sul comodino Diabolik e Shakespeare: non è snobismo, spiega il modo in cui penso la rete».

Parla di contaminazione?

«Di capacità di richiamare pubblico nuovo. I fulcri della rete sono: Quinta colonna, con Del Debbio, la pancia della politica; Quarto grado, con Nuzzi, il lato oscuro delle famiglie, quello che si nasconde dietro la normalità; Forum, con Palombelli, la dimensione del conflitto. Rete 4 è forte quando intercetta un conflitto dentro le persone, o tra le persone, e riesce a esprimerlo».

Mirando alla pancia, appunto. Ma perché riproporre il Maurizio Costanzo Show?

«Costanzo è più giovane di tutti, nessuno ha la sua sapienza e la sua ironia. Quando mi ha proposto di lavorare insieme, ho subito accettato. Il programma va bene, la fascia che più lo segue ha tra i 45 e i 54 anni, non è detto che dopo queste 4 puntate non ce ne saranno altre».

Lei dice che nessuno ha la sua sapienza e la sua ironia. Dove sono andati i sapienti e gli ironici?

«Intanto, lui è unico. Poi, e vale per tutte le professioni liberali, oggi o arrivi subito o non hai tempo per costruirti. Costanzo cominciò con la tv a 40 anni, e aveva già fatto di tutto. Però voglio ricordare Del Debbio, arrivato a Mattino 5 a 54 anni: può piacere o non piacere, ma è un conduttore strepitoso. Comunque sì, in generale alle persone bisognerebbe dare più tempo».

Pochi format, a Rete 4, molti programmi autoctoni: come mai?

«Perché devo condurre il pubblico che non vedrebbe Rete 4 a vederla: come faccio con i format? La strada dei miracoli, con Safiria Leccese, esordiente, il martedì supera Ballarò e diMartedì, e racconta il rapporto con un’altra dimensione. Sta per ripartire Alive, con Vincenzo Venuto, che diventerà il nuovo Angela. Il sottotitolo è La forza della vita: non sarà un programma tetro. Faremo anche Nuove scene da un matrimonio, sempre con Mengacci. L’ho visto con le mie nozze: il matrimonio non è un terreno di scontri dopo, ma la conciliazione dei contrasti prima».

Il suo programma nel cassetto?

«Fare benissimo le cose che stiamo facendo, con il vicedirettore Cristina Veterano. Poi raggiungere autorevolezza nella documentaristica storica e naturalistica. Come Memory of the Camps, l’inedito di Hitchcock sui campi di sterminio. Queste cose le voglio e le devo fare. Anche se non avessero ascolto. Ma invece ce l’hanno».

Lei ha sposato Elenoire Casalegno. Come si sta accanto a una donna avvenente come lei?

«Ma lei è Ave Ninchi nel corpo di Barbie. È protettiva, ironica, forte, fedele, pragmatica: attacca anche le mensole. L’incidente è il corpo, non l’anima».

Come reagisce, quando le dice che il suo corpo è un incidente?

«Dice: Ave Ninchi? Mi sento più Lina Volonghi».