Pubblicato il 25/03/2015, 18:04 | Scritto da Andrea Amato

“1992” ci ha regalato due grandi sorprese: l’inaspettata voglia di anni ’90 e un Accorsi finalmente diverso

“1992” ci ha regalato due grandi sorprese: l’inaspettata voglia di anni ’90 e un Accorsi finalmente diverso
Da sempre considerato un decennio non proprio esaltante, dal punto di vista culturale e sociale, invece gli anni Novanta tornano prepotentemente alla ribalta grazie alla serie di Sky.

Dalle prime due puntate di 1992 di ieri sera ho avuto due grandi sorprese: la grande voglia di tornare adolescente (nonostante i jeans a vita alta e i cappotti abbondanti) e, soprattutto, vedere Stefano Accorsi recitare (bene) in un ruolo diverso dal solito. Abituati a produrre serie di successo, ma di fiction totale come Romanzo criminale, In Treatment e Gomorra, quelli di Sky si aprono a un nuovo genere, che mescola molto bene finzione e realtà, romanzo e cronaca. Un esercizio molto più complicato, perché bisogna per forza rimanere in un recinto di verità, senza permettersi raccordi di fantasia, che spesso aiutano (salvano) gli sceneggiatori. Ho due uniche critiche: la prima che riguarda la regia che, forse per abitudine o mio gusto in questo periodo, preferisco di gran lunga quella di Stefano Sollima (Romanzo criminale e Gomorra) a quella di Giuseppe Gagliardi, che ieri sera ho trovato un po’ troppo pasticciata e poco ritmata. Speriamo migliori nel corso delle puntate. Altro aspetto che ho trovato poco convincente riguarda il filone leghista, un po’ troppo macchiettistico e che, dopo 25 anni di storia, forse avrebbe meritato un trattamento più sofisticato e meno semplicistico. Per il resto mi è piaciuto tutto, anche i jeans a vita alta.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Miriam Leone e Stefano Accorsi)