Pubblicato il 14/03/2015, 15:03 | Scritto da Andrea Amato

La presunzione di Raffaella Carrà e l’incapacità di Giancarlo Leone. Speriamo che nella nuova Rai cambino le cose

Il primo (e probabilmente ultimo) vincitore di Forte forte forte è stato Stefano Simmaco, un artista scialbo per un programma altrettanto scialbo. La presunzione di Raffaella Carrà, deus ex machina del flop di Rai 1, ieri è venuta fuori in tutta la sua forza, quando ha usato il servizio pubblico per fare un’arringa contro chi ha osato criticare il suo insulso programma, da 13% in prima serata sull’ammiraglia di Viale Mazzini. La signora Carrà, a quasi 72 anni, ha avuto l’arroganza di sapere cosa volesse il pubblico nel 2015, proponendo una trasmissione, che forse sarebbe andata bene negli anni Novanta. In un’epoca dove la regola aurea è “verticalizzare”, specializzare i contenuti e colpire target sempre più profilati, la Raffaella Nazionale ha pensato che la gente volesse vedere uno spettacolo dove si cerca lo showman tuttofare, il Fiorello della situazione. Risultato? Un disastro sotto tutti i punti di vista: ascolti, raccolta pubblicitaria, critica, contenuti, mission del programma. Perché funzionano X Factor, MasterChef, Amici, Italia’s Got Talent? Perché, oltre a essere ben confezionati, hanno stravolto le regole dell’intrattenimento televisivo, puntando su specificità, storytelling, linguaggio e ritmo. Tutto quello che è mancato a Forte Forte Forte.

La cosa più grave, però, come sosteniamo da due mesi, non è tanto la prosopopea di una signora che ha fatto la storia della tv italiana e che ora non accetta il fatto di dedicarsi a una dorata pensione, ma è chi ha veramente creduto in un progetto del genere, che già sulla carta appariva anacronistico. Chi ha investito tanti soldi pubblici per realizzare un programma perdente ancora prima di iniziare: Giancarlo Leone, direttore di Rai 1. Ci auguriamo vivamente che la riforma della tv di Stato arrivi al più presto e che dal giorno dopo si cerchino uomini di comando che sappiano traghettare la prima azienda culturale italiana verso il futuro, e non lasciarla ancorata a un passato che ormai appare sempre più patetico.

 

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(Nella foto Raffaella Carrà a Forte forte forte)