Pubblicato il 29/11/2014, 19:00 | Scritto da La Redazione

LORELLA LANDI: “‘LE AMICHE DEL SABATO’ ERA UN CONTENITORE DI GRANDE QUALITÀ. ANCHE MARIA DE FILIPPI LO HA RICONOSCIUTO”

 

TVZOOM ha contattato la giornalista, che si è sfogata circa la chiusura del contenitore del sabato pomeriggio di Rai 1. Ecco che cosa ci ha raccontato.meta name=”news_keywords” content=”lorella landi, le amiche del sabato, rai 1, giancarlo leone

Interpellata da TVZOOM circa il suo recente sfogo sulla chiusura de Le amiche del sabato, contenitore pomeridiano del sabato di Rai 1, Lorella Landi non arretra di un millimetro. Di più, la giornalista puntella le sue affermazioni con un fluire circostanziato di consapevolezza: «Un programma si chiude quando gli ascolti sono deludenti. Le amiche del sabato, negli anni, ha saputo costruire un seguito appassionato e leale, capace di impensierire e scardinare la concorrenza».
La concorrenza era Verissimo di Canale 5.
«Mi ha colpita una conversazione avuta con Cristiano Malgioglio: mi ha riferito che, nel dietro le quinte di Verissimo, Silvia Toffanin si è detta addirittura sollevata dal non avere più una concorrenza temibile come la nostra».
In effetti, con Verissimo ve la giocavate ad armi pari.
«Spesso vincevamo, negli ascolti. Tranne l’ultimo anno, perché siamo stati vittime di una programmazione fluttuante. Non avevamo un orario definito, il pubblico stesso mi chiedeva la motivazione dei continui cambiamenti di messa in onda. Come si sa, la fidelizzazione si basa anche su programmazioni orarie precise».
Tuttavia il direttore Leone le ha fatto i complimenti.
«Lo ringrazio pubblicamente. Ha detto di considerarmi un’eccellente professionista e questo mi lusinga».
Ha anche detto che la chiusura del suo programma è imputabile alla spending review e a un cambiamento nell’orientamento dei palinsesti.
«Questo è un aspetto che non comprendo. Ci sono tantissimi programmi che ottengono davvero risultati deludenti, eppure restano saldi nei palinsesti. La Rai sta assecondando scelte sbagliate. La sua programmazione, per certe fasce, non è incoraggiante. Il sabato pomeriggio attuale non dà esiti confortanti. Non si vede una progettualità vincente, la stessa scelta di puntare sulle soap non è stata premiata».
Al netto delle dichiarazioni di facciata, si è fatta un’idea personale su ulteriori motivi alla base della chiusura del programma?
«Quando accadono certe cose, uno delle idee se le fa. Ma le tengo per me, per ora».
Qual era il punto di forza de Le amiche del sabato?
«Erano tanti. In primis, la diretta, curata da uno staff di giornalisti professionisti di grande caratura. Ripeto, giornalisti. Dunque competenti nel loro mestiere. Inviati pronti a partire per coprire ogni fatto di cronaca. Riuscivamo a raccontare l’attualità stringente, calibrando l’informazione in funzione delle notizie, arrivando a imbastire un contenitore che era un bilanciato mix di contemporaneità e disimpegno. Non solo cronaca e attualità, ma anche gossip, costume, società, musica, come impone la fascia pomeridiana del sabato».
Il suo ribadire che lo staff era composto da giornalisti professionisti e competenti è una frecciata al panorama televisivo contemporaneo?
«Non faccio riferimenti. Ma la nostra cifra era il saper raccontare l’attualità senza mai scadere nel morboso. Non abbiamo mai speculato sul dolore altrui. Per trattare determinati argomenti come la cronaca nera serve un preciso percorso professionale. Un po’ come per fare il chirurgo. Insomma, non ci si improvvisa. La nostra redazione era composta da fior di professionisti».
L’ha mai stuzzicata l’idea di esportare il format verso altri lidi?
«Io vengo dalla scuola di un grande maestro di televisione, Daniel Toaff. Lui mi ha scelta, mi ha aiutata a muovere i primi passi in Rai. Come lui stesso è solito sottolineare, Le amiche del sabato era un programma pensato e calibrato per i gusti del pubblico Rai. Proporre la formula altrove sarebbe azzardato. A meno di riadattarla e modificarla per altre realtà…».
Potrebbe accadere?
«Chissà. Io sono napoletana, dunque scaramantica. Non dico niente. Mi sono arrivate delle proposte, ci sono idee che possono far gola. Per ora, sono rincuorata dall’affetto del pubblico, che non smette di complimentarsi, chiedendomi quando tornerò in video».
Il complimento più bello ricevuto?
«Quello di una maestra delle televisione come Maria De Filippi. Mi ha detto personalmente che Le Amiche del Sabato era un programma davvero ben fatto. Quando una donna e una professionista del suo calibro esprime giudizi lusinghieri sul tuo conto, non puoi che esserne felice».
Se la Rai la chiamasse per occuparsi di altri progetti?
«Porte aperte alla Rai, ci mancherebbe. A me interessa lavorare. Portare avanti progetti coerenti con la mia professionalità, frutto di anni di studio e esperienza sul campo. Sono abituata a essere attiva, l’inattività mi sfinisce. Ora sono amareggiata. Ma mi rialzerò e tornerò. Vedremo come».
Un suo ritorno professionale passa solo ed esclusivamente attraverso progetti tv?
«Non solo, certo. Sono aperta a mille possibilità che sto vagliando. Del resto, il mio caso non è unico al mondo. Tante colleghe si sono fermate per un po’ di tempo, me ne rendo conto. Ma il modo in cui è accaduto a me sa di ingiustizia».
Quando le hanno comunicato la chiusura del programma?
«Fino a maggio tutto procedeva a gonfie vele. Poi, di colpo, ho scoperto di essere stata esclusa dai palinsesti».
Mi dica, il mondo della tv è meritocratico?
«Non sempre. Non più e non meno di altri mondi, sia chiaro. Tuttavia, la mancanza di meritocrazia è una piaga tipicamente italiana. Ho lavorato negli USA, ho lavorato in Francia: ovunque possono esistere raccomandazioni, ma chi dimostra di avere talento e preparazione certificata, lì viene valorizzato. Da noi no. Non sempre accade».

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Lorella Landi)