Pubblicato il 19/10/2014, 11:03 | Scritto da La Redazione

NICOLA BARTOLINI CARRASSI, DA RAGAZZO PRODIGIO ALLE ACCUSE DI CENSURA, FINO ALLA DEPRESSIONE

NICOLA BARTOLINI CARRASSI, DA RAGAZZO PRODIGIO ALLE ACCUSE DI CENSURA, FINO ALLA DEPRESSIONE
Dopo anni di silenzio, parla colui che ha cresciuto attraverso il teleschermo tre generazioni di bambini, selezionando i cartoni animati di Mediaset.meta name=”news_keywords” content=”Nicola Bartolini Carrassi, mediaset, anime, cartoni” Nicola Bartolini Carrassi ha iniziato giovanissimo nell’ambiente editoriale, tanti cartoni doppiati, diretti, localizzati, importati, insomma sei stato per anni il numero due della fascia ragazzi targata […]

Dopo anni di silenzio, parla colui che ha cresciuto attraverso il teleschermo tre generazioni di bambini, selezionando i cartoni animati di Mediaset.meta name=”news_keywords” content=”Nicola Bartolini Carrassi, mediaset, anime, cartoni”

Nicola Bartolini Carrassi ha iniziato giovanissimo nell’ambiente editoriale, tanti cartoni doppiati, diretti, localizzati, importati, insomma sei stato per anni il numero due della fascia ragazzi targata Mediaset, per poi diventare un consulente, autore e produttore cinematografico, televisivo e musicale, non solo di prodotti per bambini e teenagers, in oltre 32 Paesi del mondo.

Raccontaci il tuo excursus.

Ho iniziato a 14 anni. Ho voluto fare infinite esperienze. Credo in ciò che ho fatto, ne vado fiero perché l’ho fatto con onestà e passione. Tutto e il contrario di tutto si può trovare su di me in Rete o su riviste del settore degli anni 90. Quindi metto da parte l’ego e mi concentrerò sulle prossime domande. Non è un atto di presunzione, ma il contrario: il passato conta, ma conta di più il presente.

Sei spesso attaccato in blog e siti italiani che trattano di anime, in riferimento alla censura delle immagini e dei doppiaggi. Ci vuoi finalmente raccontare la tua verità?

Parliamo di un gruppo circoscritto, di otaku (letteralmente maniaci), integralisti. Per fortuna ci sono anche appassionati intelligenti, che invece di essere in balia del fanatismo, usano la testa per ragionare sulle cose. Il mio lavoro non è mai stato quello di epuratore. Nell’ambito di ciò che facevo, con l’andare del tempo e il susseguirsi di eventi, cioè creazione delle fasce protette, attività dell’AGCOM, interventi e denunce di singoli o comitati di genitori, il mio editore (Mediaset), trasmisero a me e alle altre maestranze che lavoravano alla localizzazione di cartoni animati-telefilm-film per ragazzi, determinate regole, per rispettare le quali fu necessario intervenire su dialoghi e tagli video. Personalmente non ho mai condiviso.

Avendo avuto molto potere in questo frangente, sappiamo che sei stato vittima di spiacevoli incidenti causati dai fan di alcune serie animate.

Sono stato e sono tuttora vittima di stalking non da parte di fan. I fan sono i cinque milioni di spettatori che seguivano le nostre produzioni, con punte di share che hanno toccato il 30%. Parliamo invece di alcuni facinorosi appartenenti a quel 2,5% di pubblico (allora fu valutata così da Publitalia) formato da appassionati di anime e manga over 14. Ciò mi ha molto provato, e nonostante mi consideri una persona dalle spalle larghe, mi sono sentito estremamente vulnerabile e indifeso, soprattutto per le lacune legislative della legge Italiana.

La stessa cosa succede quando si parla del fatto di essere stato tu a portare in Italia Pucca, Hello Kitty e molti altri successi…

Per quanto riguarda Pucca, come frequentatore del Mip TV e MIPCOM credo di aver incontrato i coreani presso il loro stand Kocca migliaia di volte. Il prodotto della Viz mi interessò molto da subito. Il fatto è che si trattava di un personaggio pescato tra altri centinaia: esistevano pochi disegni, un dvd con un paio di animazioni flash e stop. Io avrei potuto comprarlo per l’Italia e distribuirlo, come ho fatto con tanti titoli da Aquarion a Emma se ci fosse stata una serie. Ma non c’era nulla. Fu allora che mostrai il prodotto a Maria Romanelli, allora Vice presidente di Jetix CP in Italia. Il prodotto le piacque, lo mostrò ai suoi capi, e da li partì tutto. La stessa cosa l’ha fatta lo straordinario Roberto Lanzi. Lui è l’uomo che ha portato finalmente e ufficialmente Hello Kitty in Italia (dove si intende che Hello Kitty è stata presente nel nostro Paese dal ’75 o ’78). Beh, come imprenditore, credo di aver contribuito allo sbarco di Sanrio in italia facendo scelte coraggiose, come pubblicare per la prima volta un DVD con l’animazione di Kitty accompagnato dal primo gadget ufficiale mai realizzato prima ad hoc per l’Italia. Oltre ad essere stato il primo imprenditore a distribuire su scala nazionale i primi gadget prodotti per l’Italia.

Stai vivendo una depressione che dura ormai da un podi tempo. A cosa è legata?

Io soffro di sindrome bipolare sin da bambino. Da sempre vivo come sulle montagne russe, sei mesi iperperformante, sei mesi a soffrire senza nessun motivo. C’è chi ha il fegato travagliato, lo stomaco sempre in disordine, la testa che fa male, io ho il cervello ballerino. Nonostante questo, ho in questi anni mantenuto la rotta, nonostante la sofferenza inflitta da malattie debilitanti, inique, talmente pesanti da non augurarle ai miei peggiori nemici. Chi conosce la depressione o gli attacchi di panico, mi può capire. Chi invece non li ha mai sperimentati, fatica a comprendere. Forse è proprio per tutta la gioia provata nel fare un lavoro che volevo fosse la mia vita sin da quando avevo 10 anni, e per tutto il dolore della malattia, che oggi, nonostante abbia sviluppato la sindrome da attacchi di panico quando hanno cominciato a stalkerarmi, sono molto più riflessivo e tranquillo di un tempo. La mia creatività è intatta. Sono le priorità che sono cambiate. E non sono uno che si arrende. Ci ho messo e ci metto il cuore, oltre alla coerenza e al coraggio  di rispondere sempre delle mie azioni, giuste o sbagliate.

 

Stefano Bini

 

(Nella foto Nicola Bartolini Carrassi)