Pubblicato il 06/08/2014, 12:34 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – ANDREA VIANELLO: “NUOVA SQUADRA A ‘BALLARÒ’. E RAFFORZO L’INTERA RAI 3”

Il direttore della terza rete e i progetti della prossima stagione: «Giannini conduttore dopo Floris. Colò esclusa? Il suo programma era in crisi».meta name=”news_keywords” content=”corriere della sera, andrea vianello, ballarò, massimo giannini, rai 3

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 35, di Paolo Conti.

«Nuova squadra a Ballarò. E rafforzo l’intera Rai 3».

Il direttore della terza rete e i progetti della prossima stagione. Andrea Vianello: «Giannini conduttore dopo Floris. Colò esclusa? Il suo programma era in crisi».

Andrea Vianello, direttore di Rai 3. L’accordo per «Ballarò» è stato chiuso ai piani alti di viale Mazzini…

«Sì, a condurre dal 16 settembre sarà Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica. Sono contentissimo per questa scelta. La Rai acquista una professionalità esterna di grande spessore e competenza. Un ottimo modo per affidare a mani sicure una trasmissione-marchio di Rai 3».

Ma non c’erano professionalità interne? Il sindacato interno dei giornalisti, l’Usigrai, polemizza.

«Rai 3 ha massima attenzione per le professionalità interne. Lasciando “Agorà” per dirigere Rai 3 ho affidato la conduzione a un grande professionista come Gerardo Greco, anche lui, come Giovanni Floris, uscito dalla scuola di giornalismo di Perugia. Ma credo che il servizio pubblico radiotelevisivo debba sia mettere in luce le risorse aziendali che diventare il riferimento delle migliori potenzialità professionali esterne. È successo con Gad Lerner e Michele Santoro. Comunque tecnicamente va via un esterno Rai, Floris, e arriva un altro esterno».

Il pubblico è abituato al «Ballarò» di Giovanni Floris…

«È vero. Infatti ringrazio Giovanni per questi eccezionali anni passati a Rai 3. Ma “Ballarò” è un marchio Rai. Ora si va avanti cambiando conduttore e in parte la squadra. C’è chi rimarrà, chi seguirà Giovanni, altri arriveranno. Sono le regole del mercato. E spesso i cambiamenti arricchiscono».

Per la prima volta Rai 3 e La7 si sfideranno martedì sera sull’approfondimento politico. Preoccupato?

«No. Rai 3 va avanti con un marchio radicato. Puntiamo sulla continuità e, insieme, sui cambiamenti. La7? Non conosciamo i loro progetti. Ma saranno loro a sfidare noi».

Floris ha sbagliato o ha compiuto la scelta giusta decidendo di lasciare la Rai per approdare a La7?

«Non esprimo giudizi. Una scelta legittima, che rispetto».

Quale sarà il compenso per Massimo Giannini?

«Non una parola, c’è una doverosa riservatezza aziendale. Giannini si dimetterà da La Repubblica. Ciò dimostra quanto conti, per lui e per noi, questa scommessa».

Quanto cambierà «Ballarò»?

«Giannini porterà la propria grande competenza sia politica che economica. E l’economia avrà sempre di più uno straordinario peso nel dibattito sociale del nostro Paese. Comunque sono giorni di intenso lavoro per studiare modifiche e innovazioni».

Floris attribuisce il suo addio alla Rai a una mancanza di accordo sul progetto editoriale. I suoi critici sottolineano invece il peso dell’accordo economico con La7. La verità?

«So solo che l’annuncio del suo addio è stato inaspettato e imprevisto. E posso assicurare che c’era piena sintonia dal punto di vista editoriale. Comunque sia, l’arrivo oggi di un prestigioso professionista esterno dimostra la vitalità della nostra rete e anche della stessa tv generalista».

Rai 3 è in sofferenza di ascolti, sulle prime serate.

«Abbiamo chiuso il 2013 come terza rete generalista, nell’ascolto medio, dopo Rai 1 e Canale 5. C’è una costante frammentazione di tutta la tv generalista per la crescita delle tv tematiche satellitari e dell’offerta sul digitale terrestre della Rai, che vanno a pescare in particolare un pubblico dal palato buono e intellettualmente curioso come quello di Rai 3. Persino i nostri marchi storici, l’ossatura portante e vincente della Rete subiscono una piccola flessione. Dovremo però certo lavorare su nuove prime serate. Non è un’impresa facile per nessuno, ma almeno noi ci stiamo provando».

Punterete su qualche tema, su un argomento preciso?

«Stiamo mettendo a punto una prima serata che racconti la nuova realtà delle famiglie italiane. Alla famiglia tradizionale si sono ormai affiancate innumerevoli modalità di stare insieme, di costituire un nucleo affettivo, di crescere figli. Il nuovo format narrerà questa Italia. Non abbiamo ancora un titolo, sulla conduzione non posso anticipare nulla. Ma partiremo in autunno e sarà una grande novità».

Non è un errore togliere a Licia Colò la guida de «Alle falde del Kilimangiaro» dopo anni di successi?

«Ho letto con dispiacere l’intervista di Licia al Corriere della Sera. La ringrazio per i sedici anni di ottimo lavoro. Il programma aveva problematiche di ascolto. Abbiamo cercato quest’anno di innovarlo e lei stessa non si trovava su questa nuova linea. Ora il testimone passa a Camila Raznovich, che ci porterà nel mondo dei viaggiatori. Ci viene chiesta innovazione e l’innovazione comporta scelte inevitabili»