Pubblicato il 19/06/2014, 11:33 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – GIOVANNI FLORIS NON FIRMA: SEMPRE PIÙ LONTANO DALLA RAI

A sei giorni dalla presentazione dei palinsesti, il conduttore di “Ballarò” è senza contratto. E le rivali, La7 e Mediaset, ne possono approfittare.meta name=”news_keywords” content=”il fatto quotidiano, carlo tecce, giovanni floris, ballarò, rai, la7, mediaset

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 10, di Carlo Tecce.

Floris non firma: sempre più lontano dalla Rai

A sei giorni dalla presentazione dei palinsesti, il conduttore di “Ballarò” è senza contratto. E le rivali, La7 e Mediaset, ne possono approfittare.

C’è ancora una settimana di tempo per decifrare il futuro di Giovanni Floris: il 25 giugno, la Rai dovrà presentare i palinsesti per l’autunno agli investitori e la casella di Floris è ancora vuota. Il conduttore di Ballarò, oltre dodici stagioni su Rai3 ogni martedì, come anticipato dal Fatto il 4 giugno, non vuole rinnovare il contratto in scadenza il prossimo 31 luglio. I motivi sono semplici: firmare un accordo per un ennesimo triennio vincolato al martedì di Ballarò, dentro un canale che s’impoverisce e un’azienda che sbanda fra imposizioni di governo e incertezze di gestione, non sarebbe salutare, o meglio sarebbe dannoso per la carriera per il giornalista che compirà 47 anni il prossimo dicembre. Oggi Floris può avere un mercato, fra Mediaset (che non hai mai confermato le offerte) e La7 (che smentisce trattative in corso), ma dopo i canonici tre anni inchiodati a Ballarò? Il giornalista vuole più spazio, più serate (prime o intermedie), non vuole cedere né visibilità (né stipendio).

I COLLOQUI proseguono, le negoziazioni spesso vengono dissolte negli ultimi minuti (nulla va escluso), ma le distanze fra Floris e viale Mazzini restano invariate. E abbondanti. Quando fu affrontata la questione, un paio di mesi fa, mentre respingeva la richiesta di Floris, l’azienda stava per aprire un’agevole discussione con Bruno Vespa per il rinnovo di un accordo da esterno che, nonostante qualche cessione di giovedì, andrà a occupare ancora quattro giorni a settimana con uno stipendio sontuoso, da quasi 1,9 milioni di euro (il precedente era di 2,1 l’anno). La variabile Vespa, questa è la morale, non smette di condizionare le strategie di un’azienda editoriale che, per paradosso, non sembra avere strategie: l’informazione in seconda serata o su Rai1 è Vespa, e nient’altro. Forse Floris punta anche a Rai1 oppure a rafforzare la presenza su Rai3: le ipotesi sono tante, poche quelle praticabili. E così, a sei giorni da una presentazione di palinsesti che non s’annuncia particolarmente eclatante, in viale Mazzini non sanno se avranno Floris il martedì sera. Ballarò, sì. Perché il programma, sostengono, è un marchio di Rai3 e lì continuerà senza interruzioni.

Sfumato l’ingaggio di Maurizio Crozza, che Cairo ha blindato a La7, il direttore generale Gubitosi ha lungamente cercato un nome di peso per attrarre gli investimenti pubblicitari. A parte Roberto Benigni, che ciclicamente ritorna in Rai per una serata speciale o per la Divina Commedia, viale Mazzini non può esporre protagonisti da copertina. Il menù non cambia né forma né gusto. E adesso rischiano di perdere anche Floris. Ma potranno dire che Vespa, inossidabile, riabilitato persino da Beppe Grillo, sta per cominciare l’edizione numero 19 di Porta a Porta.

 

 

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