Pubblicato il 10/06/2014, 09:05 | Scritto da La Redazione

RASSEGNA STAMPA – CAIRO RITARDA I PAGAMENTI E A LA7 SCATTA L’ALLARME

Si salvano i big, da Santoro alla Gruber. Ma per fornitori e case di produzione son dolori L’amministrazione assicura: «Onoreremo gli impegni, ma serve una revisione dei prezzi».meta name=”news_keywords” content=”il giornale, maurizio caverzan, urbano cairo, la7

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 13, di Maurizio Caverzan.

Cairo ritarda i pagamenti e a La7 scatta l’allarme

Si salvano i big, da Santoro alla Gruber. Ma per fornitori e case di produzione son dolori L’amministrazione assicura: «Onoreremo gli impegni, ma serve una revisione dei prezzi».

Si salvano in pochi. Michele Santoro e i suoi, le star di Beppe Caschetto, Maurizio Crozza, Lilli Gruber e Corrado Formigli. Si salvano? Diciamo che schivano le forbici di Urbano Cairo, il patròn di La7. Per gran parte degli altri produttori, service e fornitori trai quali ci sono aziende come Endemol, Sky e Magnolia, è un inseguimento, una rincorsa estenuante, non sempre coronata dal successo. Per le piccole società, invece, il rinvio sine die del saldo può essere fatale. «Con Telecom i pagamenti erano puntuali, quasi asburgici», rivela una fonte. «Adesso, invece…». Qualche giorno fa L’Espresso ha segnalato l’attesa del «pagamento di undici fatture» di Abruzzo24ore che fornisce immagini al tg di Mentana. Attese da sfinimento anche per «la calabrese World Diffusion Idea, Video Sign di Salerno, Umbria Tv e Toscana Tv».

E i dipendenti della rete chic? Nemmeno loro stanno sereni al momento di spulciare la busta paga, temendo straordinari o domeniche lavorative dimenticate. Eccessi di apprensione? Può darsi. A differenza di altri gruppi editoriali, il conto economico di La7 non è in sofferenza. Gli introiti pubblicitari, più 6 per cento nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2013 (proprietà Telecom), sono in controtendenza e ora il margine operativo lordo registra un più 0,8 milioni mentre un anno fa c’era una perdita di 15,8 milioni. Quella del tycoon, editore di riviste popolari e padrone del Torino Calcio che in fotografia tradisce spesso un’aria sorniona, sembra essere una tecnica studiata. Ci provo e, tanto o poco, risparmio. Fosse così sarebbe una virtù, un modo di amministrare tipico di certi vecchi capitani d’industria. Appena insediato, primavera 2013, al momento di saldare il servizio di catering dell’intera annata, contestò e decurtò l’importo del contratto con il bar che serviva pizzette e tartine agli ospiti di Otto e mezzo. Altra leggenda è quella del controllo sui taxi degli ospiti di Omnibus. Gli invitati partecipano gratis al programma, ma la rete provvede al trasporto negli studi di Via Novaro. Spulciando un mese di scontrini, saldati con buono aziendale, Cairo scoprì che l’importo del percorso d’andata era parecchio inferiore a quello del ritorno e s’insospettì. D’ora in poi si pagherà in contanti, dispose. Fatte le verifiche si scoprì che il traffico romano delle 7 del mattino è parecchio inferiore a quello delle 10. Giallo risolto. Ma l’episodio divulgò subito la nomea di tagliatore di spese del nuovo padrone. Negli ultimi tempi però la prassi ha toccato livelli meno folcloristici. E qualcuno comincia a spazientirsi. Soprattutto perché il ritardo nei pagamenti mette a rischio la vita delle aziende minori.

Qualche mese fa sulle scrivanie dell’editore e dell’amministratore delegato Marco Ghigliani è arrivata una lettera dell’Apt a tutela di alcuni piccoli produttori in attesa del saldo dalla Cairo Communications. Più di recente sugli stessi tavoli è piovuto anche il decreto ingiuntivo del giudice al quale si è rivolta Sky Italia per il saldo delle serie «Faccia d’angelo» e «In Treatment», realizzate dalla pay-tv e diffuse in chiaro da La7. La tecnica della Cairo Communications funziona come una spending review retroattiva. Dopo aver fatto attendere il creditore, i suoi uomini propongono un saldo forfettizzato. Ti dobbiamo 100, ti diamo 70 o 80. Così la collaborazione continua. Peccato che a loro volta i produttori abbiano già saldato autori, ospiti, redattori. Sette mesi dopo il clamoroso aborto del programma di Rita Dalla Chiesa, cancellato a una settimana dalla partenza, la Ambra Multimedia di Marco Bassetti attende ancora il saldo della transazione concordata. Per la stagione 2013 de Le Invasioni Barbariche terminate ad aprile, la Endemol è stata saldata a fine dicembre, ma ha dovuto accettare uno sconto del 10%.

Altri produttori non hanno ancora visto il contratto di programmi già terminati. Al Giornale risulta che per le produzioni Magnolia del 2013 Cristina Parodi Live, I menù di Benedetta, Sos Tata e Piazza Pulita dopo lunga attesa si sia trovato un compromesso su uno sconto del 20%. «Non è vero», replica d’istinto l’ad di Magnolia Leonardo Pasquinelli. Ma la successiva spiegazione suona come un’ammissione: «Gli accordi che sono stati presi negli ultimi mesi con La7 rientrano nella normalità in un momento di mercato difficile che porta spesso a ridefinire modelli produttivi e costi». Chiaro no? Simile il caso di Piazza Pulita. Anche se Pasquinelli nega ma non troppo («L’accordo non prevede un numero garantito di puntate, la rete ha deciso e concordato successivamente con noi di arrivare fino al 26 maggio») il recente avvicendamento del talk di Formigli con L’aria che tira stasera pare dettato da volontà di riduzione di costi. E poi Piazza Pulita tornerà in autunno e Magnolia produrrà la nuova Miss Italia…

Sul fronte dell’editore, Cairo preferisce non replicare. Ma l’amministrazione della rete fa sapere che La7 sta «onorando gli impegni con tutti i suoi fornitori». Però c’è un però: «Nell’ ambito del piano di razionalizzazione dei costi e miglioramento gestionale, l’emittente ha chiesto ai suoi fornitori di praticare una revisione dei prezzi e delle condizioni contrattuali anche alla luce dei mutamenti del mercato pubblicitario e televisivo». Peccato che questa «revisione dei prezzi e delle condizioni» sia spesso una decisione unilaterale.