Pubblicato il 22/05/2014, 15:01 | Scritto da La Redazione

RAI STORIA DEDICA CINQUE ANNI DI PROGRAMMI ALLA GRANDE GUERRA, DAL CUI INIZIO SONO PASSATI CENT’ANNI.

RAI STORIA DEDICA CINQUE ANNI DI PROGRAMMI ALLA GRANDE GUERRA, DAL CUI INIZIO SONO PASSATI CENT’ANNI.
Il 28 giugno saranno passati cent’anni dall’attentato di Sarajevo, che causò lo scoppio della prima guerra mondiale e Rai Storia accende la sua programmazione sul conflitto con tanti programmi, arruolando Carlo Lucarelli come voce narrante   Da qui ai prossimi cinque anni, come dire, mettetevi pure comodi, tanto di tempo ne avete. A concedervelo è […]

Il 28 giugno saranno passati cent’anni dall’attentato di Sarajevo, che causò lo scoppio della prima guerra mondiale e Rai Storia accende la sua programmazione sul conflitto con tanti programmi, arruolando Carlo Lucarelli come voce narrante

 

Da qui ai prossimi cinque anni, come dire, mettetevi pure comodi, tanto di tempo ne avete. A concedervelo è la Rai Educational di Silvia Calandrelli che garantisce cinque anni di programmazione per ricordare e raccontare la Grande Guerra, tra programmi, appuntamenti settimanali, produzioni nazionali e co-produzioni internazionali. «La nostra azienda fino al 2018 proporrà tanti contenuti sulla Grande Guerra – sottolinea Annamaria Tarantola, Presidente Rai – E’ uno sforzo indirizzato a raggiungere il maggior numero di pubblico possibile, in particolare i giovani, chiamati a non dimenticare. Questo progetto è uno sforzo realizzato al di fuori di ogni retorica e qualsiasi costruzione ideologica».

Voce narrante è Carlo Lucarelli, che dal 28 giugno, data dell’attentato di Sarajevo, inaugura su Rai Storia Storie della Grande Guerra, pochi minuti al giorno sulla vita al fronte e nelle retrovie, in onda fino al 27 luglio, quando scoppiò la guerra. Alla voce dello scrittore noir sono affidati anche I Diari della Grande Guerra, otto episodi, frutto di una grande co-produzione internazionale, che intrecciano le vite di uomini e donne di tutta Europa coinvolti nella catastrofe. «Sono state in tutto circa quattro miliardi le lettere indirizzate al fronte durante la Prima Guerra mondiale – ricorda la Calandrelli – Il nostro è un grande racconto che vuol riproporre cosa è stato questo conflitto, con l’aiuto anche di immense ricerche in archivi internazionali».

Da settembre prenderà poi il via Grande Guerra, cent’anni dopo, una serie in venti puntate presentate da Paolo Mieli e narrate ancora da Lucarelli, grande studioso e appassionato del conflitto mondiale. «Noi italiani – ammette lo scrittore – abbiamo il difetto di non conoscere la nostra storia e noi narratori quello di non averla ben raccontata. Questa è un’occasione per rifarci».

Anche Radio2 e Radio3 partecipano al centenario della prima guerra mondiale con una programmazione speciale sabato 28 giugno, sabato 26 e domenica 27 luglio. Radio3 il 28 giugno alle 20.30 trasmetterà il concerto dell’Orchestra sinfonica nazionale, che ha commissionato per l’occasione una nuova composizione a Nicola Piovani. «Quando mi hanno chiesto di scrivere un pezzo sulla Grande Guerra ero onorato, ma anche preoccupato – confessa il musicista – Le due parole, grande guerra, non mi ispirano serenità. Sono un pacifista da sempre, mi basta vedere due che si prendono a pugni per non dormire la notte, per cui non mi sentivo adatto per questa composizione. Poi mi sono interessato a quella mattina di Sarajevo in cui cinque ragazzi sono partiti con bombe, pistole e cianuro per un ideale, dare libertà alla Serbia. Da lì in avanti sono arrivati 18 milioni di morti, che io ritengo siano stati completamente inutili. Ma sono nati da un gesto idealista. La mia è una composizione strumentale, la prima parte è una grande agitazione di chi va verso un gesto eroico, la seconda è invece un lungo requiem di morte. Se ci fosse un coro, finirebbe con la parola “pax”, parola che forse arriverà con un suono elettronico».

Il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, memore delle polemiche sollevate circa un anno fa dall’addio di Giovanni Minoli alla Rai con la sua “La storia siamo noi”, ora gongola: «Un anno fa qualcuno scrisse che avremmo cancellato la storia dai nostri palinsesti, questa è la dimostrazione che invece è tornata prepotentemente alla carica. La Rai è la tv pubblica con una maggiore programmazione di storia».

Tiziana Leone

(nella foto un’immagine dal fronte)