Pubblicato il 13/02/2014, 17:52 | Scritto da La Redazione

GIULIA MIZZONI, FOX SPORTS: «CALCIO E CUCINA, LE MIE DUE GRANDI PASSIONI. UN SOGNO? VIVERE UN MONDIALE DA INVIATA»

Unica donna nella redazione cronisti di FoxSports, la giornalista romana ventinovenne dimostra un’attitudine spigliata nel raccontarsi a TVZOOM. Ecco che cosa ha dichiarato.meta name=”news_keywords” content=”giulia mizzoni, foxsports, mondiali, liga, totti”

Giulia Mizzoni. Romana a Milano. Femminuccia nel mondo testosteronico del calcio. In teoria, una contraddizione vivente. In pratica, no. Anzi. La telecronista ventinovenne della redazione di FoxSports ama il suo lavoro. E lo sa fare bene. Ci sguazza, libera e felice come il pallone tra i piedi di Kakà. Pardòn, di Totti. Giulia è romanista doc, vuoi mai che si offenda.

Ha l’occhio attento, la favella convincente. Se il presidente della Longobarda, Borlotti, la inviasse in Brasile come osservatrice, porterebbe a casa un affare migliore di Aristoteles. O di Socrates. Perché il giornalismo sportivo è una filosofia. Un toro da prendere per le corna (nessun riferimento a recenti vicende nostrane extracalcistiche che coinvolgono portieri e portinai del gossip, sia chiaro).

Va bene, Giulia, via il dente, via il dolore. Lei è una fanciulla in un mondo maschile. So che questa domanda gliel’avranno posta altri prima di me, ma me la conceda. Come si trova?
«Guarda che non è così traumatico come si possa pensare. Il mondo del giornalismo sportivo, oggi, vede tante donne coinvolte. Ed è un bene».
Sportivo sì, calcistico meno. Lei è l’unica donna della redazione di FoxSports.
«Questo è vero. Anzi, no, da quando è arrivata una segretaria di redazione, ho un’alleata (ride, nda). In realtà, non mi sono mai comportata da femminuccia, con i miei colleghi. Non faccio la primadonna. Mi trattano come una di loro. Anzi, come “uno” di loro».
Non fa la primadonna, ma esteticamente non somiglia affatto a un maschiaccio.
«Non mi sono mai sentita una modella. Certo, farsi guardare risulta più semplice che farsi solo ascoltare. Ma nel mio lavoro, alla base c’è una qualità imprescindibile: farsi trovare sempre preparata».
La passione per il calcio è nata in famiglia?
«Mio padre è sempre stato tifoso romanista. Io però ho iniziato ad appassionarmi al calcio durante i Mondiali del ’98, quelli del rigore sbagliato da Di Biagio e dell’eliminazione dell’Italia di Cesare Maldini. Ero in lacrime».
Ha dunque convogliato quella passione nel giornalismo.
«Beh, sai com’è, con l’adolescenza, cominci a valutare le tue inclinazioni. I numeri per me erano un incubo, in matematica ero negata. In compenso mi sentivo portata per le materie letterarie. Mi piaceva scrivere. Quello è stato un aspetto decisivo».
Lei lavora nella redazione di FoxSports. Realtà nata da poco, che si sta consolidando con buon successo, grazie a un team giovane.
«Dal primo giorno di lavoro, eravamo tutti volti e voci giovani. Siamo nati come outsider, proponendoci di entrare in modo competente ma informale, nelle case degli appassionati. Raccontiamo la Liga, i campionati europei più importanti. Da un lato, abbiamo un pubblico molto tecnico, di veri amatori. Dall’altro, c’è un vuoto potenziale da riempire, coinvolgendo un numero sempre maggiore di amanti del calcio».
Quali sono le caratteristiche principali per rendere proficuo questo coinvolgimento?
«Non stare sul piedistallo. Puntare su un linguaggio fresco, immediato, che si avvicini al salotto del fruitore, senza rinunciare alla competenza. In questo modo si può rendere appetibile una partita di campionato del Barcellona a un tifoso del Milan».
Sono milanista. Mi fa male al cuore, se cita il Barcellona.
«Oh, scusa, non volevo (ride, nda)».
Torniamo alla questione di appartenenza di sesso: il vostro pubblico è prevalentemente maschile?
«Sì, ma sai che, controllando i social network, noto tante ragazze che si stanno avvicinando a FoxSports?».
Non sarà per caso per spirito concupiscente nei confronti dei calciatori?
«Ah, potrebbe anche essere. Ma non voglio pensare sia l’unico motivo».
Non è che all’inizio anche lei si sia avvicinata al mondo del calcio per quella ragione?
«No, giuro. Non sono mai stata attratta dal calciatore come status symbol mondano».
Mi confidi un sogno nel cassetto professionale.
«Commentare il “classico” della Liga Spagnola. Oppure vivere in prima persona un Mondiale di calcio. Sarebbe un’esperienza pazzesca».
Quali sono le caratteristiche imprescindibili per fare il suo mestiere?
«Essere diretti e freschi, sia nello scritto, sia nel parlato. E poi, far leva su un buon spirito di immedesimazione. Non troppo, altrimenti si rischia di finire in manicomio. Il giusto. Quanto basta per vivere le emozioni raccontate assieme al pubblico».
Un po’ come fanno i telecronisti sudamericani quando urlano: «Goooooooooooooooooooooooooooooooooooollassooooooooooooo!», brasandosi le corde vocali per dieci minuti buoni a ogni rete.
«Adoro le telecronache spagnole e latine in genere. Mi fanno impazzire».
Lei lo farebbe?
«Io no, risulterei ridicola. Non è una cifra che mi appartiene. Su di me, cerco di essere pacata, lineare e precisa. Senza fronzoli eccessivi».
Coronando il sogno di assomigliare a qualcuno?
«Oddio, non farmi citare dei maestri. Non vorrei imbarazzarli troppo, nel pretendere di accostarmi a loro (ride, nda)».
Senta, ma mondo calcistico/giornalistico a parte, che cosa le piace fare, durante la sua giornata?
«Vado in palestra, cerco di farlo almeno tre/quattro volte a settimana. Ho una giovanissima cagnetta, presa al canile, alla quale dedico le mie attenzioni. Mi diletto in esperimenti di cucina. Mi piace molto cucinare».
Ecco. Allora la domanda su come si vedrebbe, se protagonista di un cooking show televisivo, diventa obbligatoria.
«Sai quale idea sarebbe divertente per abbinare calcio e cucina? Un format di gastronomia, coinvolgendo allenatori e calciatori. Invitandoli in studio e mettendoli alla prova ai fornelli».
Chi inviterebbe?
«Qualche romanista doc. Magari Carletto Mazzone. O Luciano Spalletti».
Questo tra gli allenatori. E tra i giocatori?
«Facile. Totti. Visto che come atleta è un mito vivente, sarebbe interessante vederlo in azione in cucina. Secondo me se la caverebbe benissimo».
Un’ultima curiosità: lei è romana, per lavoro vive a Milano. Mi conferma il luogo comune secondo il quale la cosa più bella di Milano, per un romano, è il treno per Roma?
«Sai com’è, un romano non si abitua mai a star lontano da Roma. Detto questo, amo Milano, mi ha accolta, è la città dove lavoro. Posso dirne solo bene, meteo a parte».
In questo preciso momento dove si trova?
«Ho un giorno di vacanza. Dunque sono a… Roma!».
Eccallà.

 

Gabriele Gambini

(Nella foto Giulia Mizzoni)