Pubblicato il 06/12/2013, 13:11 | Scritto da La Redazione

NON SOLO REALITY, LA RAI PUNTA SULLA TRAVIATA

NON SOLO REALITY, LA RAI PUNTA SULLA TRAVIATA
Basta con L’isola dei famosi, meglio La Traviata. D’ora in poi la Rai punterà meno allo share e più alla cultura per “riportare il pubblico verso un certo tipo di spettacoli dice il direttore generale Gubitosi che forse faranno risultati minori, ma sono in linea con la missione dell’azienda”.meta name=”La Traviata, Rai, Gubitosi” Rassegna Stampa: […]


Basta con L’isola dei famosi, meglio La Traviata. D’ora in poi la Rai punterà meno allo share e più alla cultura per “riportare il pubblico verso un certo tipo di spettacoli dice il direttore generale Gubitosi che forse faranno risultati minori, ma sono in linea con la missione dell’azienda”.meta name=”La Traviata, Rai, Gubitosi”

Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 17, di Patrizia Simonetti.

Non solo reality, la Rai punta sulla Traviata
Basta con L’isola dei famosi, meglio La Traviata. D’ora in poi la Rai punterà meno allo share e più alla cultura per “riportare il pubblico verso un certo tipo di spettacoli dice il direttore generale Gubitosi che forse faranno risultati minori, ma sono in linea con la missione dell’azienda”. Spiega così la cancellazione del reality di Rai 2 “nonostante il 15% di share” e la virata verso più alti lidi di Rai5, il canale diretto da Pasquale D’Alessandro che inaugura in questi giorni il nuovo palinsesto all’insegna dell’arte in tutte le sue sfaccettature, dal cinema al teatro alla musica, e con giornate a tema dedicate ai film e ai documentari d’autore, ai corti, ai classici del palcoscenico, all’opera, alla lirica, al balletto, alla danza contemporanea, fornendo un’alternativa free, almeno nelle intenzioni, a Sky Arte. “Significa che l’azienda è consapevole del suo ruolo pubblico” ha commentato un po’ stupito il ministro dei Beni culturali Bray. Tanto si sa, con la cultura non si mangia. Ragione in più per il canale di trasmettere anche quest’anno in diretta l’evento culturale per eccellenza, l’apertura della stagione della Scala di Milano, senza dunque alcuna ansia da prestazione. Non come l’anno scorso quando ci si rimase un po’ male con il Lohengrin di Richard Wagner diretto dal Maestro Barenboim, maratona di cinque ore che il pubblico non premiò, deludendo le aspettative del record di ascolti attestandosi a meno di 200 mila spettatori e ad uno share dello 0,98%.
QUEST’ANNO , sabato alle 17.30, l’appuntamento è con opera in tre atti di Giuseppe Verdi ispirata a La signora delle camelie, romanzo del 1848 di Alexandre Dumas (figlio), adattato al teatro quattro anni dopo e ripreso da Francesco Maria Piave, autore del libretto dove Marguerite Gautier diventa Violetta Valèry, in ogni caso, per mantenere un linguaggio d’epoca, donna di facili costumi che negli anni costò all’opera verdiana varie operazioni di censura. Sul palcoscenico Diana Damrau e Piotr Beczala, oltre a una dozzina di telecamere in alta definizione e una sessantina di microfoni, orchestra diretta da Daniele Gatti e regia di Dmitri Tcherniakov, mentre quella televisiva è di Patrizia Carmine. La Traviata, che replicherà alla Scala fino al 3 gennaio a chiudere le celebrazioni per il bicentenario della nascita del maestro di Busseto, verrà trasmessa in diretta anche dalle TV di Francia, Germania, Russia e Ungheria e in centinaia di sale cinematografiche italiane ed europee dei circuiti Microcinema e Rising Alternative.