Pubblicato il 21/11/2013, 13:32 | Scritto da La Redazione

VITTORIA PUCCINI: «GLI SGUARDI, LE INTERVISTE, I LIBRI. ORIANA FALLACI È LA MIA OSSESSIONE»

VITTORIA PUCCINI: «GLI SGUARDI, LE INTERVISTE, I LIBRI. ORIANA FALLACI È LA MIA OSSESSIONE»
Parla l’attrice che interpreterà la giornalista e scrittrice in una miniserie in due puntate prodotta da Rai Fiction e Fandango per la regia di Marco Turco: «La studio nei dettagli per essere credibile».meta name=”Oriana Fallaci, Vittoria Puccini, fiction, Rai” Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 49, di Emilia Costantini. «Gli sguardi, le interviste, i libri. Oriana […]


Parla l’attrice che interpreterà la giornalista e scrittrice in una miniserie in due puntate prodotta da Rai Fiction e Fandango per la regia di Marco Turco: «La studio nei dettagli per essere credibile».meta name=”Oriana Fallaci, Vittoria Puccini, fiction, Rai”

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 49, di Emilia Costantini.

«Gli sguardi, le interviste, i libri. Oriana Fallaci è la mia ossessione»
Vittoria Puccini: la studio nei dettagli per essere credibile.

ROMA Oriana è gravemente malata. Nella sua casa vicino Firenze aspetta la morte, quella morte che ha sempre odiato, ma di cui non ha mai avuto paura. Una studentessa la va a trovare, perché vorrebbe fare una tesi di laurea su di lei. Oriana non smentisce il suo caratteraccio e la scaccia in malo modo… È la prima scena della fiction dedicata alla grande giornalista e scrittrice: un racconto a ritroso inseguendo i ricordi da quando fu arruolata nella Resistenza dal padre Edoardo, come staffetta partigiana, al suo esordio sulla carta stampata; dalla sua prima esperienza da inviata di guerra in Vietnam alle sue celebri interviste ai potenti della terra; dal suo desiderio di maternità ai suoi grandi amori, Frainois Pelou e Alekos Panagulis; dalla tragedia delle Torri Gemelle alla «Rabbia e l’orgoglio». Fino alla sua ultima, solitaria, estrema «guerra» contro il cancro, l’«alieno», come lo chiamava lei. «L’Oriana» si intitola la miniserie in due puntate prodotta da Rai Fiction e Fandango per la regia di Marco Turco (su Raiuno nel 2014). Nel ruolo della protagonista, Vittoria Puccini: «Questo film potrebbe suscitare delle polemiche, così come le suscitava la Fallaci. Si può amarla o odiarla, essere d’accordo o no con le sue invettive, ma credo che la sua storia, la sua vita, meritino di essere raccontate, non dimenticate». E pensare che la giornalista del Corriere, riservatissima, aveva bloccato ogni tentativo di girare film sulla sua vita: «Che li facciano quando sarò morta», ripeteva. Un compito delicato quello degli sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia che ammette: «L’immagine più vivida che avevamo di lei era quella dei suoi ultimi anni, di una donna dura, arrabbiata con una militante di destra. Abbiamo ricominciato dai suoi libri, scoprendo una persona complessa, né di destra, né di sinistra, che ragionava solo con la sua testa. E poi una pasionaria a tutti gli effetti che sapeva essere anche ironica». Anche la Puccini, che la conosceva più come giornalista, l’ha «studiata» attraverso i romanzi: «Quello che mi ha colpito di più è “Un uomo”: non conoscevo la storia di Panagulis. Ho capito il suo modo di vivere un amore così intenso, il suo essere donna, la sua fragilità che non ti aspetti da un carattere tanto forte, aggressivo e determinato.

Eppure, quando si innamorava Oriana era come tante altre e si scopriva indifesa: negli uomini ha sempre cercato persone che fossero all’altezza dei suoi genitori. Da qui la contraddizione: desiderare di avere dei figli, di mettere su famiglia, era in contrasto con la sua vita che pretendeva libertà totale». Cinque milioni il budget. Location in Tunisia, Grecia, Roma, Firenze e forse una puntata in Tailandia. «Non siamo qui a farne il santino precisa il regista e non ci censureremo neppure riguardo a certe sue prese di posizione estreme. Non pensiamo che fosse un’eroina, ma di sicuro non ebbe mai paura di dire ciò che pensava senza pregiudizi». Riflette Petraglia: «La sua lotta contro l’Islam non iniziò con la attacco alle Torri; ma molti anni prima quando aveva conosciuto da vicino una religione che, a suo dire, non dava libertà alle donne, schiavizzandole». Lo scopo è anche di ripercorrere, attraverso la Fallaci, la storia della seconda metà del ‘900: «È stata una testimone oculare conferma Eleonora Andreatta, direttore Rai Fiction -. Una vera combattente di tutti gli autoritarismi che ha attraversato con il talento della scrittura gran parte del nostro passato recente, rivendicando il diritto di essere parziale. L’unica nostra preoccupazione è di non tradirla». Il filo rosso che conduce la narrazione è, come sottolinea Petraglia, la «sua italianità: ha viaggiato tanto, ma è rimasta profondamente italiana». Tuttavia il compito più arduo tocca alla Puccini: fiorentina doc come il personaggio, ma fisicamente molto diversa. «Mi sono vista e rivista ossessivamente tutte le sue immagini, le interviste in tv, ho studiato le sue mosse, il modo di alzare o abbassare lo sguardo, di stringere la sigaretta tra le dita. E il ruolo più gravoso che mi sia mai capitato. Ne ho il sacro terrore. Prendo il coraggio da lei».