Pubblicato il 03/05/2013, 14:01 | Scritto da La Redazione

GIOVANNA “NINA” PALMIERI: «NEL SESSO LE DIMENSIONI CONTANO. IL CANTANTE LUCA ROMAGNOLI? IL SUO GESTO È STATO ECCESSIVO»

La brava giornalista torna da stasera alle 23 su Cielo con il suo “Sex Education Show”: rubriche d’approfondimento, ironia, rigore scientifico, per affrontare a tutto tondo il tema della sessualità.

È successo mercoledì a Roma, sul palco del Concertone del Primo Maggio. Luca Romagnoli, cantante dei Management del Dolore Post Operatorio, ha pensato bene di calarsi le braghe in piazza ostentando un preservativo con finalità didattico-social-propagandistiche, scatenando l’ilarità di alcuni maliziosetti pettegoli sui social network. Ce l’ha piccolo, ha scritto qualcuno.
Ora, al di là del gesto potenzialmente autolesionista e delle motivazioni autopromozionali che l’hanno originato (ci aveva pensato già Piero Pelù nel 1994 a promuovere l’uso del preservativo tra i giovani sul palco del Concertone, senza avvertire il bisogno farsesco di ostentare dotazioni più o meno generose), il dibattito ha preso forma. Il sesso è una questione pubica, ma anche pubblica, e il privato di un individuo appartiene al pubblico nella misura in cui può essere violato portandone in superficie le controversie.
In tv, poi, diventa un argomento accattivante perché furbetto, pruriginoso quanto basta per comprenderne i risvolti cultural-pedagogici. Giovanna “Nina” Palmieri, brava giornalista rampante d’inchiesta, conduttrice piacente (che non guasta, visto l’argomento), autrice, lo aveva già capito un anno fa con il suo Sex Education Show e quest’anno torna alla carica ogni venerdì su Cielo alle 23. Rubriche d’approfondimento a metà tra il serio e il faceto, rigore scientifico alternato a ilarità, informazioni specifiche. Il fantastico caravanserraglio della sessualità formato catodico. Oltre all’immancabile lettone sul quale Nina visiterà le italiche piazze alla ricerca di ospiti speciali e non.
Nina, come commenta il gesto di Romagnoli sul palco del concerto? Provocazione? Iniziativa di astuta autopromozione? Intento sociale maldestro?
«Un po’ tutto quello che hai appena detto. Credo abbia tentato una provocazione per smuovere le coscienze sull’importanza del preservativo. In Italia è necessario. Un’idea buona con una messa in pratica esagerata. Fermo restando che il preservativo rimane l’eroe dei nostri tempi».
Sui social network, qualcuno aveva sbeffeggiato le dimensioni del povero cantante, finito in fuorigioco per aver fatto “fallo”.  Le dimensioni contano davvero?
«Le dimensioni contano, per una donna. Possiamo star qui a raccontarci che non è così, ma nelle chiacchiere da bar che si fanno tra donne, parlando e sparlando degli uomini, l’argomento salta fuori. E la prima impressione ha il suo peso. Però, per rassicurare i maschietti all’ascolto, non bisogna fermarsi a quella. Non tutti sanno che un pene in erezione ha un afflusso sanguigno 40 volte superiore rispetto a uno in stato di flaccidità. In Sex Education Show abbiamo fatto un giochino a tal proposito: abbiamo fatto il calco del pene a riposo ad alcuni giocatori di football americano. Dopodiché, lo abbiamo confrontato con il calco del pene eretto. E’ capitato che un pene flaccido all’apparenza più piccolo di altri, risultasse il più grosso durante l’erezione».
Ora son più tranquillo anch’io. A proposito di punti di vista maschili e femminili: esistono differenze nelle informazioni acquisite sulla sessualità? Chi è più preparato, di solito?
«Le donne sono leggermente più preparate rispetto agli uomini. Questo perché più abituate a confrontarsi sin da subito col proprio ginecologo, fonte preziosa di informazioni. Un uomo, per consuetudine, si rivolge a un urologo quando ha superato i 50 anni. Spesso è troppo tardi. Durante le puntate del programma, mi sono confrontata con risposte assurde da parte di alcuni intervistati. Sia uomini, sia donne».
Qualche assurdità eclatante?
«Ah, lacune divertentissime. C’è chi crede che il Punto G si trovi sotto all’ascella. Chi strabuzza gli occhi con sospetto alla parola cunnilingus o fellatio. Oppure, chi è caduto in una domanda trabocchetto: quanti buchi ha una vagina? La risposta è “due”, ma comunemente si potrebbe essere portati a rispondere “uno”».
Nella rubrica “how to do” vi occupate di bricolage sessuale. Come costruirsi il proprio oggetto di desiderio sessuale a casa.
«E’ un modo per fare il verso ai factual, che tanto vanno di moda in questo periodo. Costruiamo oggettistica stupida e divertente, come per esempio delle mutandine commestibili da utilizzare durante l’intimità. Oppure proponiamo ricette afrodisiache. Oppure, ancora, facciamo la simulazione dell’orgasmo con l’aiuto di Nino, il mio fidanzato immaginario».
Un’altra, tra le rubriche di quest’anno?
«Io, vestita da Marco Columbro negli anni ’80, con giacca pailettata, faccio domande ad alcune coppie circa la loro intesa sessuale. A volte saltano fuori delle sorprese».
Non mancherà l’immancabile lettone. Chi vorrebbe avere ospite, in particolare?
«Quando siamo stati a Bologna, ho espresso il desiderio di avere sul lettone Gianni Morandi. Non ci siamo riusciti, ma resta un desiderio».

Mai pensato a qualche politico?

«I politici li vorrei tutti. Dai grillini al PDL al PD. Un’ammucchiata!».
E’ il periodo giusto, del resto. Lei si è calata anche nei panni di mistress-dominatrice. E’ vero che si tratta di una fantasia soprattutto maschile a cui qualche donna talvolta si presta?
«Faccio crollare le tue certezze. Le mistress, così come i master, esistono non solo perché si prestano al piacere degli altri. Ci sono donne che amano molto avere un ruolo dominante. In generale, il mondo s/m e fetish è particolare, molto distante dai miei gusti sessuali, ma indagando in quell’ambiente ho capito come funziona il desiderio delle persone che lo frequentano. Mi è capitato di sculacciare con una paletta un uomo per diversi minuti e carpire dai suoi occhi sentimenti di profonda gratitudine e appagamento».
C’è qualche altro programma d’inchiesta che le piacerebbe condurre?
«Ho inziato facendo uno stage a Blu Notte da Carlo Lucarelli. Mi piacerebbe tornare a occuparmi di “crime”. Lo dico sempre: “Da grande vorrei essere come Lucarelli”. In generale, però, l’essenziale per me è raccontare storie. Infilarmi nella vita degli altri e raccontare».
Dunque un suo aspetto, quello della giornalista d’inchiesta conduttrice, è da complemento a quello dell’autrice.
«Certo. Anzi, la scrittura del libro è figlia della trasmissione tv e delle inchieste. Non riesco a fermarmi, la curiosità è ciò che mi spinge a documentare e a raccontare. Come nel caso della coppia di ragazze lesbiche: ho voluto descrivere quel mondo, la loro storia, con lucidità».
A proposito di omosessualità: anche quest’anno saliranno intervistere coppie gay?
«Sul lettone sale chi vuole, non viene fatta una scelta di appartenenza. In E io tra di voi abbiamo avuto una coppia gay. Io sono gay friendly, ci è capitato anche di trattare un tema di bullismo scolastico che aveva l’omosessualità della vittima come fattore scatenante».
Le vostre prospettive di riscontro sono buone, vista anche l’edizione precedente. In generale, parlare di sesso in tv tira sempre, giusto?
«E’ un argomento furbetto e accattivante, ma molto utile per veicolare informazione corretta. Soprattutto in Italia, dove regna l’ipocrisia, e dove manca una materia come educazione sessuale. Penso ai nostri cugini francesi, nel loro ordinamento scolastico è prevista per 40 ore all’anno. Educare e informare i giovani è fondamentale. Non dimentichiamo che i contagi da HIV stanno pericolosamente aumentando proprio tra i giovani tra i 15 e i 24 anni».

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Giovanna “Nina” Palmieri)