Pubblicato il 29/03/2013, 11:31 | Scritto da La Redazione

KASIA SMUTNIAK: «SARA, IL MIO PERSONAGGIO DELLA SERIE “IN TREATMENT” NON MI ASSOMIGLIA, HA ALTRI PROBLEMI RISPETTO AI MIEI»

L’attrice racconta a le difficoltà incontrate nell’interpretare Sara, una donna dal passato oscuro, che per riemergere sceglie l’analisi del dottor Mari-Castellitto. E svela che con lei ha davvero poco in comune.

 

Kasia Smutniak nella serie In Treatment da stasera alle 20.35 su Sky Cinema1 è Sara, una donna bella e forte, costretta però a convivere con una ferita profonda del suo animo. Il suo problema sono gli uomini che deve inesorabilmente sedurre compreso il suo analista Giovanni Mari (Sergio Castellitto). Anche per lei, come per gli altri protagonisti di questa fiction tratta da un format israeliano già trasmesso con successo in altri tredici Paesi del mondo, lo studio è stata la parte fondamentale. Il regista Saverio Costanzo non ha lasciato libertà agli attori, costretti a recitare a memoria, senza il gobbo e senza mai interrompere i lunghissimi ciak. Quasi una seduta analitica nella seduta analitica.«Ciascuno di loro è stato il protagonista di una grande e lungo monologo – afferma Costanzo – Non hanno avuto diritto al gobbo fin dall’inizio. Solo Castellitto poteva averlo, perché in realtà i protagonisti veri sono i suoi pazienti». A Sara, la Smutniak ha dato tutta la sua anima e il suo impegno. «E’ stata un’esperienza molto forte e difficile – confessa – Quando arrivavamo sul set era come se fosse la prima di un teatro. Ci si sedeva sulla poltrona dell’analista e si cominciava. Non ho mai pensato di ripetere tutto a memoria, le cose stranamente accadevano da sole, ma quando c’era un fuori programma, un’emozione che arrivava in un momento sbagliato, è allora che ti rendevi conto dell’importanza dello studio fatto».

Al cinema è protagonista di due commedie Tutti contro tutti e Benvenuto Presidente! In tv ha interpretato la moglie di Modugno per la fiction di Raiuno a ora Sara, una donna complessa per Sky. Come sceglie i ruoli da interpretare?

«Penso prima di tutto a quello che mi piace, poi a quello che mi permette di fare qualcosa di diverso. Dove vedo le difficoltà decido di buttarmi. E non ho ancora finito ».

Assomiglia a Sara?

«Ho altri problemi rispetto a lei».

Il suo personaggio porta in tv un modo di parlare di sesso e passione molto diverso rispetto alle altre fiction.

«Credo che questa sarà una serie sconvolgente che cambierà una volta per tutte la percezione generale sull’analisi, farà meno paura, romperà qualche tabù. Senza censure permetterà allo spettatore di credere alle storie raccontate».

La serie si sviluppa un po’ come un reality analitico, in cui giorno dopo giorno si compongono i vari pezzi di un puzzle. Ha avuto la sensazione di far parte di un grande reality?

«No, assolutamente, serviva solo una certa tecnica per recitare, senza mai improvvisare. E’ l’intento di qualsiasi film quello di fare immedesimare il pubblico, non lo vedo come un reality».

Tiziana Leone

(nella foto Kasia Smutniak)