Pubblicato il 13/03/2013, 12:33 | Scritto da La Redazione

NERI MARCORÈ E LA SATIRA SURREALE: «MA RINUNCIO ALLE IMITAZIONI»

NERI MARCORÈ E LA SATIRA SURREALE: «MA RINUNCIO ALLE IMITAZIONI»
Neri Marcoré tornerà su Raitre da lunedì in seconda serata con sei puntate di «Neripoppins», scritto con Giorgio Gallione, Marco Presta, David Riondino e Sergio Conforti. Affiancato da Antonio Rezza, Paola Minaccioni e Giovanni Esposito, rileggerà l’attualità attraverso la lente deformante della comicità surreale in una scenografia magrittiana. Rassegna Stampa: Il Mattino, pagina 29, di […]


Neri Marcoré tornerà su Raitre da lunedì in seconda serata con sei puntate di «Neripoppins», scritto con Giorgio Gallione, Marco Presta, David Riondino e Sergio Conforti. Affiancato da Antonio Rezza, Paola Minaccioni e Giovanni Esposito, rileggerà l’attualità attraverso la lente deformante della comicità surreale in una scenografia magrittiana.

Rassegna Stampa: Il Mattino, pagina 29, di Fabrizio Corallo.

Marcorè e la satira surreale: «Ma rinuncio alle imitazioni»
Dopo varie edizioni di «Per un pugno di libri», Neri Marcoré tornerà su Raitre da lunedì in seconda serata con sei puntate di «Neripoppins», scritto con Giorgio Gallione, Marco Presta, David Riondino e Sergio Conforti. Affiancato da Antonio Rezza, Paola Minaccioni e Giovanni Esposito, rileggerà l’attualità attraverso la lente deformante della comicità surreale in una scenografia magrittiana. Reciterà e canterà le utopie impossibili, i paradossi del nostro Paese e la sua comicità involontaria. Tra tanti amici («musicisti o attori che non verranno a farsi promozione ma a condividere una gag»), spazio per i contributi video: un’antologia assurda che con la complicità tra gli altri di Carolina Crescentini e Paolo Fox racconterà un mondo ai limiti dell’inverosimile; il miniserial con Neri e Claudio Gioè mafiosi italo-americani degli anni ’70 che discutono dell’inutilità della cultura. «Oggi definirsi comico è pericoloso, il rischio è quello di prendersi troppo sul serio come fa qualcun altro», spiega Marcorè, che ha scelto il titolo del suo show, «perché rievoca qualcosa di surreale. Rinuncio alle imitazioni e sperimento puntando ad una sorta di miracolo: lasciar emergere l’Italia che la politica di questi anni e la società hanno forgiato, rinunciando a nominare il politico di turno o a farne il verso. È arrivato il momento di seguire una strada che risponde al mio bisogno di vedermi in modo diverso, anche per evitare il rischio di ripetersi ed essere noiosi». Nessun problema, comunque, a ribadire le sue scelte di posizione: «Con Benigni, Saviano, Jovanotti e tanti altri ho aderito all’appello “Facciamolo” per un governo di alto profilo che realizzi il cambiamento tenendo insieme Pd e M5S». E infine: «Non pretendiamo di dare un’immagine del nostro Paese attraverso questa trasmissione, ma proponiamo scatti fotografici dell’Italia in cui ciascuno di noi potrà forse riconoscere il vicino di casa o anche un politico».