Pubblicato il 08/02/2013, 11:31 | Scritto da La Redazione

VILLENEUVE: «IO TIFO PER ALONSO, MA SE LA FERRARI SBAGLIA LO DIRÒ»

VILLENEUVE: «IO TIFO PER ALONSO, MA SE LA FERRARI SBAGLIA LO DIRÒ»
«Non chiedetemi di non dire quello che devo dire». È stata questa l’unica condizione posta da Jacques Villeneuve per accettare di entrare a far  parte della «scuderia» di Sky. Sarà lui, già campione del mondo, ma soprattutto figlio di una leggenda della Formula Uno, il commentatore tecnico che affiancherà Vanzini durante le telecronache. Rassegna Stampa: […]


«Non chiedetemi di non dire quello che devo dire». È stata questa l’unica condizione posta da Jacques Villeneuve per accettare di entrare a far  parte della «scuderia» di Sky. Sarà lui, già campione del mondo, ma soprattutto figlio di una leggenda della Formula Uno, il commentatore tecnico che affiancherà Vanzini durante le telecronache.

Rassegna Stampa: La Gazzetta del Mezzogiorno, pagina 26, di adp.

Villeneuve: «Io tifo per Alonso ma se la Ferrari sbaglia lo dirò»
MILANO. «Non chiedetemi di non dire quello che devo dire». È stata questa l’unica condizione posta da Jacques Villeneuve per accettare di entrare a far  parte della «scuderia» di Sky. Sarà lui, già campione del mondo, ma soprattutto figlio di una leggenda della Formula Uno, il commentatore tecnico che affiancherà Vanzini durante le telecronache.

Cosa le piace e cosa non le va giù rispetto ai suoi tempi? «Le monoposto vanno forte, ma non mi piacciono le cose artificali come il DRS. Tanti sorpassi sono artificiali. Poi non mi va giù che, come in passato, si sia tornati ad avere 3-4 piloti professionisti, mentre gli altri sono gentleman driver che pagano per correre? Immaginate una cosa simile nel calcio?» In Italia è obbligatorio parlare bene della Ferrari… «Se faranno bene lo diremo, ma diremo anche
se sbagliano. Io sono tifoso di Alonso e l’anno scorso è stato lui a tenere su il team. Apprezzo la Ferrari perché mettono in prima fila i piloti, mentre altri team si antepongono ai loro driver».
Quali sono stati i suoi miti?
«Da piccolo mi piaceva Fittipaldi, poi quando correva mio padre era lui il migliore e infine ho corso io…».
Quanto l’ha penalizzata non avere peli sulla lingua?
«È un prezzo che ho pagato, ma quando sono stato zitto ho pagato di più…».
Si presenta anche Sarah Winkhaus. «Vi farò vedere la Formula Uno da vicino, vi farò conoscere i piloti, che non sono robot ma esseri umani e soprattutto sarò nei box e in tutte le aree in cui lo spettatore non ha accesso. Il nostro impegno sarà farvi avvicinare a una formula Uno che crediamo si sia allontanata dalla gente. Non sono l’Ilaria D’Amico della Formula Uno: il paragone mi lusinga, ma preferisco i motori al calcio».