Pubblicato il 02/02/2013, 10:31 | Scritto da La Redazione

COME ROSARIO DIVENNE FIORELLO

COME ROSARIO DIVENNE FIORELLO
Giorgio Dell’Arti, sulle pagine de “La Stampa”, estrapola alcuni brani del libro di Umberto Piancastelli, “Fiorello il più grande”. Rassegna stampa: La Stampa, pagina 44, di Giorgio Dell’Arti. Come Rosario divenne Fiorello Gelsomino Fiorello bambino, impegnato nelle attività di danza e recitazione, «molto ricercato dalle femminucce perché tutte erano innamorate di lui. Al momento delle […]

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Giorgio Dell’Arti, sulle pagine de “La Stampa”, estrapola alcuni brani del libro di Umberto Piancastelli, “Fiorello il più grande”.

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 44, di Giorgio Dell’Arti.

Come Rosario divenne Fiorello

Gelsomino Fiorello bambino, impegnato nelle attività di danza e recitazione, «molto ricercato dalle femminucce perché tutte erano innamorate di lui. Al momento delle danze, per conquistarle, si bagnava i capelli sotto la fontanella della scuola e pettinava molto bene il suo bel ciuffo. Infine, si cospargeva tutto, dalla testa ai piedi, con un forte profumo di gelsomino (la Calabrisella)! Questo profumo doveva piacere molto alle bambine, visto che tutte volevano fargli da dama!». Ma lui ne amava solo una, Sebastiana (la maestra Carmela Rodolico sul portale di Acquaro).

Elicotteri. Quando Fiorello e gli altri bambini entravano di nascosto nella base della Nato attraverso un buco nella rete e guardavano i militari americani giocare a baseball e bere lattine di Coca Cola. Divertimento preferito: farsi risucchiare dal mulinello degli elicotteri a due pale («Uscivamo dai cespugli, saltavamo e volavamo in aria, anche per due metri, eravamo leggerissimi»). (Fiorello a Barbara Palombelli sul «Corriere della Sera»).

Lavori. Lavori fatti da Fiorello: muratore, meccanico, falegname, venditore di verdura fresca con l’Apecar per cinquecento lire al giorno, fattorino e aiutante del signor Cacciaguerra, titolare di un’agenzia funebre che sponsorizza la Megarese, la squadra di calcio di Megara Hyblaea dove gioca pure Rosario, come ala destra. Come cameriere, ne11978, guadagnava 1.150.000 lire al mese.

Nove anni. Fiorello s’è diplomato (liceo scientifico Principe di Napoli) in nove anni, perché ha ripetuto ogni classe.

Mandorla. In mancanza di acqua, Fiorello si lavava i capelli con il latte di mandorla.

Baudo 1. Mentre fa l’animatore nel villaggio Valtur di Ostuni, riceve la telefonata di Pippo Baudo, in cerca di talenti emergenti per Fantastico. Lo invita ad andare a Roma per un provino perché Gino Landi, tornato da una vacanza nel villaggio, gli aveva parlato di questo animatore simpatico e molto bravo. Fiorello, un po’ scettico, si presenta a Roma. Dopo una lunga attesa, fa il provino, intrattenendo e divertendo tutti per quasi un’ora. Sembra fatta, ma alla fine Baudo gli dice: «Sei bravo, ma sei lungo. Potresti presentare Fantastico, ma qui di presentatore ci sono già io».

Baudo 2. «Quando si fa un provino lo si fa di 5 minuti. Fiorello lo fece di 50. E io gli dissi: “Fantastico lo devo fare io no tu”. E lo scartai. Proprio io che mi vanto di averne scoperti tanti ho preso una toppata gigantesca» (Pippo Baudo).

Mamma 1. Da animatore, Fiorello impara a «non trattare male la gente, a non fare facili battute sulle signore anziane o sui signori sovrappeso. Ho sempre pensato, mi piacerebbe se al posto di quella signora ci fosse mia madre? No. Le battute è meglio farle sui potenti, su chi si può difendere».

Mamma 2. L’Avvenire scende in campo contro la parodia che Fiorello fa del segretario particolare di Benedetto XVI Georg Gaenswein. La vicenda finisce anche su El Pais e sul New York Times. Alla fine Fiorello smette di prenderlo in giro perché la mamma lo chiama al telefono e gli dice: «Sei sempre stato un bravo ragazzo, mi diventi indiavolato a 47 anni?».

Papà. Il padre di Fiorello, «bello come Clark Gable, mia madre mi diceva sempre che andando in giro con lui lo guardavano tutti, Cantava con lo stile del periodo, molto melodico, ed io lo ammiravo. Evidentemente la scintilla è stata quella. Lui è stato il mio grande uomo di spettacolo e il mio punto di riferimento».

Baldini. «Minchia, sembri Sylvester Stallone» (Fiorello a Marco Baldini prima prima volta che si sono incontrati).

Gingilli. Fiorello ha raccontato a «S’è fatta notte» di Maurizio Costanzo di quando «inaugurando l’apparato virile ebbe una piccola frattura al gingillo. Si ruppe la m****ia… nel vero senso della parola. L’imbarazzo di doverlo confessare al padre e poi di doverlo dissimulare davanti ai molti conoscenti di Augusta, dinanzi ai quali inventò una ciste alla gamba».

Vasco Rossi. Vasco Rossi, che gli diede dei consigli per imitarlo meglio.

Cocaina. «Per me è stata una malattia. La cocaina è il diavolo, ti illude di non essere solo, ti convince di essere il più forte. Tanti la prendono, tantissimi. Nessuno lo sa, nessuno li scopre. […] Ne sono uscito grazie a lui (e indica una foto in bianco e nero), non potevo tradire mio padre, uno che si batteva contro il traffico di droga». (Fiorello a Barbara Palombelli sul «Corriere della Sera»).

Voce. «Quello che oggi mi dà più soddisfazione è Federico Moccia, ha la voce di Paperino e il portafoglio di Paperone» (Fiorello). Notizie tratte da: Umberto Piancastelli, «Fiorello il più grande», Barbera Editore, 13,90 euro.