Pubblicato il 22/01/2013, 12:01 | Scritto da La Redazione

“EXTREME MAKEOVER HOME EDITION”: IL REGISTA CI RACCONTA TUTTI I SEGRETI DEL PROGRAMMA DI CANALE 5

“EXTREME MAKEOVER HOME EDITION”: IL REGISTA CI RACCONTA TUTTI I SEGRETI DEL PROGRAMMA DI CANALE 5
In un’intervista a TVZOOM Alessio Pollacci svela i retroscena di un format americano pronto a sbarcare, domani, per due puntate, su Canale 5 (ore 21.10) con la conduzione di Alessia Marcuzzi .   Dopo tanti rinvii, domani in prima serata su Canale 5 debutta Extreme Makeover Home Edition Italia, con Alessia Marcuzzi. Il format made […]

In un’intervista a TVZOOM Alessio Pollacci svela i retroscena di un format americano pronto a sbarcare, domani, per due puntate, su Canale 5 (ore 21.10) con la conduzione di Alessia Marcuzzi .

 

Dopo tanti rinvii, domani in prima serata su Canale 5 debutta Extreme Makeover Home Edition Italia, con Alessia Marcuzzi. Il format made in Usa in cui un team di ingegneri, architetti,  arredatori, operai e tecnici rifanno la casa a persone che ne hanno bisogno affronta la prova del pubblico italiano. Due puntate, per altrettante case, per altrettante famiglie.

Poi si vedrà.  «Anche perché non è stato affatto facile fare queste due puntate », confessa il regista Alessio Pollacci. «La nostra burocrazia è molto severa – spiega – Costruire una casa, con tutti i permessi, dal terreno edificabile al rispetto delle varie normative, vi lascio immaginare la difficoltà…Ma nonostante questo siamo riusciti a sviluppare le due storie nei tempi indicati».

In quanti giorni avete “rifatto” il look a ciascuna casa?

«Dal primo giorno di riprese fino all’ultimo, ovvero quando si rifanno le interviste alle persone di famiglia, passano dodici giorni. L’effettiva costruzione della casa viene fatta lavorando giorno e notte in 7-8 giorni».

Sembra che in questo programma non sono i tempi televisivi a comandare…

«Siamo noi a dover stare dietro ai tempi della costruzione. Il massetto ha i suoi tempi, se piove non si asciuga. Ci sono tempi tecnici di costruzione che non potevano essere tagliati. Avendo un padre ingegnere e una sorella architetto qualche idea nel dna ce l’avevo, ma è stata dura».

La critica spesso mossa al programma è stata quella della poca credibilità. Insomma in America il dubbio che in realtà le famiglie vedessero la casa prima della “sorpresona” finale c’è sempre stato.

«Noi abbiamo cercato di fare tutto il possibile per sorprendere la famiglia, anche perché senza le espressioni di stupore cala l’emozione, la cosa che invece vogliamo trasmettere. Se hanno già visto la casa che poi riconsegnamo viene meno tutto, non capisco come si possa concepire…»

Altra accusa, la tv del dolore. Si rifanno case a famiglie disperate…

« Però aiuti delle persone… Qualcuno mi ha detto, perché non rifate le case ai terremotati. Io rispondevo: perché a uno invece che a un altro? Si possono dire tante cose, però in questo caso l’aiuto dato a queste due famiglie per me è un valore aggiunto del programma. Io ho lavorato a Il treno dei desideri dove si aiutavano le persone, poi ognuno può fare i discorsi che vuole sulla strumentalizzazione della tv dolore. Di certo qualche famiglia sta meglio adesso».

Quali saranno le differenza tra il format americano e le due puntate italiane?

 «La differenza maggiore è la lunghezza, in America il programma dura 45 minuti da noi 90 perché bisogna coprire il  prime time e quindi si diluiscono i tempi».

Avete curato di più l’aspetto umano?

«Sì, sia nel racconto della storia familiare che nell’organizzazione della festa, coinvolgendo la gente del paese».

Anche Alessia Marcuzzi ha partecipato alla costruzione delle case?

«Sì, è stata bravissima. E’ sincera, non artefatta, quando si emoziona lo fa davvero».

Sono sempre di più i programmi che vanno in onda in esterna, senza più lo studio. La strada è stata aperta da Pechino Express. Ci sono altri format stranieri che le piacerebbe riadattare qui da noi? 

«È una nuova tendenza, quella di portare lo studio nelle piazze o nelle case. Questo passaggio in America è già avvenuto, da noi sta arrivando ora, ma spero che i due modi di fare tv possano convivere, per offrire un’alternativa. Detto questo invece che riadattare un format straniero, mi piacerebbe fare qualcosa di nostro, siamo in grado di farlo, manca un po’ di coraggio».

Ci saranno altre puntate o vi fermerete a due?

«Giustamente prima bisogna vedere il riscontro sul pubblico, penso sia la cosa migliore».

Allora in bocca al lupo…

«Crepi, mi lasci però ringraziare tutto il mio team di lavoro, da

Cristiana Farina, curatrice del programma a Fabio Pastrello il capo progetto, con cui abbiamo condiviso ore e ore di cantiere, a Totò Coppolino, Emiliano Ereddia e Laura Gamberini che ha curato soprattutto la parte legata alle  famiglie, cercando di arginare la loro voglia di vedere la casa prima del tempo».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto, il logo Extreme Makeover Home Edition con Alessia Marcuzzi)