Pubblicato il 24/09/2012, 10:32 | Scritto da La Redazione

ANDREA PEZZI: «FUGGIVO DALLA TV, ADESSO RITORNO»

ANDREA PEZZI: «FUGGIVO DALLA TV, ADESSO RITORNO»
In un’intervista al “Corriere della sera”, l’ex enfant prodige di Mtv parla del suo nuovo progetto tv e della sua fuga dal piccolo schermo all’apice del successo. Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 43, di Chiara Maffioletti. Andrea Pezzi: «Fuggivo dalla tv, adesso ritorno. Ho vissuto come in un reality» Quindi si può? Si può […]

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In un’intervista al “Corriere della sera”, l’ex enfant prodige di Mtv parla del suo nuovo progetto tv e della sua fuga dal piccolo schermo all’apice del successo.

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 43, di Chiara Maffioletti.

Andrea Pezzi: «Fuggivo dalla tv, adesso ritorno. Ho vissuto come in un reality»

Quindi si può? Si può decidere che la vita del presentatore non è poi così sfavillante e scegliere di lasciare la tv di colpo e senza rimpianti? Andrea Pezzi giura di sì. Sono passati sei anni da quando è andata in onda l’ultima puntata di un suo programma, «Il tornasole». Un’eternità per un’epoca televisiva in cui si è meteore due mesi dopo essere diventati famosi. Eppure, il suo nome si ricorda ancora bene. Perché? «Come le rockstar che muoiono a 27 anni e rimangono nella memoria, a me è successo un po’ lo stesso: a 27-30 anni il personaggio che rappresentavo è morto. E io me ne sono andato a fare altro».

L’imprenditore, per la precisione. La sua azienda, Ovo, è uno strumento che diffonde brevi contenuti video. Una piattaforma anche pubblicitaria. Ma pur non mancandogli troppo, nel 2013 Pezzi a sorpresa tornerà in tv: «Sto lavorando a un nuovo modello produttivo da applicare alla tv. Tornerò in video per condurre questo programma che seguirà un percorso nuovo. Coinvolgerà grandi aziende e i loro manager. Avrà a che fare con la formazione. Non posso anticipare molto, ma per farlo serviva una tv innovativa. Quindi escludendo Rai, Mediaset e La7 per altri motivi…». Resta Sky.

Sul ritorno non si può sbilanciare. Ma riguardo alla scelta di lasciare la tv: è stata davvero una scelta? «Assolutamente. Nulla mi ha fatto tornare indietro. Allora mi offrirono un sacco di soldi per due anni a La7: dissi no. Tutti cercarono di farmi cambiare idea. Credevano fossi impazzito». E perché lo ha fatto? «Perché ho sempre fatto tv non per passione ma per capire qualcosa in più su me stesso. E questa forse è stata parte del mio successo: nell’epoca ante reality si vedeva un ragazzino mosso dalla sua curiosità. Non pensavo al pubblico, non giocavo a piacere. Sceglievo perfino gli ospiti in base a chi avrei voluto conoscere». Anche la storia clamorosa (lei lasciò il marito al ritorno dal viaggio di nozze per stare con Pezzi) con Claudia Pandolfi fu una specie di pre reality, no? «Sì. Fu tutta una strana combinazione di eventi in cui io vivevo senza ragionare sull’effetto “pubblico” di ciò che facevo. Un “Grande fratello” prima del “Grande fratello”: io ero me stesso, gli altri osservavano. Forse era un nuovo linguaggio. Mi spiego così il perché ci sia ancora questa attenzione nei miei confronti. Se c’è un portato innovativo i nomi restano anche se non si vedono da tempo: penso a Daniele Luttazzi».

Quindi perché disse addio alla tv? «Per lo stesso motivo per cui avevo iniziato. Avevo cominciato per curiosità e quando è finita ho smesso. Fare tv non era un sogno per me. Sono sempre stato più ambizioso di così. David Bowie è un mito ma i veri grandi uomini non sono nello spettacolo. Per me la tv era come l’acne: non puoi farla per tutta la vita, deve passare». E allora Baudo e tutti gli altri? «Se fai della tv la tua professione è una scelta. Ma diventa un lavoro e come tutti è ripetitivo, pieno di falsità, senza grandi emozioni. Fare il clown per tutta la vita non era per me. E parlo con rispetto: strappare un sorriso alla gente come fa Benigni o il mio amico Jovanotti è una cosa. Ma non era la mia strada». Rimpianti? «Mai. Poi non è stato facile e ho capito certi errori. Concentrarmi su di me mi ha fatto trascurare il pensiero di chi lavorava con me. Ma ripensamenti mai: volevo migliorare, imparare un mestiere, diventare più intelligente». E: «Non bisogna essere dei geni per diventare il numero uno in tv». Oggi «il livello dei conduttori è sceso. Non c’è nessuno per cui accenderei la tv. Qualche bravo giornalista…».

È diventato snob? «No, solo non trovo molte cose belle in tv». Che pensa, per dire, di Bonolis? «È bravo. Mi è simpatico perché a un certo punto si è visto che si è rotto le scatole. Ha provato a evolversi con “Il senso della vita”: mi riconosco nella sua esigenza di crescere». Victoria Cabello? «Molto brava. Della mia generazione ci sono due esempi: lei, che ha fatto il massimo che la tv ti consente di fare. E Fabio Volo, che si è costruito un percorso: non puoi dire sia bravissimo in qualcosa ma sa far bene tante cose diverse. Se l’è goduta. La mia è la terza strada: cambiare. Quando pensavo: il massimo che potrò fare in tv è condurre Sanremo, a me prendeva l’ansia. Infatti quando me lo chiesero saltai anche l’incontro».