Pubblicato il 14/09/2012, 13:00 | Scritto da La Redazione

MEDIASET REVOLUTION: ANCHE AL BISCIONE ARRIVANO I TAGLI DI ORGANICO

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Con la pubblicità in calo, a Cologno Monzese sono partite le riorganizzazioni aziendali, con pesanti tagli di personale. La prima a farne le spese pare essere stata la struttura di Fatma Ruffini. Ma che fine faranno tutti questi professionisti?

La cornice, e forse non solo quella, è drammatica. La pubblicità non tira e anche nel terzo trimestre, con ogni probabilità, il trend sarà al peggioramento. Publitalia potrebbe chiudere il 2012 in calo ampiamente a due cifre. Le cose vanno leggermente meglio di quanto non stiano andando alla Sipra, che nonostante Europei di calcio e Olimpiadi, viaggiava a meno 15% negli otto mesi (con le inevitabili dimissioni dell’ad Aldo Reali nelle mani del nuovo dg Luigi Gubitosi), ma comunque molto male. La concessionaria del Biscione ha già chiuso filiali e ridotto il parco dirigenti, ma prima o poi per fare ulteriori risparmi il gruppo potrebbe essere costretto a eliminare tutte le duplicazioni che riguardano alcune posizioni – dal back office fino a ruoli più strategici – replicate anche in Mediaset.

Il compito, molto scomodo, potrebbe spettare al futuro amministratore delegato della concessionaria – con l’attuale Ceo di GroupM, Stefano Sala, unico candidato alla successione di Giuliano Adreani – ma intanto la politica di saving tocca tutto quello che è possibile toccare, anche e soprattutto lato editore. I programmi, il costo delle star e – da alcune settimane a questa parte, sempre più in profondità – dirigenti e strutture intermedie. Il clima a Cologno è depressissimo e così non sorprende che molti dirigenti stiano accettando di buon grado gli incentivi a lasciare, a esodarsi, nonostante sia chiaro a tutti che la situazione appena fuori le porte di Corso Europa sia molto complicata.

Smontata, a quanto dice “radio corridoio” a Cologno, tutta la struttura “creativa” attiva su sitcom e intrattenimento affidata a Fatma Ruffini, che fin qui manterrebbe ancora un ruolo, ma senza le persone e la divisione per svolgerlo. In carenza o assenza di lavori in cantiere, fuori anche alcuni, anzi quasi tutti, i produttori e i curatori principali; svuotato di persone e lavoro anche il ramo tv dei ragazzi, praticamente esternizzato a Turner, di cui Mediaset è socia attraverso Boing. Via anche alcune figure prima deputate alla gestione del merchandising, ma anche alle vendite internazionali dei diritti tv. E così è già sul mercato qualche decina di professionisti di formazione Biscione – tra Publitalia e Rti – che cerca di ritornare in pista. Ma il momento è gramo. Qualcuno si è già ricollocato (Patricio Teubal, capo delle vendite dei diritti all’estero è il nuovo direttore generale di Palermo e Fabio Mecella e passato al licensing di Freemantle Media), ma bisogna fare i salti mortali.

Le case di produzione, specie quelle prima alimentate da Mediaset, sono ferme, a partire dal ramo milanese di Endemol. La Rai dovrebbe prima o poi essere soggetta alla stessa politica di riduzione dei costi e non è pensabile che ad assorbire tutti questi professionisti siano le emittenti di Telecom – in vendita – oppure Sky e Fox, che stanno comunque seguendo anche loro una politica di contenimento della spesa. Così per molti sarà inevitabile offrirsi come consulenti free lance, oppure mettere su società indipendenti cariche di progetti, aspettative e velleità, che solo il mercato terribile e selettivo dei mesi a venire potrà dire quanto sensate. Dove c’è spazio? Nel multimediale, nelle produzioni “branded content”, ma chi si muove in questi territori nuovi è già abituato a guadagnare molto meno di chi lascia posizioni “privilegiate”. 

 

Mario Gemelli