Pubblicato il 05/09/2012, 16:29 | Scritto da La Redazione

BRUNO VESPA: «I PLASTICI IN TV VANNO ALLA GRANDE. PERCHÈ DOVREI PENTIRMENE?»

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{Summary} Bruno Vespa parla dei suoi primi 17 anni di Porta a Porta che torna in onda martedì prossimo in seconda serata su Raiuno. Difende la scelta dei plastici e ricorda il terremoto dell’Aquila come l’evento più difficile da raccontare. {/Summary}

È nato nel 1996 Porta a Porta, sedici anni durante cui si sono succeduti governi, sono morti Papi, si sono abbattuti terremoti, sono state buttate giù le Torri gemelle, senza dimenticare i tanti omicidi efferati, qualcuno con un colpevole, altri senza. Alla guida sempre l’inossidabile Bruno Vespa, che di una cosa dice di non essersi mai pentito: i famigerati plastici. Da quello di Cogne a quello di Perugia, passando per Avetrana, a ogni fatto di cronaca è corrisposto un plastico in cui sono stati piazzati di volta in volta i cadaveri, i presunti colpevoli, le prove rimaste sulla scena del delitto per ricostruire a uso e consumo dello spettatore ogni minimo dettaglio, anche i più truculenti. «Perché dovrei pentirmi della scelta di utilizzare i plastici? Tirano da morire – sorride Vespa che torna in onda su Raiuno martedì prossimo – Il primo plastico è stato fatto in realtà da Corrado Augias quindi noi abbiamo solo scoperto l’acqua calda. E poi scusate i quotidiani non hanno la mania dei grafici? E’ lo stesso discorso. Plastici forever».

In questi diciassette anni di Porta a Porta, a parte quella in cui le ha telefonato Papa Wojtyla in diretta, quale puntata le è rimasta nel cuore?

«Il terremoto dell’Aquila, purtroppo. Mi è rimasto nell’anima».

Più dell’11 settembre e del crollo delle Torri gemelle?

«Sì, nonostante quei fatti abbiano cambiato il mondo».

Torniamo al presente, Michele Santoro ha dato consigli al direttore generale e al Presidente della Rai, invitandoli a non fare come i Professori, che tagliarono, ma senza un progetto editoriale. Come giudica questa uscita?

«Santoro lavora in un’altra azienda, è libero di dire quello che vuole. Il direttore generale e il Presidente della Rai sono persone normali, che tenteranno di trasformare questa magnifica azienda in qualcosa di normale. Come tutti quelli che lavorano in un’azienda normale mi astengo dal commentare l’operato dei miei superiori».

Ma un giudizio sull’avvicendamento ai vertici della Sipra potrà darlo…

«Io sono un uomo Rai fin nel midollo e sono sempre stato molto frustrato dal fatto che le nostre trasmissioni non avessero un introito pubblicitario giusto. Il fatto che il primo atto dei nuovi vertici sia stato quello, assolutamente normale, di richiedere un introito pubblicitario adeguato, è una cosa che mi fa molto piacere».

Matrix quest’anno ha chiuso i battenti, Porta a Porta resterà senza concorrenza, è contento?

«No, mi dispiace molto che Matrix abbia chiuso, ma sono sicuro che Canale 5 qualcosa farà. Temo molto l’allungamento della prima serata, perché i nostri spettatori sono dei veri eroi vista l’ora».

La chiusura di Matrix denota un indebolimento del genere talk show politico?

«Anzi, al contrario, su altre reti spuntano come funghi, il che è un bene».

Chi sono ora i vostri concorrenti?

«Le tv cosidette “altre”, un concorrente invisibile composto da 192 soggetti. Quando abbiamo iniziato il mondo digitale non esisteva e aver mantenuto il 15% di share è un miracolo. La provvidenza ci ha assistito nei primi 17 anni e speriamo che continuerà a farlo. D’altronde non a caso quando siamo nati nacque su Raidue Pinocchio con Lerner. Noi siamo rimasti, Pinocchio ha chiuso».

Inviterà il Presidente del Consiglio nella puntata di apertura, come di consueto?

«Sarà nostro ospite più avanti».

Quali politici inviterà?

«Quest’anno sarà difficile anche solo fare gli inviti, vista la situazione complessa che stiamo vivendo. C’è un problema di rappresentatività della classe politica. Certo è più comodo starsene a parlare da una bella villa attraverso il web, senza mai confrontarsi in un dibattito con nessuno».

Rivalità con Ballarò?

«Facciamo parte di due mondi diversi».

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Bruno Vespa)