Pubblicato il 31/07/2012, 09:38 | Scritto da La Redazione

NERI MARCORÈ: «MI METTO A CANTARE, MA EVITO SANREMO»

NERI MARCORÈ: «MI METTO A CANTARE, MA EVITO SANREMO»
L’attore-comico-conduttore, in un’intervista al quotidiano “Il Mattino”, rivela i suoi progetto canori, ma esclude una partecipazione al Festival di Fazio. Il Mattino, pagina 24, di Enzo Gentile «Canto, ma a Sanremo dico no» Per Neri Marcorè un debutto con Baglioni: «Penso a un album e a una tournée». Di attori che cantano ce ne sono […]

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L’attore-comico-conduttore, in un’intervista al quotidiano “Il Mattino”, rivela i suoi progetto canori, ma esclude una partecipazione al Festival di Fazio.

Il Mattino, pagina 24, di Enzo Gentile

«Canto, ma a Sanremo dico no»

Per Neri Marcorè un debutto con Baglioni: «Penso a un album e a una tournée».

Di attori che cantano ce ne sono tanti, ma che un personaggio noto per le sue mille attività in teatro, al cinema, in tv e in una serie di spot come Neri Marcorè dedichi un intero spettacolo alla musica è una novità. Tanto più se, come pare, voglia anche proseguire su questa strada con dischi e tournée. L’anteprima di questo esperimento è stata fissata come proposta centrale del friulano Folkest, circa un mese di spettacoli e appuntamenti distribuiti in tutta la regione con una selezione mirata a individuare anche produzioni esclusive. Neri Marcorè ha così portato nella splendida piazza del Duomo di Spilimbergo un repertorio disegnato attraverso gli autori che più gli stanno a cuore, quelli su cui ha formato e irrobustito i suoi amori musicali. «Le mie canzoni altrui» è un recital organizzato con l’amico Edoardo De Angelis e il sostegno di una band di sei elementi. In scaletta brani di De Andrè (Fabrizio e Cristiano), Fossati, De Gregori, Edoardo Bennato, Ligabue, fino a James Taylor, omaggiato con «Fire and rain» e «Shower the people». Con un intermezzo molto particolare: è stato infatti raggiunto sul palco da Claudio Baglioni, premiato per la carriera e l’impegno umanitario a Lampedusa. Marcorè ha intrattenuto gli spettatori mostrando di avere buona volontà, sia come cantante che come chitarrista («Sono cresciuto in il mito di Clapton, Santana, David Gilmour, oggi sono intruppato con Tommy Emmanuel»), pur sapendo di necessitare ancora di molto lavoro, esperienza, impegno.

Marcorè, come sono nate la passione per la musica e la decisione di cimentarsi ufficialmente?

«Fin da bambino sono cresciuto con i dischi e la radio che ascoltavamo a casa. Ho mandato a memoria le canzoni più assurde, sviluppando un’attitudine che ho coltivato in privato. Mi è capitato di scrivere qualche canzone, insieme a De Angelis, a Bungaro, ma solo sporadicamente mi sono esibito in veste di protagonista. L’invito, la sollecitazione, il piacere di provarci sono coincise con l’interesse dimostrato da Folkest, dove ho trovato le condizioni ideali per osare davvero».

Questo prelude a una missione più ampia, magari anche al Sanremo targato Fabio Fazio?

«No, questo lo escluso proprio. Di finire in un tritacarne non ho nessuna intenzione: cantare o condurre in un simile contesto non fa per me. Piuttosto mi piacerebbe pensare a un disco, prima o poi, anche se l’agenda è già molto fitta».

Dove la vedremo nella prossima stagione? Cosa ha in programma?

«A settembre uscirà “Una donna per la vita”, il film di un attore napoletano e regista esordiente, Maurizio Casagrande, mentre per il cinema sto anche girando il prossimo lavoro di Sergio Rubini regista, “Mi rifaccio vivo”, con Emilio Solfrizzi e Margherita Buy: si tratta di due commedie, sono molto contento di avervi partecipato. In autunno dovrebbe poi andare in onda uno sceneggiato su Raiuno, “Questo nostro amore”, che ho girato insieme a Anna Valle».

E a teatro?

«Sarà il mio primo anno senza teatro. Ho deciso di prendermi una pausa».

In compenso è presente a raffica in tv con i suoi spot…

«È vero, sembra che funzionino molto bene, il pubblico sembra gradire. Tra i vari motivi per farli, c’è stata anche una bella dose di divertimento: una sfida non banale sul piano artistico e del linguaggio, per contenere tutta una storia e il messaggio in 30 secondi. Forse il rischio è di inflazionarsi un po’, ma per il momento sono soddisfatto».

E la tv?

«Meglio non parlarne per scaramanzia, ma c’è in ballo un programma di varietà di seconda serata, all’inizio del 2013. Ci stiamo pensando, e anche qualcosa di più».